Cesena
“Dodici note solo”: la musica e le parole di Claudio Baglioni al Bonci
L’appuntamento non è di quelli che si ripropongono frequentemente: dopo vent’anni è tornato ad esibirsi a Cesena Claudio Baglioni.
È banale dirlo, ma è la semplice verità delle cose: si parla di un interprete che ha fatto la storia della musica leggera, con una carriera che si estende su oltre mezzo secolo di vita italiana.
Accusato di dedicarsi solo a temi sentimentali, senza prendere posizione sul sociale o sulla politica, ha sempre rivendicato una scelta non di indifferenza, quanto di interesse per temi più universali della vita umana, in particolare l’amore.
Claudio Baglioni si è esibito ieri sera, martedì 19 aprile, al teatro “Bonci”, con un concerto solistico: “Dodici note solo”. Solo lui sul palcoscenico, tre tastiere e tante storie da raccontare e da fare vivere e rivivere ai suoi fan appassionati.
Il tour ha debuttato il 24 gennaio dal Teatro dell’Opera di Roma, e vedrà Baglioni sui palchi di oltre 60 tra i teatri lirici e di tradizione più prestigiosi della penisola. Si tratta della prima vera tournée nei teatri, da quando la capienza è tornata al 100 per cento.
La versione cesenate dello show è stata una delle più lunghe in assoluto. La durata media è, infatti, di tre ore, con sforamenti nell’ordine di pochi minuti: questa volta lo spettacolo è durato più di tre ore e mezza. Ed è, vale la pena ripeterlo, uno spettacolo in cui Baglioni è da solo sul palcoscenico, e parla, racconta e interpreta le sue canzoni senza soluzione di continuità per tutto quel tempo. Si vede, in questi frangenti, la forza dell’interprete, la capacità dell’uomo di spettacolo di riuscire a gestire in modo efficace voce, tempo e pubblico. Gli spettatori, infatti, sono parte in causa: intervengono, dialogano, scherzano, esprimono in mille modi l’affetto per il loro beniamino. Tanto che, alla fine del concerto, decine e decine restano fuori dal “Bonci” per un ultimo omaggio, per un ultimo saluto. Questo, rimane, alla fine: al di là delle canzoni, alcune più orecchiabili, altre famosissime, altre forse non così straordinarie, resta l’affetto per un interprete che è diventato, nel corso degli anni (e dei decenni) un punto di riferimento per tanti, quasi una persona di famiglia.
Sorprendente, poi, notare come non ci sia un’unica età di riferimento: giovani, adulti, anziani sono uniti dall’affetto per un personaggio che, nel campo della musica leggera, ha pochi termini di paragone in Italia.