Cesena
Da un film classico allo spettacolo teatrale, “Fronte del porto” al Bonci
È un classico film di Hollywood. “Fronte del porto”, del 1954, nacque da una inchiesta giornalistica del “New Sun”, che ottenne il premio Pulitzer: il film, con uno straordinario Marlon Brando come protagonista, racconta la mafia portuale, e come un singolo uomo possa cambiare le cose con la propria caparbia volontà, pur fra mille disagi e problemi.
Dal porto di New York e dagli anni Cinquanta la vicenda si sposta nella Napoli degli anni Ottanta nell’allestimento curato da Alessandro Gassmann, in scena al “Bonci” di Cesena dal 25 al 28 novembre (oggi e domani alle 21, domenica alle 15,30; biglietti da 26 a 8 euro). Il testo di Budd Schulberg con Stan Silverman, con traduzione e adattamento di Enrico Ianniello, porta lo spettatore per due ore in un viaggio nel tempo, nella Napoli dei primi anni Ottanta. Il rimando è ai film poliziotteschi di quegli anni, ai colori sgargianti della moda, con una lingua napoletana che si va italianizzando. «Era quella, precisa Ianniello, un’epoca in cui la città stava cambiando pelle nella sua organizzazione criminale: gli anni del terremoto, gli anni di Cutolo».
Alessandro Gassmann ha affermato: «Cerco sempre di ricostruire mondi credibili nei miei spettacoli, pensando a ogni tipo di pubblico, nella convinzione che ora come non mai il teatro debba essere arte popolare, di difficile esecuzione ma di semplice fruizione». Lo spettacolo è estremamente funzionale, merito delle scenografie, ideate dallo stesso Gassmann: semplici quinte che grazie a sapienti giochi di luce diventano container, muri di case, interni di chiese, e muovendosi su sé stesse danno vivacità all’azione drammatica, che, come nel film originario, è in sé piuttosto statica, concentrata sugli scambi ideologici e morali fra i vari personaggi. Un altro elemento di grande suggestione è l’uso delle fotografie, che aprono l’orizzonte e permettono di sentirsi, letteralmente, nel porto di Napoli. Poi bisogna parlare del cast: ruoli principali e secondari funzionano perfettamente, e anche se non si comprenderà tutto del napoletano pronunciato dai personaggi, le situazioni sono sempre chiarissime. Plauso, naturalmente, per Daniele Russo, che scava nel suo personaggio (è il protagonista del dramma) in modo efficace, sia a livello vocale, sia di tic nervosi, rendendolo di volta in volta feroce, ingenuo, ferito, persino con lampi di tenerezza sentimentale. La sera di giovedì non c’erano molti spettatori, ma gli applausi alla fine sono stati assai sentiti e intensi.
Una curiosità: la replica di domenica 28 novembre sarà audio descritta per il pubblico con disabilità visiva. L’iniziativa si svolge nell’ambito del progetto del Centro Diego Fabbri di Forlì “Teatro No Limits”. Alla rappresentazione parteciperà un gruppo di 55 persone, tra non vedenti, ipovedenti e relativi accompagnatori, provenienti da Roma, Milano e Torino, per cui è stato preparato dal Centro un itinerario che comprende visite ai luoghi storici e culturali della città. Si aggiungono dal territorio coloro che abitualmente assistono agli spettacoli proposti e il cui numero si sta allargando di anno in anno. Per prenotazioni è possibile contattare il Centro (info@centrodiegofabbri.it – tel. 0543 30244).
Per informazioni sullo spettacolo: info@teatrobonci.itcesena.emiliaromagnateatro.com.