Coronvirus. La 26enne Federica Cuni racconta la sua storia col virus: “Lo dico ai giovani: è una malattia molto seria”

Continua la lunga lotta al Covid-19 di Federica Cuni, atleta e personal trainer cesenate nota sui social network. Dopo oltre 50 giorni di calvario e una serie di otto tamponi dall’esito alternato, la donna ancora non vede sciogliere definitivamente le catene che la imprigionano al virus.

“Vivo col mio ragazzo, isolata nella mia camera da letto con un bagno esclusivo. Tutto è incominciato a inizio marzo con stanchezza fisica e un scarso livello respiratorio. Dopo 1-2  giorni è insorta la febbre, il respiro si è fatto affannoso, poi petto e schiena hanno iniziato a bruciare. Il mio medico di base ha suggerito di sottopormi a un tampone che ha decretato la mia positività”. Lo shock è stato forte e “la prima settimana si è rivelata durissima perché non riuscivo a respirare. Avevo e ho tutt’ora paura anche a dormire. Ammalarsi di questi tempi, quando in ogni canale televisivo parlano di continue morti, è preoccupante. Per questo ho smesso di guardare la tv e leggere notizie sul tema”.

La tregua è arrivata solo alla terza settimana in quanto “la temperatura si è abbassata e i sintomi si sono alleviati, pur restando il forte bruciore alla schiena. Per fa fronte a questo aspetto, i medici mi hanno fatto una radiografia che non ha evidenziato nulla di importante”. La luce in fondo al tunnel sembrava ormai vicina, “un nuovo tampone ha dato esito negativo ma il responso del terzo è stato positivo”. Naturale il contraccolpo “distruttivo perché credevo la guarigione ormai ad un passo, poi invece ho avuto un ricaduta e la febbre è tornata insieme alle difficoltà respiratorie”. Oltre il punto di vista fisico, a essere minata è anche la mente. “Affrontare tutto ciò mi ha portato a crisi nervose, attacchi di panico fino ad ora a me sconosciuti. Pesano notevolmente affrontare due mesi nei quali non ho dormito e fatico a respirare”.

La routine per una sportiva molto attiva come la cesenate si è inevitabilmente capovolta. “Solitamente mi svegliavo tutti i giorni alle 5.30 e arrivavo sempre di corsa alle 21. Dall’inizio della malattia fino a pochi giorni fa invece, sono stata immobile a letto e questa contrapposizione ha fatto insorgere altri problemi fisici: ingiallimento degli occhi, eruzioni cutanee, bruciori, dolori articolari, fitte alle gambe, senza contare la perdita di massa muscolare. Ogni volta che noto l’insorgere di un problema diverso mi preoccupo tantissimo, anche in virtù delle mie conoscenze”. In una situazione così turbolenta, la 26enne è capace di trovare un lato positivo della vicenda e lancia un messaggio di speranza a tutti i malati. “La mia vita era troppo frenetica ed è come se qualcuno mi avesse detto ‘datti una calmata’. Bisogna anche capire di doversi fermare e ascoltare il proprio corpo. Questo momento mi ha dato anche maggior forza e determinazione”. La cesenate ha creato “una quotidianità, nonostante io sia chiusa in camera. Mi alzo, scrivo pensieri positivi, non trascuro l’alimentazione e l’idratazione, mi prendo cura del corpo con esercizi di respirazione e stretching”.

L’appello è di reagire e sperare il prima possibile di mettere la parola ‘fine’ alla malattia. “Sui social ho scritto un messaggio di speranza rivolto alle persone nella mia stessa situazione. Bisogna trovare una soluzione anche quando sembra non esserci. In tantissimi hanno risposto, ringraziandomi per aver condiviso la mia esperienza, facendo sì di essere meno soli. Spero di aver dato a tutti la forza per combattere il Coronavirus e al contempo di non prenderlo sottogamba. Lo dico soprattuto ai più giovani: è una situazione molto seria. L’energia, che trasmetto ogni giorno nel mio lavoro per aiutare le persone, mi è tornata indietro, anche da sconosciuti. Ho ricevuto parole che mi riempiono di gioia e sono utili a superare un momento difficile come questo”.

In attesa della guarigione definitiva, la situazione sembra ora stabile. “Ho ancora sintomi lievi, ma sto meglio, nonostante siano comparse altre infezioni batteriche. Ringrazio tantissimo i medici che mi hanno aiutata. Sono stati formidabili”.