Donati tanti arredi nuovi all’Hospice di Savignano

Due nuove donazioni di arredi per l’Hospice di Savignano sul Rubicone sono state consegnate ieri, giovedì 16 novembre.

La ditta Servicefest di Giuseppe Raggini, in occasione del trentesimo anniversario dell’azienda, ha donato gli arredi per sette stanze di degenza (armadi, tavolini e poltrone in legno imbottite), gli arredi per la stanza-guardiola infermieri (armadio farmaci con cinque ante a ripiani dotato di barra per scala e tesoretto, piano di lavoro, cassettiera su ruote, tre sedie su ruote), e per lo studio-accoglienza (armadio a ripiani con sei ante e tesoretto, piano di lavoro sagomato, cassettiera su ruote, mensola, due sedie, due sedie su ruote).

Inoltre due cittadini, Gianluca Evangelista e il cognato Stefano Tani, in memoria della sorella Raffaella, hanno donato all’Hospice di Savignano gli arredi per quattro stanze di degenza (armadi, tavolini e poltrone in legno imbottite).

La dottoressa Elena Amaducci, responsabile della Struttura semplice Cure palliative Cesena e Hospice Savignano, a nome di tutta l’equipe, ha ringraziato i donatori per “la generosità e la sensibilità dimostrate nel fornire il loro sostegno con queste preziose donazioni che hanno consentito di rinnovare gli ambienti, rendendoli più accoglienti e confortevoli per il servizio ai malati, e migliorare la qualità dell’assistenza”.

“Quest’anno – spiega Giuseppe Raggini – ricorre il trentesimo anniversario della costituzione della cooperativa Servicefest. Non era un traguardo scontato visto che il periodo Covid ha messo a dura prova anche le aziende come la nostra, che operano nel settore delle feste, sagre e concerti. Nonostante tutto, quest’anno abbiamo pensato di supportare un’importante realtà come quella dell’Hospice di Savignano, considerata la competenza e umanità dell’equipe che lavora in questa struttura, non solo nei confronti dei pazienti, ma soprattutto nei confronti dei familiari. Siamo noi a ringraziare voi e ci rendiamo disponibili con un altro intervento futuro a completare la nostra opera”.