Cesena
Cybersecurity, la sicurezza informatica corre grazie a talenti cesenati
È di pochi giorni fa la notizia che l’azienda cesenate Yoroi, la start up fondata da Marco Ramilli, è stata acquisita da Tinexta. Si tratta della più importante operazione che sia mai stata fatta in Italia in materia di cybersecurity. Con Yoroi, Tinexta ha acquisito anche la divisione “progetti e soluzioni” di Corvallis e Swascan, azienda innovativa che opera nel medesimo settore della sicurezza digitale. L’investimento iniziale per acquisire la maggioranza nelle tre società è stato di 47,8 milioni di euro. Il mercato di riferimento è in forte crescita e a oggi vale 1,2 miliardi di euro.
Sugli sviluppi e sull’impatto nel nostro territorio che questa operazione finanziaria porta con sé, abbiamo sentito Marco Ramilli (nella foto), 37enne cesenate doc che vanta un percorso scolastico e universitario tutto svolto nella nostra città, fino al dottorato di ricerca.
Dottor Ramilli, quali implicazioni ci saranno per Cesena con questa vostra fusione?
La costituzione di questo nuovo polo di eccellenza realizzato da Tinexta con le sue acquisizioni permetterà a Yoroi una crescita molto più veloce. Le capacità messe in gioco dalle altre organizzazioni Corvallis e Swascan permetteranno di completare un’offerta ancora più ampia e di maggiore spessore tecnologico. Cesena ospitando una delle realtà del gruppo vedrà semplicemente una espansione del quartier generale di via Ravennate con una curva più ampia e veloce. Cercherò di rafforzare i rapporti con l’università locale al fine di aumentare la già bella collaborazione.
I posti di lavoro nei prossimi anni come si prevedono?
La sicurezza informatica è una disciplina che segue linearmente la digitalizzazione delle nostre industrie, dei nostri strumenti e delle nostre vite, per questo motivo il mercato è in forte espansione.
Sono previsti numerosi operatori del settore sia per quanto riguarda attività di “Blue Team” (attività di Difesa) sia per quanto riguarda attività di “Red Team” (attività di Attacco Simulato). Nel quartier generale di Cesena sono previste nuove assunzioni in entrambi i gruppi, ma più in generale, essendo un settore in forte crescita, sono previste assunzioni su tutte le nostre sedi italiane.
Quali saranno gli sviluppi futuri del settore?
Mentre oggi la “battaglia” si consuma nelle medie e grandi imprese, specialmente dopo l’introduzione di attacchi denominati “Double Extortion”, ovvero attacchi mirati attraverso furto di dati e successivamente attraverso Ransomware a opera di gruppi criminali organizzati, la principale sfida industriale del settore della sicurezza informatica si giocherà nel campo della piccole e medie imprese (Pmi). Gli strumenti di difesa digitale sono strumenti spesso molto complessi che difficilmente riescono ad adattarsi alle esigenze delle Pmi, per questo la loro difesa è un’attività molto sfidante che prevede un importante fattore di scalabilità e di investimenti tecnologici.
Saranno interessati anche i privati e le Pmi alla sicurezza del mondo digitale?
Assolutamente sì. Le capacità degli attaccanti varia di giorno in giorno, migliorando continuamente e raggiungendo sempre un numero più ampio di vittime. Al fine di garantire un ambiente digitale sicuro per il più alto numero possibile di abitanti è necessario aumentare le attività di difesa digitale ed estenderle il più possibile.
Ramilli cosa farà da grande? E ora? Resterà a Cesena?
Cesena è la mia città. Pur avendo vissuto in altre città, estere e italiane, trovo in Cesena la mia giusta dimensione. Certo non è semplice guidare una organizzazione HighTech in Cesena, causa il ridotto numero di specializzati del settore se confrontato con città metropolitane di dimensioni maggiori (Milano, Roma, Torino, Bologna). Tuttavia credo che Cesena, Unibo e Yoroi assieme possano, ingenuamente, gettare un primo seme nel territorio e avviare una piccola (o grande?) comunità operante nella difesa del digitale.
La speranza per il futuro immediato e per quello più a lunga gittata?
Ormai non è certo un segreto, il digitale gioca un ruolo molto importante nella nostra vita, credo che il Covid-19 lo abbia evidenziato e credo che il digitale stesso sia stato un ottimo strumento mantenendoci attivi e in contatto durante questi mesi di distanziamento sociale. Tuttavia il digitale possiede il potere di essere a-territoriale e di essere a-temporale, ovvero nel digitale il tempo e lo spazio cambiano radicalmente di significato. Questo cambio di paradigma viene utilizzato da attaccanti di tutto il mondo per cercare vittime non locali e/o in modalità contemporanea. Per questo motivo per garantire un buon futuro digitale è necessaria una buona protezione. La mia speranza per il breve termine è che gli utilizzatori del digitale adottino una particolare attenzione nei loro movimenti digitali, ovvero pongano particolare attenzione a quello che “cliccano” alle email o messaggi che decidono di aprire e a cui decidono di rispondere. Nel lungo termine spero che l’uomo impari a utilizzare la tecnologia come strumento e non come fine. Che impari che la tecnologia deve essere a nostro supporto, in nostro aiuto e non in nostra sostituzione. Per fare un semplice esempio su tanti possibili, l’agricoltura contemporanea formata da macchine automatiche, utensili speciali e concimi specifici ci ha aiutato nel ridurre la fatica fisica. Questo ci ha permesso di essere un po’ “più intellettuali” e un po’ meno” fisici”. Non vorrei che l’intelligenza artificiale ci “aiuti” nel pensare di meno, rendendoci tutti un po’ ignoranti.
In conclusione, desidera inviare qualche messaggio a chi si affaccia al mondo del lavoro?
L’attuale pandemia ha avviato un profondo cambiamento culturale, fisico e imprenditoriale. Mentre prima di essa si pensava a una organizzazione “fisica” (ovvero operante nel mondo fisico) e poi si pensava alla sua proiezione nel digitale, come per esempio la realizzazione di eCommerce, oggi è vero l’opposto. È necessario pensare prima al digitale e successivamente alla proiezione fisica di esso. Questo cambia radicalmente il modo di fare impresa e cambia radicalmente il modo di pensare ai propri utenti/clienti. Avviare attività o semplicemente trovare lavoro in questo momento storico è molto complesso. Ma non restiamo con “le mani in mano”. Non attendiamo che il lavoro venga da noi, ma sfidiamolo in continuazione, proviamo a migliorarci, per esempio investendo in formazione. Andiamo alla ricerca e se non lo troviamo, creiamolo. Ho vissuto le mie più belle esperienze uscendo dalla mia “confort zone”, impegnandomi a portare innovazione in quel mondo che prima non mi apparteneva. Provate a mettervi in gioco con ingenua curiosità e tolleranza all’errore.