Dazi Usa, una tegola per l’industria italiana

L'esperienza insegna che le sfide commerciali i vincono garantendo la libera circolazione delle merci

Tokyo, 3 febbraio 2025: preoccupazione per il crollo delle azioni dovuto all’impatto sull’economia globale della decisione del presidente Trump sui dazi per Cina, Messico e Canada. Foto Ansa/SIR
Tokyo, 3 febbraio 2025: preoccupazione per il crollo delle azioni dovuto all’impatto sull’economia globale della decisione del presidente Trump sui dazi per Cina, Messico e Canada. Foto Ansa/SIR

L’intervento del Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena

Una politica miope

La politica dei dazi può forse pagare nel breve periodo, ma l’esperienza insegna che le sfide commerciali i vincono garantendo la libera circolazione delle merci. Lo rimarca il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena composto da Daniela Pedduzza, Stefano Soldati e Fulvia Fabbri, in un comunicato inviato alla stampa. Le possibili ripercussioni sulle imprese italiane delle scelte protezionistiche da parte della nuova amministrazione Usa nel nostro Paese e nei vari territori sono state analizzate in un rapporto di Confartigianato. A risentirne sarebbero, in particolare, i settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese nella moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria che nel 2024 hanno esportato negli Usa prodotti per 17,9 miliardi di euro, con una crescita delle vendite del 3,9 per cento tra gennaio e settembre dello scorso anno.

Primo mercato per 43 prodotti

 “Per le nostre imprese – prosegue il Gruppo di Presidenza – si apre una fase da affrontare intensificando gli sforzi per assicurare l’alta qualità della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere ed apprezzare. Gli Stati Uniti sono il primo mercato nel mondo per 43 prodotti italiani, tra cui alcune produzioni ad alta tecnologia come i macchinari e prodotti con una marcata vocazione artigiana come la gioielleria e oreficeria, l’occhialeria, i mobili per la casa, le sedie e i divani, le pietre tagliate e lavorate, gli articoli sportivi, il vetro e la ceramica artistici, la coltelleria e la posateria e gli strumenti musicali”.

L’esport avrà un calo dal 4,8 al 16 per cento

“L’Italia – rimarca il Gruppo di Presidenza – sarebbe tra i Paesi più colpiti dall’applicazione di dazi Usa sui prodotti europei. Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato, dopo la Germania, per il maggior valore del nostro export (66,4 miliardi, pari al 10,7 per cento del totale) e hanno visto un boom delle nostre vendite (+58,6 per cento, pari a 24,9 miliardi di euro) tra il 2018-2023. Nel 2024 il made in Italy ha conquistato il mercato statunitense soprattutto con i prodotti farmaceutici (+19,5 per cento), alimentari, bevande e tabacco (+18 per cento), apparecchi elettrici (+12,1 per cento), macchinari (+3,7 per cento), gomma, plastiche, ceramica e vetro (+3,2 per cento) e legno, stampa e carta (+2,4 per cento)”, evidenzia l’associazione. Ora l’imposizione di dazi addizionali, nelle ipotesi del 10 per cento o del 20 per cento, farebbe calare le nostre esportazioni verso gli Stati Uniti, rispettivamente, del 4,3 per cento o addirittura del 16,8 per cento”.