Cottarelli ospite del Rotary club: “Sono necessarie azioni espansive. Indicherei pochi obiettivi da realizzare in breve tempo: investimenti pubblici, giustizia, pubblica amministrazione”

“Se la crisi è senza precedenti, occorre darsi da fare in una maniera senza precedenti”. Questa, in sintesi, la ricetta fornita ieri sera dall’economista Carlo Cottarelli, l’uomo della spending review ed esperto noto in tutto il mondo, ospite a una conviviale online, in collegamento da Washington (Usa). La serata è stata promossa dal Rotary di Forlì assieme a quelli di Fiorenzuola e Cremona Po, a cui hanno preso parte diversi soci del Rotary di Cesena, con il presidente Alessio Avenanti.

“Le previsioni di caduta del Pil per il nostro Paese – ha aggiunto Cottarelli nel suo intervento introduttivo – sono tra l’8 e il 14 per cento. Una caduta enorme sulla quale ancora esiste una grande margine di incertezza. Si tratta della più forte riduzione dal 1944 che avrà ripercussioni soprattutto per quanto attiene ai suoi effetti indiretti. Oggi tante spese non vengono effettuate perché non c’è fiducia nel futuro. In questo, esistono due possibilità di rimedio, sia con politiche monetarie sia con aiuti di Stato, restituendo, in questo modo, un po’ di potere d’acquisto ai cittadini e alle imprese”.

“In questo momento – ha proseguito l’economista – in Italia si stanno realizzando misure per circa il 4 per cento del Pil, ma si tratta per lo più di azioni difensive. Necessarie, intendiamoci, ma sempre difensive, non espansive, con le quali si alimenta ancora incertezza. A mio avviso sono indispensabili interventi espansivi, verso famiglie e imprese. E lo Stato li può realizzare con investimenti pubblici, in particolare in infrastrutture. Ci vogliono soldi, per un fabbisogno di circa 500 miliardi”.

Da dove viene questa somma enorme?, si è chiesto Cottarelli. “Buona parte arriva dalle istituzioni europee che hanno fatto un cambiamento enorme e hanno agito con una rapidità per loro non consueta. Questa sì che è una buona notizia. Non siamo ancora alla rapidità con cui si risponde negli Usa, ma certo c’è stato un cambio di passo. La Bce mette 225 miliardi. Poi c’è anche il Mes che qualcuno ha descritto come una trappola. No, non è un trappolone. Io lo prenderei. Servirà per finanziare spese sanitarie e ci farà risparmiare 500 milioni di interessi che sono una cifra modesta, ma pur sempre 10 volte il risparmio dovuto alla riduzione del numero dei parlamentari per il quale occorre una modifica alla costituzione”.

“Questa disponibilità dell’Europa ci ha salvato – ha aggiunto Cottarelli -. È stata evitata la crisi finanziaria. Ora lo spread è attorno a 145-150 punti, del tutto sopportabile. Permangono, comunque le incertezze sul futuro: sulla caduta del Pil, come ho detto poco fa, sul nostro debito che potrebbe arrivare al 160 per cento, l’aumento più grande mai registrato dall’unità d’Italia, se si esclude un effetto particolare, più contabile che reale, che capitò nel 1919, dopo la fine della prima guerra mondiale”.

Il forlivese Alberto Zambianchi, presidente UnionCamere Emilia-Romagna e della Camera di commercio della Romagna, ha posto al relatore tre ipotesi per uscire dalla crisi: utilizzare il risparmio degli italiani, circa 8 mila miliardi di euro; fare ulteriore debito; compensare la caduta produttiva lavorando di più. “Lavorare di più non risolve il problema – ha risposto il professore – perchè aumenta l’offerta, un’azione che ora non serve vista la contrazione della domanda. Anche l’utilizzo del risparmio non appare praticabile. Le banche già prestano questi soldi che quindi sono impegnati. Una patrimoniale sembra poco probabile. Rimane l’unica soluzione dell’ulteriore debito. Ora, infatti, i nostri Btp vengo sottoscritti dalla Bce tramite Bankitalia, come fanno tutte le altre banche centrali”.

Francesco Rolleri, presidente di Confindustria cremonese, ha chiesto lumi circa i cantieri. “La burocrazia deve migliorare in questo Paese – ha detto Cottarelli -. Si deve rimboccare le maniche. Se si vuole che la gente venga a investire in Italia occorre che non ci siano vincoli doppi o quadrupli rispetto agli altri Paesi. Guardate il decreto Rilancio: è molto più articolato e pieno di rinvii ad altre norme. Risulta complicato. Corriamo il rischio di usare male i fondi che arrivano. Quindi attenzione, perché se non c’è più il vincolo di bilancio, si potrebbe smarrire l’efficienza. Ecco perché la misura dev’essere temporanea. E bisogna sostenere chi ha realmente bisogno”.

Infine, ha aggiunto Cottarelli, “qualcuno pensa di riproporre il ponte sullo Stretto di Messina. Io dico di pensare in piccolo. Alle reti ferroviarie locali, ad esempio. Da Cremona a Milano in treno si andava più velocemente negli anni ’60 rispetto a oggi. Aggiungo: fare la velocità normale, non solo l’alta velocità. Poi anche le grandi opere. In Italia ci sono tantissime opere interrotte. Lo Stato non sa neppure perché sono interrotte e non sa nemmeno quante sono. Indico tre priorità: investimenti pubblici, giustizia, pubblica amministrazione. Non si possono avere 70 obiettivi da realizzare tutti insieme. Un sì deciso, invece, a poche cose da fare in breve tempo”.

Dopo l’intervento di Cottarelli c’è stato lo spazio per illustrare alcuni dati locali. Zambianchi ha messo in evidenza come in Romagna il settore turismo e quelli a esso collegati siano i più sofferenti, con situazioni anche di gravissima difficoltà. Nel cremonese, ha aggiunto Rolleri, dopo un paio di mesi, marzo e aprile, di notevole fermo, ora si affaccia una cerca ripresa e anche un po’ di fiducia. Un segnale da prendere come buon auspicio per guardare avanti, con la speranza che, come auspicato dall’economista Cottarelli, l’Italia sappia mettere in campo contromisure straordinarie, come il periodo straordinario, appunto “senza precedenti”, del post-Covid richiede con forza.