Dall'Italia
Draghi al Meeting, un applauso senza fine. “Questo entusiasmo vostro mi colpisce molto in profondo. Voi siete la speranza della politica”
Mario Draghi al Meeting, applausi a scena aperta per diversi minuti. Tutti in piedi nell’auditorium della Fiera per accogliere il presidente del Consiglio che torna al Meeting dopo due anni. Sono state numerose le interruzioni all’intervento del premier che ha raccolto un sostegno incondizionato da parte del popolo di Cl. “Perché ce lo siamo fatti scappare uno così”, è il commento a caldo di diversi presenti all’uscita dall’incontro.
I favori per Draghi sono stati a tratti anche sorprendenti. “Non ho mai sentito tanti applausi e per giunta con tutti in piedi, se non forse a qualche santo che è passato da qua in questi anni”, dice una donna che di Meeting se ne è fatti parecchi. Altri commentano che “Draghi è stato un vero signore, senza una sbavatura e senza togliersi nessun sasso dalle scarpe. Ha affrontato questioni concrete e non si è mai lasciato andare a proclami”.
Il presidente del Consiglio ha saputo sintonizzarsi sulle onde non solo del Meeting, come è successo questa mattina, ma di buona parte del Paese che gli riconosce un’autorevolezza unica che è stata capace di fare tornare L’Italia protagonista in tutti i consessi internazionali.
“Grazie, grazie per il calore di questo applauso. Grazie per la vostra accoglienza – dice quasi commosso Draghi prima di svolgere la sua relazione con la quale tocca una lunga serie di argomenti -. Questo entusiasmo vostro mi colpisce molto in profondo. Quanto dico si applica a tutti i giovani come voi, Parlerò soprattutto ai giovani in questo momento. Voi vivete la politica come ideali da condividere, impegno sociale per la loro affermazione, e soprattutto la testimonianza di una vita coerente con questi ideali. Voi insieme riflettete, combattete, sperate, costruite. Ecco perché questo vostro entusiasmo oggi e questa accoglienza mi colpiscono molto: voi siete la speranza della politica”.
Dopo parole come queste piene d’affetto e di stupore, il feeling tra Draghi e la platea con circa tremila presenze in sala si consolida ancora di più. Il premier illustra le idee che hanno guidato l’agire del governo, crescita sostenibile, debito buono, sostenere i deboli e i giovani, per citarne alcune. Argomenti che furono citati nel medesimo contesto due anni fa, quando ancora non era l’inquilino di palazzo Chigi.
Nelle difficoltà della pandemia, dice Draghi, “gli italiani hanno reagito con coraggio e concretezza”. Fa leva sui sentimenti: “Insieme abbiamo dimostrato ancora una volta che l’Italia è un grande paese”. Invita tutti a partecipare al voto del 25 settembre e prende l’occasione del palco del Meeting per ringraziare quanti hanno lavorato con lui in questo anno e mezzo. “Guidare l’Italia è un onore per cui sono grato al presidente Mattarella, al Parlamento e alle forze politiche che ci hanno sostenuto, a tutti gli italiani che come voi mi hanno accompagnato con il loro affetto”.
Poi accenna al prossimo governo, “qualunque sia il suo colore politico” e si dice sicuro che riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili. “L’Italia ce la farà, anche questa volta”.
Draghi cita i risultati ottenuti durante la pandemia, “il governo ha scelto nel suo insieme con coraggio e senso di responsabilità”, quindi tocca l’argomento crisi energetica e interviene sulla dipendenza del gas russo. “Si parla molto di sovranità, ma dipendere, come è accaduto in passato, per quasi metà delle proprie forniture di gas da un Paese che non hai mai smesso di inseguire il suo passato imperiale è l’esatto contrario della sovranità. Non deve accadere mai più”.
Draghi si prende ancora applausi anche quando parla di un fisco più equo e di evasione che “non può essere né tollerata né incoraggiata”. Dice dei progressi del Pil, maggiori rispetto a gran parte del resto d’Europa, ma non si nasconde i bassi stipendi, la pandemia e l’inflazione che colpiscono i più deboli. “Questa è stata la nostra agenda sociale – sottolinea: crescita, occupazione, dare agli anziani dignità nella vecchiaia, ai giovani fiducia e mezzi per raggiungere i propri obiettivi”. Su protezionismo e isolazionismo aggiunge: non coincidono con il nostro interesse nazionale. “L’Italia non è mai stata forte quando ha deciso di stare da sola”. il nostro Paese “ha bisogno di un’Europa forte quanto l’Europa ha bisogno di un’Italia forte”.
Del Pnrr dice che è “una prova essenziale della nostra credibilità” proprio quella che tutti gli riconoscono, anche oggi, qui al Meeting. L’erogazione dei 200 miliardi di euro “dipende dalla nostra capacità di realizzare le politiche innovative che abbiamo ideato nei tempi stabiliti – come abbiamo fatto sinora”, lanciando un chiaro messaggio a chi lo seguirà alla guida dell’esecutivo.
Sulla guerra in Europa dice senza mezzi termini che l’Italia è al fianco del popolo ucraino, del suo diritto a difendersi e decidere del proprio destino”, una posizione “che ha incrociato il grande senso di solidarietà degli italiani, con la loro commovente accoglienza dei profughi nelle case, nelle scuole, nelle parrocchie”.
Sul suo futuro e sulla possibile agenda Draghi, una sorta di “proposte da lasciare al prossimo governo”, aggiunge che saranno gli italiani, con il loro voto, “a scegliere i loro rappresentanti per la prossima legislatura e quindi il programma del futuro esecutivo. Io posso solo fare – come fatto oggi con voi – una sintesi dei principi e del metodo che hanno guidato l’azione del nostro governo e dei risultati che ne sono conseguiti”. Poi parla di verità e di speranza. “Non bisogna tacere le difficoltà che abbiamo di fronte – ammonisce – ma non è onesto descriverle come delle calamità che ci vedono inerti. No. Con le vostre energie, con la vostra serietà, con il vostro amore per la vita e per l’Italia, voi, noi tutti, supereremo questi ostacoli, vinceremo queste sfide. La fiducia nel futuro si fonda su questa consapevolezza e sarà la nostra forza”. Qui parte l’ennesimo lungo applauso e tutti si alzano in piedi per il saluto al presidente del Consiglio che ha saputo risintonizzare, in larga parte, il governo con il Paese, come si è toccato con mano questo mattina, al Meeting di Rimini.