Lettere
Don Luigi Moretti sull’omelia di don Paolo Pasolini: “Fare campagna antivaccino è da irresponsabili”
Sul clamore e sulle polemiche suscitate dall’omelia pronunciata domenica scorsa dal sacerdote diocesano don Paolo Pasolini, ha scritto una lettera al nostro direttore il confratello nel sacerdozio don Luigi Moretti.
Di seguito il testo.
Caro direttore, t’invio questa riflessione sull’omelia di don Paolo Pasolini di domenica 21 marzo.
Ho ascoltato l’omelia di don Paolo Pasolini in Internet. La prima parte in cui ha fatto il commento alla pagina del Vangelo è bella. La mia riflessione si riferisce solo alla parte in cui egli ha parlato dei vaccini e non riguarda tanto quello che ha detto, ma piuttosto quello che ha omesso.
Ecco una parte di quello che ha detto: “Gli ingredienti dei vaccini sono tirati fuori da parti organiche di feti vivi abortiti, ceduti e venduti ad aziende, fra cui anche AstraZeneca. Non ci rendiamo conto che dentro tutta questa macchina retorica del bene comune, in realtà, c’è dietro un mondo mostruoso, dove la vita degli altri (secondo me, qui don Paolo si è confuso perché voleva dire la morte degli altri, infatti, subito dopo cita mors tua vita mea) è la nostra vita. Le persone, da 14 mesi, stanno imparando a non morire con il ‘si salvi chi può’, citando addirittura il detto latino ‘mors tua, vita mea’”. Lascio a chi è competente il dovere di controllare la veridicità delle affermazioni di don Paolo. Aggiungo, però, che mi sembra per lo meno imprudente sostenere con la sicurezza che ha ostentato don Paolo, certe affermazioni sul processo di ricerca e produzione dei vaccini, soprattutto in questo tempo in cui le notizie false si diffondono in maniera esponenziale in tutto il mondo.
Don Paolo ha omesso di presentare e spiegare questa saggia dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede, sottoscritta da papa Francesco: “Quando non sono disponibili vaccini contro il Covid-19 eticamente ineccepibili è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione”.
L’omissione di don Paolo è imperdonabile, e ancora peggio se fosse volontaria, e ha prodotto un grave danno in chi ha ascoltato la sua omelia, in presenza o online, e potrà continuare a produrlo in chi la leggerà o l’ascolterà in Internet o nei vari social network, in Italia e in tutto il mondo.
Per essere più chiaro, spiego il danno che don Paolo ha prodotto con la sua omissione, usando questo esempio. Immaginiamo che io, durante una conferenza online, dica che è stato scoperto e comprovato che nell’acqua del sottosuolo di tutto il pianeta Terra c’è una piccola dose di veleno. Questo, in pratica, significa dire che in tutte le case del mondo arriva acqua un po’ avvelenata. Immaginiamo, però, che io ometta di assicurare che questa piccola dose di veleno non costituisce nessun pericolo per la salute di chi beve l’acqua, perché il fisico umano ha i suoi anticorpi per difendersi. L’effetto di questa mia omissione sarà che molte persone smetteranno di bere l’acqua e, di conseguenza, moriranno perché senz’acqua non si vive.
Sostituendo l’acqua con il vaccino contro il Covid-19, si capisce l’enorme danno che ha causato la gravissima omissione di don Paolo. Infatti, egli, anche se non l’ha detto espressamente, in pratica, ha invitato a non andare a vaccinarsi e questo sarebbe come invitare a non spegnere il fuoco che ti sta bruciando la casa. Di conseguenza, alcune o molte persone potrebbero decidere di non vaccinarsi. Dato che il vaccino è l’unica maniera per eliminare il Covid-19, se non ci si vaccina il virus continuerà a diffondersi nel mondo e diventerà sempre più lunga la lista dei morti.
In questo tragico momento, in cui ogni giorno è molto alto il numero degli infettati e soprattutto dei morti, e tutti i Governi del mondo sono impegnati al massimo per vaccinare tutti nel più breve tempo possibile, perché il vaccino è l’unica arma che può eliminare il Covid-19, fare campagna anti-vaccino è da irresponsabili. Infatti, siamo tutti nella stessa barca e ci salviamo tutti insieme o affoghiamo tutti insieme. Questo è il messaggio di vita che dobbiamo diffondere sempre. Questo ci chiede il comandamento: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Per tentare di arginare il danno causato e impedire che si diffonda ancora di più, come confratello nel sacerdozio, io suggerisco a don Paolo di fare il prima possibile, in pubblico e online, un intervento per chiedere scusa per la sua imperdonabile omissione, per presentare e spiegare la dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede e invitare calorosamente tutti a vaccinarsi per difendere la propria salute e quella degli altri.
Don Luigi Moretti