Dagli Uffizi a Faenza: il Polittico di Santa Umiltà torna a risplendere dopo il restauro

“Questo è il frutto di un lavoro intenso”. L’ha detto questa mattina in chiusura di conferenza stampa Roberta Bartoli, la direttrice scientifica della Pinacoteca comunale di Faenza. È grazie alla sua volontà e al suo lavoro che da oggi è visibile un capolavoro degli Uffizi di Firenze, il Polittico con le storie di Santa Umiltà del pittore gotico Pietro Lorenzetti (Siena 1280-1348), da poco riemerso da un complesso restauro durato oltre quattro anni. Il Polittico si potrà ammirare fino al prossimo 3 marzo nella Sala del Medioevo e del Rinascimento della stessa Pinacoteca. 

La Bartoli si è ingegnata e ha trovato i fondi per dare vita al progetto e non ha pesato per un solo euro sulle casse del Comune. Ha coinvolto le assicurazioni Generali e la Fondazione Prada, tra i tanti messi insieme, ma anche i suoi genitori e alcuni compagni di classe del liceo classico “Monti” di Cesena frequentato dall’esperta nella seconda metà degli anni ’70. Ha trovato tutti questi sostegni, dice, “per aiutare non me, ma Faenza”, a riemergere dopo la devastazione avvenuta in città con l’acqua che ha invaso molte vie e tantissime abitazioni e ha ferito le colline, dove le frane hanno distrutto vaste parti di territorio. 

I complimenti alla Bartoli arrivano fin da subito dal sindaco Massimo Isola. “È lei il vero motore del rinnovamento della pinacoteca”, dice in esordio di saluto alla conferenza stampa di questa mattina. Il periodo del Covid ha rappresentato una pausa, aggiunge il primo cittadino. “Oggi – prosegue Isola – inauguriamo la collaborazione con gli Uffizi e dentro gli Uffizi diffusi, un lievito per valorizzare ciò che già c’è”. E questo vale anche per Faenza, città che ha un dialogo da sempre con Firenze, dall’altra parte dell’Appennino. “Il tema della storia tiene larga parte di questo legame e questo dialogo”, tra le due città e passa anche “grazie a una straordinaria faentina, santa Umiltà”. Il sindaco parla anche di “progetto di rinascita” per Faenza. “Siamo nell’emergenza, ma siamo anche città d’arte e di cultura”. Poi ha parole di ringraziamento per i benefattori, per l’assessore regionale alla cultura Mauro Felicori e la consigliera regionale Manuela Rontini. “Oggi per noi è una bella giornata”, conclude Isola.

Don Michele Morandi, vicario generale della Diocesi di Faenza-Modigliana, dà il benvenuto a tutti nella chiesa di Santa Maria Dall’Angelo che dal 2018 è diventato uno spazio di arte e di incontri, come mette in evidenza la mostra di 11 artisti in corso sul tema dell’abitare. “L’arrivo di questo polittico – precisa il sacerdote –rappresenta l’opportunità per rileggere tutti quanti assieme la vita di questa santa. La loro presenza in città, 800 anni fa, con il loro ora et labora, modificò l’abitare di allora. Una questione di cuore e di mente, spirituale e di condivisione, oggi come un tempo”.

Santa Umilità, per il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, “è una santa che unisce la Romagna con la Toscana” e ricorda la prima presenza del Polittico restaurato per la prima uscita i assoluto, a Faenza. “L’abbiamo prestato molto volentieri a Faenza – aggiunge il direttore Schmidt – come segno di solidarietà per l’alluvione e come gesto degli Uffizi diffusi. Si tratta di un’occasione unica per Faenza, dove nasce la storia della santa”. Il direttore illustra anche la nuova teca in cui sono custodite i 22 pannelli, “un anticipo del futuro allestimento agli Uffizi”.

Madre Gian Paola Pederzoli, badessa del monastero di Santa Umiltà, parla della sua emozione nel vedere il Polittico. “Ringrazio tutti di cuore per questo grande dono, un ponte tra Faenza e Firenze. Faenza è costellata di luoghi che ricordano questa donna”. Anche per la monaca “Faenza uscirà dalla prova dell’alluvione”, e il Polittico in città è un ulteriore segno di speranza. La madre superiora ricorda l’impegno delle monache nel portare avanti l’opera della santa loro fondatrice. Da 20 anni un gruppo di laici prosegue il loro lavoro educativo con le scuole. Ora dall’oriente, in particolare dall’India, arrivano giovani monache che portano avanti la vocazione, “in modo da sostenere lo spirito di questa donna nata nel 1226, lo stesso anno in cui mori san Francesco d’Assisi”.

Il restauro è stato seguito da Daniela Parenti che ha curato anche un libro che accompagna l’opera. “Il Polittico – spiega in conferenza stampa la Parenti – è da pensare come un’unica pala d’altare. Questa pala ha seguito tutti gli spostamenti delle monache”.

L’assessore regionale Felicori si dice estasiato dalla storia della santa e dal restauro. E sottolinea la collaborazione tra Diocesi e Comune. “La cultura – mette in rilievo – in questo caso è un punto di riscatto per questa città”.

Al termine dell’incontro la Bartoli cita, tra gli altri, l’architetto Fabio Tomasetti per la realizzazione della particolare teca, “un capolavoro di ingegneria”, Alvise di Canossa che ha sostenuto le spese di trasporto, un trasporto molto particolare per cui servono dei camion come un hotel a cinque stelle”. Una citazione anche per le strette collaboratrici Paola Casto, Cristina Pirazzoli e Federica Giacomini. Un ricordo è andato anche per gli studenti della IV A del liceo Torricelli con i quali è partito un progetto pilota: faranno da ambasciatori per la visite al Polittico. Un ottimo approccio all’arte, vissuto sul campo e che unisce anche la solidarietà.

A latere della conferenza stampa abbiamo chiesto una battuta alla sopraintendente alle Belle arti di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, Federica Gonzato. “La Sopraintendenza plaude alla collaborazione tra i vari uffici che fanno capo al Ministero, che anche in questo caso specifico di Faenza dimostra di agire come una grande famiglia. Questa città romagnola, con il Polittico arrivato dagli Uffizi di Firenze arriva ai livelli delle grandi città. Una soddisfazione per tutti”. 

Le scene del Polittico

Il Polittico in mostra nella Pinacoteca comunale di Faenza, si legge nel comunicato stampa diffuso dagli Uffizi, è composto da 22 elementi, tra cuspidi, predella e 11 storie che raccontano i momenti più salienti nell’esistenza di Santa Umiltà da Faenza. Umiltà (nata nel 1226 circa e morta nel 1310) fu una donna straordinaria: in contrasto con gli schemi della condizione femminile del tempo, abbracciò la vita religiosa con grande energia e spirito di iniziativa, fondò prima un monastero a Faenza e poi, a 55 anni – età venerabile per quei tempi – attraversò l’Appennino con alcune consorelle e si trasferì a Firenze per dare vita al monastero di San Giovanni Evangelista, noto come “delle donne di Faenza”. L’itinerario della santa, venerata su entrambi i versanti della montagna, si compie oggi in senso inverso con l’attuale esposizione, a suggellare l’amicizia che nei secoli ha legato la città romagnola a Firenze, e che anche durante i gloriosi anni del Rinascimento faentino ha visto i suoi signori, i Manfredi, legati ai Medici di Firenze.

Foto di Samuele Marchi

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Di seguito, la videointervista alla direttrice scientifica della Pinacoteca, Roberta Bartoli.