Diocesi
Don Giorgio Bissoni in dialogo con il Corriere: “La Chiesa è missionaria. Cambiano i modi, non la sostanza del Vangelo”
Don Giorgio Bissoni è ripartito da Longiano, sua terra di origine dove vivono le famiglie delle sorelle e dei nipoti, poche settimane per fare ritorno a Carupano, in Venezuela. È morto ieri sera in seguito a un incidente stradale causato probabilmente da un malore.
Lo scorso anno venne sempre nel periodo estivo. In quella occasione pubblicammo un’ampia intervista a lui e a don Derno Giorgetti, sacerdote fidei donum che con don Giorgio ha condiviso anni di vita in missione nel grande Paese sudamericano. Don Derno si trova ora a Cesena.
L’intervista è stata curata da Sabrina Lucchi e pubblicata sul Corriere Cesenate del 14 luglio 2022. Don Giorgio racconta della missione diocesana in Venezuela tra storia e attualità: parla della nascita e degli sviluppi, la pastorale, le attività e strutture in aiuto alla popolazione stretta tra bande armate, droga e inflazione. Di come si vive oggi. “La vita in Venezuela è difficile. Grande è la preoccupazione per le giovani generazioni. Ma la gente continua a mettersi in gioco”, le sue parole. E a proposito delle sue ceneri…
“In vacanza? Noi siamo sempre in vacanza!”
Una vita in missione, la loro. E in queste settimane, in vacanza a casa nelle loro amate terre del Rubicone, tra Calisese e Longiano. “In vacanza? Noi siamo sempre in vacanza!”: è un sorriso scanzonato quello che si nasconde sotto alla lunga barba di don Giorgio Bissoni, classe 1940, sacerdote “solamente” – come dice lui – dal 1964 e in missione dal 1965. Nelle calde terre dell’America Latina e dal 1977 in Venezuela nella parrocchia di Pariata (diocesi di La Guaira) è stato raggiunto da don Derno Giorgetti, originario della parrocchia di Bulgaria e sacerdote dal 1974. Insieme, fanno più di cent’anni di vita in missione. Un “fuoco” che ancora arde nei loro racconti, senza farsi sconti: “Le nostre ceneri? Qui in Italia fa troppo freddo… poi ci viene il raffreddore”, dice don Giorgio.
Li abbiamo incontrati nei giorni scorsi nell’ufficio missionario in Curia a Cesena, insieme al direttore dell’ufficio don Simone Farina, prima del rientro di don Giorgio per il Venezuela il 23 luglio, “se Dio vuole”, specifica lui stesso. Il rientro di don Derno in Venezuela è programmato per i prossimi mesi.
Un po’ di storia
La missione in Venezuela è uno dei frutti diocesani al Concilio Vaticano II: in quegli anni l’allora vescovo Gianfranceschi prese contatti con un vescovo venezuelano che chiese la disponibilità di sacerdoti missionari italiani. In più di quarant’anni di Venezuela i due sacerdoti fidei donum – “dono di fede” per indicare preti, diaconi e laici diocesani che vengono inviati in un territorio di missione, tramite una convenzione stipulata tra il vescovo che invia e quello che riceve i missionari – hanno visto il Paese venezuelano cambiare faccia.
Negli anni Settanta e fino al 1983 il Paese sudamericano poteva contare su risorse sue e un alto prezzo del petrolio. Dal 1983 è iniziata la fase discendente, caratterizzata da una forte inflazione: “Un pacco di farina di mais costa 1,20 euro. Se la paga media venezuelana è di 30 euro al mese, come accompagnare con il companatico? – porta ad esempio don Derno -. Il bolivar è svalutato: per acquistare un pollo occorre una sportina di banconote. E quando lasciano i bolivar come questua in chiesa, significa che proprio valgono poco poco…”.
Dopo anni di emigrazione in cui 5 milioni di venezuelani si sono spostati in Colombia, Perù, Cile, Argentina…, ora le famiglie si sostengono con quanto arriva da familiari all’estero. “Resta così indietro la salute e la formazione scolastica. È difficile anche trovare insegnanti disposti a insegnare: la loro paga è inferiore rispetto a quanto spendono nell’autobus per raggiungere la scuola”, sono le amare constatazioni. “I primi tempi di missione sono stati dedicati alla conoscenza delle persone e dell’ambiente. “C’era una sola chiesa – riporta don Derno – e io mi dedicavo alla formazione dei catechisti e dei gruppi giovanili. Molto si è seminato, e ancora oggi se ne vedono i frutti, con adulti ben formati nella fede. A Pariata venne allestito un ambulatorio di ‘attenzione medica’ ancora oggi operativo: sulle pareti vi è la foto di don Giorgio accanto a quella di José Gregorio Endarders, in processo di beatificazione”.
Nel 1987 la missione diocesana si è spostata nella cittadina di Guiria (diocesi di Cumanà), 20mila abitanti sulla costa a est del paese: “C’era un porto internazionale, ora distrutto, le famiglie avevano il frigorifero e l’ambiente era vivace. Solo, le distanze erano importanti – prosegue il racconto don Derno – La regione era ampia. Dal 2000 dalla Diocesi di Cumanà è nata quella di Carupano, dove dunque è attiva la missione diocesana.
Il territorio diocesano ha risposto con sensibilità e generosità a quanto veniva chiesto in aiuto alla diocesi gemellata dall’altra parte del mondo. È dei primi anni Novanta un incontro-testimonianza al teatro “Bonci”, alla presenza dell’autista factotum e grande collaboratore Asdrubal. L’iniziativa diede un forte impulso missionario diocesano.
In quegli anni nacque il centro di formazione “Sant’Antonio – Cefisa”: una scuola di avviamento al lavoro dove si imparava a fare di meccanica, saldature, costruzioni, segretariato e dattilografia. “I laboratori vennero allestiti grazie al contributo fondamentale arrivato da Cesena-Sarsina, sia in denaro che in risorse. Vi hanno partecipato migliaia tra ragazzi e adulti – spiega don Giorgio -. Don Crescenzio Moretti coinvolse imprenditori cesenati che diedero forte impulso al progetto. A Macuro, zona più lontana della parrocchia raggiungibile ancora oggi solo in barca, venne fatta una succursale dedicata alla pesca”.
Preparazione ai sacramenti, incontri per giovani e adulti, formazione dei catechisti. E celebrazioni di tante Messe. L’impegno pastorale di don Giorgio e don Derno si è moltiplicato nei tanti anni in Venezuela. Don Derno è anche insegnante presso il Seminario locale di Sacra Scrittura, e da diversi mesi cura per il Corriere Cesenate il commento al Vangelo.
Nella parrocchia San Rafael, a Carupano, nel 2005 è sorta la casa “Sant’Ana”. “Merito suo!”, dice don Derno indicando don Giorgio. Strutturato su due piani – “e ci sarebbe la possibilità di proseguire per un terzo piano”, sottolinea don Giorgio -, è composta da sale polivalenti dove si tengono corsi pastorali per la formazione cristiana. È anche sede della “Casa della Carità” dove è allestito un ambulatorio medico. E della mensa che prepara un pasto al giorno a circa 100 persone e distribuisce alimenti a 90 famiglie. Oggi “Sant’Ana” è gestita dalla Diocesi di Carupano: al vescovo James è affidata la responsabilità, e padre Jesus ne cura particolarmente l’attività della Caritas. “È a tutti gli effetti un centro diocesano, di formazione e attivismo sociale – dice don Giorgio – vi collaborano enti come Infanzia Missionaria e Medici Senza Frontiere. Noi continuiamo a offrire una fattiva collaborazione”.
E oggi come si vive?
“La vita in Venezuela è difficile. Vi sono bande armate che intimoriscono e controllano i ‘cartelli’ della droga. È la droga che mantiene il Paese. E lo Stato è connivente”, sottolinea don Derno. L’accento romagnolo ha lasciato spazio a cadenze spagnole, con sguardo positivo: “La gente continua comunque a mettersi in gioco – sottolinea don Giorgio -. Negli ultimi due anni le coltivazioni hanno reso bene, e questo è incoraggiante per un ritorno al lavoro della terra. Si sta attivando un sistema cooperativo per la produzione di alimenti necessari ad arginare la denutrizione infantile: viene preparato una speciale ‘pappa’ energetica composta dalle arachidi tostate ‘mani’, semi di aconjoli (sesamo) e melasse di zucchero: questo ‘manà’, come le chiamano le suore che ne curano la produzione, è un nutriente straordinario che viene distribuito alle mamme che periodicamente sono seguite dagli ambulatori del Sant’Ana. C’è un cammino da ripensare dopo questa crisi Covid che in Venezuela è stato particolarmente pesante. La crisi deve generare qualcosa di nuovo. Molti sono anche i disillusi: le giornate trascorse in fila a fare benzina è un segno dei tempi”.
Vangelo e donne per ripartire. La Chiesa è missionaria: cambiano i modi, la sostanza no di certo
Cosa serve per una ripartenza? “Sicuramente, il Vangelo. E intraprendere uno stile diverso – continua don Giorgio -. La Chiesa è missionaria: potranno cambiare i modi, la sostanza no di certo. Il Vangelo ancora funziona e le persone ancora vi si innamorano e partecipano alle celebrazioni e alle attività con gioia. Confidiamo molto sulle donne, grandi lavoratrici e perno della società venezuelana”. La preoccupazione è per le giovani generazioni: “Il Governo non propone loro niente di serio e di continuo, le scuole sono un disastro… come possono loro prendere sul serio la propria formazione?”.
Carupano, la parrocchia diocesana al di là dell’oceano
La missione diocesana in Venezuela è stata animata da diversi sacerdoti di Cesena-Sarsina che negli anni vi hanno dedicato energie, risorse, cuore.
Tutti i vescovi vi hanno fatto visita, oltre a diversi sacerdoti, diaconi e laici. Grande è stato l’aiuto dei sacerdoti nella pastorale e nelle celebrazioni: don Dante Moretti, originario di Gattolino, era attivissimo nella pastorale familiare, “e tuttora a Guiria vengono utilizzati i sussidi da lui scritti”, sottolinea don Giorgio. Tanti gli anni dedicati alla missione in Venezuela da don Crescenzio Moretti. E ancora, l’allora diacono Renato Baldazzi e l’allora vicario don Tarcisio Bertozzi. “Nel 1993 vennero consacrati della Comunità del Padre Nostro. E diversi i laici che ci aiutarono con i giovani, i catechisti, nelle celebrazioni. In quegli anni, tutte le domeniche celebravamo nelle 20 comunità sparse nella grande parrocchia. La costanza delle celebrazioni fu molto importante. Ora che il sacerdote visita le comunità più raramente, vi è stato un moltiplicarsi di evangelici e Testimoni di Geova: dove non va il cattolico, subito prendono spazio altre realtà…”.
Diocesi, ieri e oggi
Allora studente di Teologia, don Simone Farina ha visitato la missione diocesana di Carupano nel 2012. Negli anni la Diocesi ha continuato a sostenere l’attività della missione con raccolte di fondi in occasione dell’Avvento. “La missione in Venezuela è conosciuta per la sua storia: è l’unica cresciuta e animata da nostri sacerdoti inviati fidei donum. Stiamo pensando alla formazione di un gruppo diocesano, sacerdoti e laici, che potrebbe gustare un poco l’esperienza in terra venezuelana: aiuterebbe a rinfrescare il legame. Come comunità diocesana siamo chiamati a curare l’accoglienza di quei giovani seminaristi e sacerdoti venezuelani che arrivano da noi per approfondire la propria formazione universitaria e pastorale – sono le parole di don Simone Farina -. Già esperienze ce ne sono state, che hanno visto la partecipazione di parrocchie come San Giacomo e San Paolo, e altre sono ora in corso. Curare questa accoglienza è segno di fraternità e condivisione non solo con la comunità sacerdotale, ma anche con la comunità parrocchiale che li ospita”.