Domenica scorsa doveva esserci la festa della “Nove Colli” per i suoi primi 50 anni

Alessandro Spada è il presidente del Gruppo ciclistico “Fausto Coppi” di Cesenatico, la società sportiva che organizza la “Nove Colli”, la gran fondo ciclistica più grande del mondo.

Per il 2020 si erano preparate le cose in grande, visto il 50esimo anniversario della gara. La tappa del Giro d’italia govedì 21 maggio e poi la grande kermesse con i soliti 12.000 partecipanti lungo le mitiche salite di Ciola e del Barbotto, fino al Gorolo e poi giù a tutta per il rientro in riva all’Adriatico.

Spada, viste le limitazioni da Coronavirus che hanno fatto saltare tutti i programmi, domenica mattina è salito in bicicletta e ha percorso il tragitto della lunga, oltre 200 chilometri. Con lui Roberto Turroni, sempre della “Fausto Coppi”. Per 150 chilometri è stato con loro anche Marco Ravaldini, altro ciclista del medesimo gruppo sportivo, che è andato loro incontro lungo il tragitto.

Di seguito pubblichiamo alcuni pensieri che Spada ha messo nero su bianco. Vale la pena leggerli.

Siamo partiti alle 6 del mattino di domenica dalla partenza ufficiale di Cesenatico dove casualmente ci siamo ritrovati con altri quattro ciclisti, tra cui Dalia Muccioli e Samuele Lacchini. C’erano altri che non conosco.

Siamo stati assieme, ma distanziati, sino all’inizio della salita di Bertinoro, poi gli altri capitanati da Dalia hanno preso il largo. Siamo rimasti io e Roberto. Abbiamo incontrato qualche altro ciclista isolato o in coppia di amici che stavano facendo la Nove Colli ed è stato bello incontrarsi, salutarsi e scambiare due chiacchiere rigorosamente distanziati.

Sosta obbligata al bar del Barbotto dall’amico Francesco per un ottimo ristoro e il caffè. Altra sosta a Perticara per il dolcetto del minatore.

Non avendo l’allenamento entrambi abbiamo avuto momenti difficili. Roberto ha sofferto i crampi nelle ultime due salite. L’apporto di Roberto soprattutto nella parte finale è stato fondamentale. Lui voleva fare solo la 130 km. L’ho convinto io a fare la lunga. Anche il supporto di Marco è servito soprattutto per il morale.

A me si è spenta la luce alla fine del Gorolo sino alla sosta al bar a Borghi. Poi giù fino a Cesenatico.

Direi che in questi 205 km di pedalata ho avuto modo di riflettere tanto. Innanzitutto alla pandemia dovuta al Covid a tutti coloro che sono venuti a mancare e quelli che si sono ammalati. A quello che ci ha portato via in questo periodo questo virus, dalle libertà individuali, allo stare assieme. Non dimentichiamo il disastro economico che ha portato e che sta portando a tante famiglie e a tante aziende.

Poi ho pensato che questa settimana sarebbe stata l’apoteosi del ciclismo professionistico e amatoriale concentrato in Romagna. Con le tre tappe del Giro che arrivavano, la tappa di Cesenatico che percorreva per intero il percorso della Nove Colli che quest’anno festeggia i 50 anni.

Ho pensato ai soci del G.c. “Fausto Coppi”: sarebbe stato il più grande regalo questa settimana per gli sforzi fatti in questi 50 anni. La colonna portante della Nove Colli sono proprio loro i soci del G.c. “Fausto Coppi” assieme a tutti gli altri amici volontari. Comunque ci rifaremo nel 2021.

Io avevo bisogno di liberare tutte le emozioni che avevo dentro, l’ho fatto pedalando la Nove Colli. Perchè come dice Vasco Rossi le emozioni le devi far vivere se non vuoi che ti uccidano.