Donne in carcere. Le foto di Giampiero Corelli a Lugo. “Quest’anno già 20 suicidi nei penitenziari italiani”

“Domani faccio la brava” la mostra di Giampiero Corelli sulle condizioni delle donne nelle carceri italiane arriva a Lugo. Ieri l’inaugurazione alle Pescherie della Rocca dove i suoi scatti resteranno esposti fino al primo aprile.

La mostra arriva a Lugo dopo aver visitato diverse città italiane. La “prima” era stata a Ravenna, a Palazzo Rasponi delle Teste con il supporto del nostro settimanale. Poi Bologna, Cesena, Rimini, Reggio Calabria. 

Quello di Corelli è un viaggio in 13 istituti penitenziari italiani, da nord a sud, per documentare le donne nelle carceri, i loro volti, storie e racconti di vita che consentono anche a chi non ci è mai entrato in carcere di riflettere sulla poco illuminata condizione delle donne negli istituti penitenziari. 

Un tema contro, come ha più volte sottolineato il direttore del nostro giornale, Francesco Zanotti: “Non fa prendere lettori, anzi li fa perdere – ha detto ieri all’inaugurazione – ma parlarne fa parte della nostra missione, quella di dare voce a chi non ce l’ha. Questa mostra racconta di più di quel che dicono le foto”.

“Parlare di carcere non frutta – ha confermato il presidente dell’associazione Avvocati Lughesi Andrea Valentinotti -. È un non luogo. E qui vorrei ricordare le tante persone che sono detenute nelle carceri italiane, da innocenti, perché sono in custodia cautelare. Molte di loro non sono in carcere per colpa ma per povertà. E noi avvocati spesso siamo, per loro, gli unici riferimenti. Sono già 20 i suicidi che si sono verificati nelle carceri italiane nel 2024. Chi è dentro sa di non avere prospettive. Sono persone abbandonate dalla società”.

Purtroppo non è teoria. Ieri a Lugo Donatella Marchese, ex detenuta che oggi è tornata a fare il suo lavoro di imprenditrice a Ravenna lo ha raccontato a partire dalla sua testimonianza diretta: “Nei luoghi che vedete, io sono stata per 14 mesi. Possono sembrare pochi ma in carcere 14 mesi sono 10 volte tante. I giorni e, soprattutto, le notte non finiscono mai. Anche io ho pensato al suicidio, più volte nei primi giorni, ma poi il ricordo delle persone che avevo fuori ha preso il sopravvento”. È questo che le ha salvato la vita, ha spiegato Donatella: “Io avevo una famiglia e un lavoro e quando sono uscita erano lì. È una fortuna che non tutti hanno. Ora vedo persone letteralmente ‘buttate’ lì. E il dramma nel dramma è quello delle persone che hanno problemi psichiatrici, letteralmente buttate lì e riempite di psicofarmaci”.

“Qui ci sono due mostre in una – ha spiegato Corelli -. La prima che avevo fatto all’inizio del 2000 e, nelle foto a colori, gli scatti che ho realizzato tra il 2022 e il 2023. Un lavoro impegnativo perché entrare nelle carceri è complicato. Devo ringraziare le donne che stanno in carcere. Le detenute soffrono due volte: per la loro condizione e per quella delle persone che le aspettano, fuori. Dobbiam dare luce a quello che vivono, a prescindere dal reato che hanno commesso. Queste donne dicono che ci sono anche loro”

“Un tema estremamente delicato che rischia di esser trattato in modo superficiale quello che vediamo qui – ha aggiunto Michelangelo Vignoli di Coop Alleanza 3.0 che ha sostenuto la mostra -. Coop ci ha creduto perché è impegnata a sostenere le associazioni che difendono le donne. C’è tanto da fare per i diritti delle persone che sono in carcere”.

“Siamo molto orgogliosi di ospitare la mostra di Giampiero Corelli a Lugo nel contesto delle iniziative proposte per l’8 marzo e per proseguire in un racconto della donna sotto molteplici aspetti – spiega l’assessora alla Cultura Anna Giulia Gallegati -. È un altro tassello della vasta riflessione sulla condizione della donna nella società, sulle disparità e la continua lotta per la conquista di stessi diritti e opportunità”. 

La mostra sarà aperta il mercoledì (giorno di mercato) dalle 10 alle 12, il venerdì dalle 17 alle 19, sabato e domenica (e festivi) dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

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