Cesena
Donacibo e la sintonia con gli studenti di oggi “Il dolore, se condiviso, si porta meglio”
Dai ragazzi che sembrano più difficili nascono gli incontri più belli. Mi è sempre successo. Ed è capitato anche stamattina. Con Francesca Amadori sono andato all’istituto superiore di Savignano sul Rubicone dove avremmo dovuto portare la nostra esperienza di volontari del Banco di solidarietà in vista delle giornate del Donacibo.
Abbiamo incontrato non so quanti studenti. Siamo entrati in questa scuola in cui le classi condividono gli spazi, in un ambiente ben organizzato. anche se trovare una classe, per un estraneo, è come giocare a battaglia navale. Si va nell’aula XXX dove a quell’ora c’è una prima dell’Iti. E allora si va, anzi, noi andiamo e non sappiamo quello che ci aspetta.
Le classi del liceo, ma anche quelle del professionale indirizzo moda dove la maggioranza degli studenti è donna, possono apparire difficili, ma in breve si riesce a stabilire un contatto. In questa prima dell’Iti indirizzo meccanica la situazione appare più complessa. Si fa fatica a tenere l’attenzione. A Francesca e al sottoscritto non riesce di catturare il loro ascolto, anche se siamo esterni e un certo timore potremmo anche portarlo. Invece non scatta la scintilla. Difficilissimo mettersi in sintonia con chi sta smanettando forse in un gioco che coinvolge diversi tra quelli che sono in classe.
Finché a Francesca non esce una frase che mi accende la lampadina. “Qua – dice – non vedi Francesco, a loro interessano molto le moto”. Mi si apre un mondo. “Sapete ragazzi – dico – che ieri sono stato al funerale di Federico Para (cfr pezzo a fianco), a Cesena, lo studente dell’Itt “Pascal” morto sabato scorso?”. Si fa subito silenzio.
Comincio a dire che avevo seguito il funerale per poi scriverne. Che avevo pubblicato testo, foto e un video, con i motociclisti che rombavano all’uscita della bara dalla chiesa di San Rocco. Il silenzio diventa assoluto. Tutti ascoltano. Il prof mi lancia un altro assist. “Qua se vuoi – mi dice – possiamo vedere il video sulla lavagna interattiva”.
È così che si stabilisce un rapporto intenso con questi ragazzi che fino a qualche attimo prima sembravano tanto insensibili al tema del Donacibo. “È la stessa condivisione – proseguo nel mio breve intervento -. Percorrere un tratto di strada assieme, come hanno fatto i tanti che ieri erano al funerale. Perché il dolore, come può essere la difficoltà nel potere fare la spesa, se è condiviso, si porta meglio. Questo è quello che facciamo Francesca e io quando andiamo nelle famiglie. Ed è quello che potete fare voi. E in certe situazioni, come è capitato alla famiglia e agli amici di Fede, in certe situazioni drammatiche, si comprende cosa ha valore e cosa no”.
Alla fine sintonizziamo i cuori. In un attimo mettiamo insieme anche le nostre vite, nonostante l’ampia distanza di età e di interessi tanto diversi. Sul senso della vita, Francesca e io capiamo in breve, il desiderio rimane sempre lo stesso.