Dalla scuola alla bottega, il progetto di Confartigianato

“Il lavoro non è quella cosa che produce uno stipendio da spendere nel tempo libero. Non è un incidente di percorso ma è la dimensione ideale di espressione della persona, il mezzo tramite il quale si può agire sulla realtà”.

La declinazione della parola “lavoro” data da Arturo Alberti, presidente di Romagna Solidale, ben rappresenta il senso del progetto “Bottega Scuola” di Confartigianato, presentato stamane in conferenza stampa da Giampiero Placuzzi, vice segretario, e Lorenza Fantozzi del gruppo di presidenza dell’associazione di categoria cesenate. Con loro Gabriele Savoia, coordinatore del progetto per Confartigianato, Alberti in rappresentanza delle 60 imprese aggregate nella Fondazione Romagna Solidale e Guido Pedrelli per la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, entrambe partner. C’erano anche, e soprattutto, gli studenti della IV B dell’Istituto professionale di Stato Versari Macrelli coinvolto attivamente nel percorso tutto “scuola e bottega”, accompagnati dai prof Sandra Sassi e Valter Roverelli.

Una corposa tavolata attorno al tema più caldo degli anni durante e post crisi, ovvero lavoro e giovani.

Il progetto di Confartigianato Federimpresa Cesena, giunto alla quinta edizione, è nato come ponte fattivo tra la scuola e il lavoro e riconosce nella formazione la chiave di volta per l’occupazione dei giovani.

Con la novità di quest’anno per la quale il rapporto tra la scuola e l’impresa viene costruito e coltivato prima del diploma, per poi continuare in seguito.

Del pacchetto di ore previste per legge da destinare all’alternanza scuola-lavoro, la IV B ne sta svolgendo 30 di formazione in classe tramite Formart, il centro formativo Confartigianato. Al termine cinque studenti saranno selezionati dalla scuola per svolgere 80 ore di stage presso altrettante aziende associate a Confartigianato individuate dai partner del progetto “Bottega Scuola”. Durante il periodo di stage gli allievi saranno affiancati dall’impresa-tutor e coordinati dal responsabile del progetto che insieme alla scuola ne curerà l’apprendimento. E qui sta un altro dei punti qualificanti dell’iniziativa, sottolinea il Gabriele Savoia. “L’impresa non si limita ad ospitare il ragazzo – sottolinea il coordinatore dell’intera ‘filiera formativa’ – ma deve esserne vera e propria maestra”.

“Si tratta di una co-progettazione – conferma la professoressa Sassi – finora lo studente veniva affidato al buon cuore dell’azienda, ora invece il precorso è attentamente preparato insieme dalla scuola e dall’impresa tramite Bottega Scuola”.

“Cinque anni fa quando siamo partiti – spiega Giampiero Placuzzi – dovevamo rispondere all’esigenza di trovare un ricambio generazionale adeguatamente qualificato per l’azienda. Poi nel tempo abbiamo capito l’importanza di dare un senso all’alternanza scuola lavoro trasformando un obbligo in opportunità”.

E di qui il secondo filone del progetto, già consolidato nelle edizioni precedenti. Dieci neodiplomati del prossimo mese di luglio svolgeranno un tirocinio da tre a sei mesi con tutor dieci maestri artigiani in imprese associate a Confartigianato. I neodiplomati che faranno il tirocinio quest’altr’anno andranno in continuità con l’esperienza di stage sempre nella cornice del progetto Bottega Scuola, e dentro le ore dell’alternanza scuola lavoro. Lo stesso studente passerà dallo stage al tirocinio per saltare poi, si auspica, al primo vero apprendistato.

Il lavoro sembra ad un passo, ma – ha detto Guido Pedrelli rivolgendosi ai ragazzi presenti “non illudedetevi che appena usciti da scuola andrete a lavorare. Non sarà così. Fate invece tesoro della formazione che ricevete in questo contesto, e in particolar modo in ambito professionale. L’impresa artigiana è molto richiesta, ci sarà sempre bisogno di fare piccoli lavori e chi li sa fare bene, altrettanto guadagna”.

Mariaelena Forti