Dalla Chiesa
Elena, una santa nobile, di umili origini
Nulla è impossibile per chi crede, nulla è difficile per chi ama. (san Bernardo da Chiaravalle)
Torniamo ai santi di “alto lignaggio”, santi nobili. Ancora una donna, una santa mamma di un imperatore: sant’Elena (imperatrice madre). Flavia Giulia Elena, una matrona nata probabilmente a Drepanum città sotto il dominio di Roma, situata nei pressi del golfo di Nicomedia (oggi Izmit), intorno al 248-250. Augusta e sposa di Costanzo Cloro e famosa per essere la madre dell’imperatore Costantino I.
Fonti certe affermano che prima di sposarsi non avesse nobili natali, ma di bassa condizione sociale, e addirittura gestisse una bettola, una locandiera insomma. Come avvenne che conobbe l’illustre Cloro e si unisse a lui in un matrimonio de facto, (matrimonio illegittimo, non riconosciuto) non è dato di sapere, non ci sono fonti certe, ma solo supposizioni. Elena, diventata matrona, con l’unione nobile, diede alla luce Costantino nel 274. Dopo una ventina d’anni, Costanzo, il suo sposo, la lasciò per volere di Diocleziano, per sposare la figliastra dell’imperatore Massimiano. Decise di non risposarsi, ma di custodire la crescita dell’unico figlio, stargli vicino senza far pesare troppo la sua presenza.
Costantino nel 306 viene incoronato caesar imperator, dopo la morte del padre e pose la sua capitale a Treviri. Elena poté così godere agi e comodità dal potere del figlio che nel 324 la onorò dandole il titolo di Augusta; fecero coniare monete con l’effige di Elena. Qualche biografo afferma che Elena si avvicinò al cristianesimo grazie al figlio e addirittura si convertì alla religione orientale: secondo Eusebio di Cesarea fu lui stesso a convertirla. Altri affermano che potrebbe anche essersi avvicinata, e non sarebbe stato uno scandalo, all’Arianesimo, eresia che stava dilagando. Passano gli anni e Costantino si fa sempre più imbrigliare in giochi di potere, Elena lascia la corte, delusa dal comportamento del figlio, e si da ai viaggi e ai pellegrinaggi, curiosa di vedere e toccare con mano i luoghi di Gesù. Arriva in Terra Santa. Spinta da una vera e solida pietas cristiana, si diede alla costruzione di chiese sui luoghi narrati dai Vangeli.
Spese la sua vita per questo santo motivo e morì nel 328, consolata da Costantino al suo fianco. Il suo corpo fu tumulato con tutti gli onori nel mausoleo a lei dedicato, adiacente alla chiesa dei santi Marcellino e Pietro, fuori le mura. Il suo sarcofago è custodito e conservato ai Musei Vaticani. Sebbene come altri santi non sia stata canonizzata. Mentre la Chiesa cattolica la venera oggi, 18 agosto, la chiesa ortodossa ha posto la festa il 21 maggio. Due anni dopo la morte il corpo di Elena fu portato a Costantinopoli e posto nel mausoleo che il figlio le aveva fatto costruire.
Da qui le notizie si perdono e diventano leggenda e racconti. Chi dice che nel 840 furono trasferite le spoglie in Francia; chi dice che sono state portate, nel 1140 da papa Innocenzo II, nella basilica santa Maria in Ara Coeli. Una terza ipotesi cita Venezia come sito del riposo delle ossa dell’Augusta Elena.
Come molti sanno Elena è ricordata per aver trovato la croce su cui fui infisso Gesù, in un suo viaggio in Palestina, ma è una notizia infondata, chiedere ad Eusebio di Cesarea. Un secolo dopo “la reliquia della santa croce” è venerata ufficialmente, come testimonia la pellegrina Egeria.
Concludo con un’ultima notizia. A Roma, in zona fuori Porta san Giovanni, presso le mura Aureliane, fu eretta la basilica di santa Croce in Gerusalemme, costruita sul palatium Sessorianum, una sorta di area adibita al culto del corpo con terme, anfiteatro e circo, appartenuto ad Elena, appunto. Nella basilica sono custodite oltre la croce, la spugna da cui bevve Gesù, una parte della corona di spine, un chiodo della croce nonché il titulus crucis, la tavoletta di legno, su cui scrissero il motivo della condanna a morte.
Io credo nel Cristianesimo come credo che il sole è sorto. Non perché lo vedo, ma perché da esso vedo tutto il resto. (C. S. Lewis)