Dalla Chiesa
Dedicazione delle basiliche vaticana e ostiense
Essere Chiesa… essere casa di Dio
“Con gioia e letizia celebriamo oggi, fratelli carissimi, il giorno natalizio di questa chiesa: ma il tempio vivo e vero di Dio dobbiamo esserlo noi. Questo è vero senza dubbio. Tuttavia i popoli cristiani usano celebrare la solennità della chiesa matrice, poiché sanno che è proprio in essa che sono rinati spiritualmente”. Dai «Discorsi» di san Cesario di Arles, vescovo (Disc. 229, 1-3; CCL 104,905-908)
Oggi 18 novembre, la santa Chiesa ricorda la dedicazione di due delle quattro Basiliche papali in Roma, dette anche basiliche Maggiori, sono: san Pietro in Vaticano (basilica vaticana), san Giovanni in Laterano (arcibasilica lateranense), san Paolo fuori le mura (basilica ostiense), e santa Maria Maggiore (basilica liberiana).
Il termine “dedicazione” come dovremmo sapere, sottolinea la cerimonia mediante la quale una chiesa viene destinata al culto. Per i primi tre secoli del cristianesimo non abbiamo testimonianze: dapprima i cristiani celebravano le loro adunanze e il sacrificio eucaristico nelle case, altre volte sulle tombe dei martiri nel loro anniversario, e durante le persecuzioni a Roma, nelle catacombe. Concessa da Costantino, finalmente, la pace alla Chiesa (313 d.C.) si cominciò la costruzione delle basiliche e delle chiese, e la loro dedicazione consisteva principalmente nella messa, preceduta e seguita da discorsi tenuti dai vescovi, e in elogio del fondatore della basilica: sant’Ambrogio accenna pure ad aspersioni con acqua benedetta usate in queste occasioni e con tali espressioni da far supporre essere ciò consuetudine antica. Ben presto, allo scopo di rendere più venerande le basiliche e onorare di più i santi, i cui corpi erano seppelliti fuori città, si cominciarono a trasferire sotto gli altari delle nuove chiese le loro reliquie, e allora la parte più solenne della dedicazione delle basiliche furono le trionfali processioni con le feste che ci hanno lasciate descritte sant’Ambrogio. Così la depositio martyrum si confuse con la dedicazione delle chiese, e divenne legge il riporre sotto gli altari le reliquie dei martiri. La dedicazione di una chiesa fa memoria del giorno in cui è stata consacrata.
Il 9 novembre abbiamo ricordato san Giovanni in Laterano, il 5 agosto santa Maria Maggiore. Oggi le altre due. Mi allungo con alcune notizie importanti sulle chiese della Città eterna. Famoso è il “giro delle sette chiese”, il pellegrinaggio di 20 chilometri a piedi, inventato da san Filippo Neri come contraltare allo smodato e sconcio carnevale romano nel 1550 o giù di lì. Ai suoi tempi si percorrevano in due giorni, facendo sosta negli ospedali a visitare gli ammalati. Si iniziava da san Pietro, san Paolo fuori le mura, santa Maria Maggiore, san Sebastiano fuori le mura, san Giovanni in Laterano, santa Croce in Gerusalemme, san Lorenzo fuori le mura e poi ritorno alla chiesa madre san Girolamo o santa Maria in Vallicella. Tutto rigorosamente a piedi. Ancora oggi i seguaci di san Filippo Neri lo organizzano, la sera prima della festa del 18 maggio. Il pellegrinaggio parte dalla chiesa di san Filippo verso la prima tappa: san Pietro e via via tutte le altre… Poi la mattina seguente si dovrebbe concludere il giro.
Esistono basiliche papali (minori) “fuori i confini di Roma”: la basilica san Francesco di Assisi e la basilica santa Maria degli Angeli alla Porziuncola sempre rigorosamente in Assisi.
In ultimo elenchiamo i principali santuari pontifici: santa Casa in Loreto e la basilica dedicata a santa Maria del Rosario in Pompei.