Don Lorenzo Milani, cento anni e un pensiero ancora attuale

Il pensiero di don Lorenzo Milani si riflette quanto mai attuale a distanza di cent’anni dalla nascita. Lo ha ricordato l’associazione Benigno Zaccagnini (presieduta da Damiano Zoffoli) dedicandogli, il 13 ottobre al Palazzo del Ridotto, un convegno per ripercorrerne l’esistenza rivoluzionaria, conclusasi a soli 44 anni nel 1967.

Don Danilo Manduchi (vicario all’economia della diocesi di Rimini) ha tratteggiato la biografia di don Lorenzo, passato da una vita agiata con velleità artistiche ad una conversione al cristianesimo e alla scelta di farsi sacerdote. Fino alla promozione-punizione del giovane prete a priore di Barbianachiesa sperduta nei boschi di Vicchio del Mugello.

Nel corso della serata è stata sviscerata in particolare la ‘Lettera ai giudici’, scritta in occasione del processo che nel 1965 vide don Milani accusato per aver difeso gli obiettori di coscienza. «Era un’epoca in cui i giudici avevano un potere conservativo, quasi reazionario, fu solo in quell’anno che entrarono in servizio le prime donne magistrate mettendo fine alle discriminazioni – ha affermato David Ermini, già vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, intervenuto al convegno –. E don Milani si è rivolto a loro con parole da profeta».

Scrive infatti don Milani nella ‘Lettera ai giudici’ : «La scuola è diversa dall’aula del tribunale. Per voi magistrati vale solo ciò che è legge stabilita. La scuola invece siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. È l’arte di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità, dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico. La tragedia del vostro mestiere di giudici è che sapete di dover giudicare con leggi che ancora non son tutte giuste».

E quando le leggi non sono giuste, per il sacerdote ed educatore fiorentino, bisogna battersi per cambiarle. «Un aspetto tuttora attuale: si pensi alla giudice di Catania che non ha applicato il decreto Cutro perché ritenuto illegittimo – ha evidenziato Ermini -. Come comportarsi di fronte a norme che violano i nostri principi? Ai suoi ragazzi don Milani ha insegnato l’assunzione di responsabilità ed essere testimoni per sé stessi e per gli altri. Oggi invece l’esempio è venuto meno».