Cesenatico
Crimi sui contributi all’editoria: “Quando il governo finanzia l’editoria l’informazione non può essere più libera”
Il futuro è nel 4.0, realtà che interesserà tanto il mondo del lavoro artigianale quanto il fronte dell’informazione. “Bisogna pensare all’innovazione e crearla. Va rivisto tutto il sistema del finanziamento agli editori perché se c’è un settore che soffre dobbiamo aiutarlo a rinnovarsi”. Comincia così l’intervento di Vito Crimi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria, intervenuto nel corso della quarta tappa del Rousseau City Lab, il tour promosso dall’omonima associazione nata tra le fila del Movimento 5 Stelle, reduce da tre tappe precedenti a Torino, Roma e Livorno.
Approdando a Cesenatico nella serata di sabato scorso, il tour capitanato da Davide Casaleggio, figlio del guru del Movimento pentastellato scomparso il 12 aprile 2016, giorno in cui è nata Rousseau, ha visto la partecipazione di centinaia di simpatizzanti che hanno ascoltato tra gli altri anche Enrico Mentana, intervistato da Casaleggio junior.
Dopo le dichiarazioni rilasciate gli scorsi giorni sui finanziamenti all’editoria, Crimi da Cesenatico ha esortato l’informazione nazionale – vertici Rai compresi – alla “responsabilità e alla libertà” che di per sé diventano presupposti di una “democrazia diretta che dialoga direttamente con i lettori”.
“Dobbiamo incentivare lo scambio di informazioni libero tra tutti i cittadini. Quando ci parlano delle fake news – ha detto – ci vogliono dire che la rete costruisce informazioni false. Non sempre è così”. Per il sottosegretario i vari strumenti del sostegno pubblico non sono stati proficuamente utilizzati dagli editori, dunque è arrivato il momento di “fare cultura dell’informazione” e di “incentivare l’acquisto di abbonamenti digitali, spostando l’incentivo alla domanda anziché all’offerta”. Una realtà che richiede maggiore intraprendenza da parte degli editori, ma che “sarebbe dovuta partire già molti anni fa quando le principali testate nazionali si dotarono di siti internet fingendo innovazione”.
Come da tempo ribadisce Beppe Grillo, il destino degli organi di stampa e della comunicazione radio-televisiva è nell’innovazione, ma in tutti questi anni “spesso in Italia gli editori sono stati industriali che hanno fatto i propri interessi“. Per questa ragione il Movimento 5 Stelle oggi a guida assieme alla Lega dell’esecutivo, intende operare una drastica modifica ai finanziamenti pubblici ai giornali.
“Il governo ha un potere decisionale che può influenzare il futuro di un’azienda. Quando il governo finanzia l’editoria c’è un problema, non è un bene perché l’informazione può non essere libera”, ha aggiunto il sottosegretario spiegando che dal 2003 ad oggi la politica ha finanziato 3 miliardi e mezzo di euro agli organi di informazione ed editoria “senza generare alcun cambiamento”.
Una necessità di aggiornarsi continuamente richiesta dalla Rete è concretizzata dal nuovo progetto editoriale pensato dal direttore del tg La7 Enrico Mentana che all’ombra del grande mouse di Rousseau, intervistato da Davide Casaleggio, ha spiegato perché investire in una piattaforma di informazione online con soli giovani al timone. “Il modello di business che ha tenuto su il giornalismo negli ultimi cent’anni sta vendendo meno”, ha subito precisato lo stesso Mentana ammettendo che l’informazione sarà sempre più ritenuta una “merce dovuta e gratuita”. I grandi giornali, ha così argomentato il giornalista, sono vittime della crisi e di contratti occupazionali dell’era predigitale. Piaga questa che si unisce al disinteresse dei giovani verso il giornalismo. “È necessario riportarli nel circuito di ciò che è importante attraverso un mediatore che sia credibile”, ha proposto alludendo a un tentativo di creare un prodotto appetibile agli imprenditori che fanno pubblicità. Il suo progetto editoriale pertanto inizialmente sarà finanziato dalle sue tasche in attesa che arrivino pubblicità e donazioni.