Cesena
Cottarelli alla Camera di commercio: “Sono ottimista. L’Italia è in grado di rimbalzare, dopo il Covid”
Alla presentazione del Rapporto sull’economia della Romagna proposto dalla Camera di commercio Forlì-Cesena e Rimini 2020 è intervenuto l’economista Carlo Cottarelli. In modalità online, l’incontro è ancora in corso.
“I giovani negli ultimi anni se ne sono andati – ha detto Cottarelli sollecitato dalle domande proposte dalla giornalista del Tg5 Simona Branchetti – perchè sono andati in Paesi dove viene premiato il merito. D’altronde in Italia siamo fermi da 20 anni e il potere d’acquisto del nostro reddito medio è ai livelli del 1989″.
Che fare, allora per trattenere i giovani? “Nulla per loro in particolare – ha aggiunto il docente -. Occorre fare qualcosa che faccia uscire il nostro Paese da questa stasi. Io sono ottimista: credo che l’Italia ce la possa fare e sarà in grado di rimbalzare, dopo il Covid. Bisogna completare la campagna vaccinale il più presto possibile. Poi ci vorrà crescita di produttività utilizzando macchinari più moderni e ci vorrà sia più capitale umano che capitale fisico”.
Negli ultimi anni sono mancati i fondi. “Nel settore pubblico certamente – ha aggiunto l’economista -. Adesso abbiamo le risorse, ma poi questi fondi sono da spendere. Ci vogliono norme più snelle. La Pubblica amministrazione deve essere messa in grado di portare risultati e di misurare i risultati ottenuti. Chi non li raggiunge non deve essere premiato (prima il professore aveva detto: deve essere mandato a casa. Poi ha corretto il tiro, ndr). È ora che il merito venga riconosciuto, anche in Italia”.
Per attirare capitale privato bisogna migliorare su tre settori che costituiscono, se utilizzati male, tre disincentivi: il livello di tassazione, la burocrazia e la giustizia. “Tagli di tasse non si sono mai autifinanzati. Allora occore che la spesa aumenti meno della crescita – ha aggiunto Cottarelli -. Bisogna semplificare le leggi, in modo che la Pubblica amministrazione possa agire in maniera rapida. E poi il capitale intellettuale, perchè capitale umano non mi piace. Dobbiamo investire nella pubblica istruzione, nella ricerca e nella innovazione, a partire dagli asili nido, se è vero come è vero, che i primi anni della vita sono molto importanti, soprattutto epr chi cresce in famiglie svantaggiate. Invece, dal 2007, per la scuola e l’università abbiamo solo tagliato la spesa”.
“Non abbiamo classi pollaio. Abbiamo uno o due studenti in meno rispetto alla media europea. Abbiamo, invece, insegnanti poco pagati, poco formati e poco incentivati, senza prospettive di carriera. E abbiamo scuole poco attrezzaate – ha proseguito il relatore -. Mi aspetto che tutti questi aspetti siano presenti nel Recovery plan. Ma ci saranno. Presenteremo un piano bellissimo e ci daranno subito il 13 per cento dei 209 miliaridi previsti. Comunque questo governo farà il piano vaccini e il Piano Next Generation Eu. Poi toccherà ad altri governi, eletti con il consenso popolare”.
A proposito di smart working, Cottarelli ha precisato che si deve trattare di vero smart working. “Sono i porcessi di lavoro che devono cambiare. Da un recente sondaggio è emerso che in Italia il 51 per cento della gente ancora pensa che le donne debbano rimanere a casa con i figli. È ora di creare un cultura aziendale”. Sulle professioni del futuro ha indicato quell legate ai cambiamenti energetici e alla digitalizzazione e a quelli legati alla tutela dell’ambiente. “Non è un fatto nuovo – ha tenuto a chiarire Cottarelli – quello dei nuovi mestieri. Pensate ai cambiamenti degli anni ’60 del Novecento. Furono molto più forti di quelli di oggi. Ci abitueremo anche a queste novità. I cambiamenti energetici hanno sempre portato con sè delle rivoluzioni. Basta pensare a cosa accadde nelle seconda metà dell’Ottocento”.
Infine una battuta sulla possibile riforma fiscale. “Non la farà questo governo che tiene insieme la Lega e il Pd, perchè non c’è niente di più politico della tassazione”.