Elezioni europee, exit poll e diritto di voto: una nota dell’agenzia Sir

La notizia non ci è sfuggita. Ma sul Sir gli exit poll delle elezioni europee svoltesi il 23 maggio nei Paesi Bassi non appaiono. E nemmeno appariranno gli exit poll che diversi Stati membri renderanno noti nella giornata di domenica 26 maggio, a partire dalle 18, quando in altri Paesi – fra cui l’Italia – le urne saranno ancora aperte.Qual è la posta in gioco? La pubblicazione di sondaggi realizzati all’uscita dai seggi che raccolgono le intenzioni elettorali può suggestionare l’espressione di voto di altri cittadini, esercitando, in un modo o nell’altro, un’indebita influenza sul libero ed eguale – per condizioni – voto di chi non si fosse ancora recato ai seggi.

C’è inoltre un’aggravante. Gli stessi exit poll realizzati a livello nazionale verranno rilanciati dal Parlamento europeo proprio domenica 26 maggio, giornata elettorale in vari Paesi Ue, quasi a conferire ad essi una sorta di “consacrazione”. Addirittura il Parlamento europeo provvederà a individuare una prima composizione dell’emiciclo di Strasburgo in base ai predetti sondaggi di opinione.Una nota dell’ufficio stampa dell’istituzione Ue infatti afferma: “Il Parlamento pubblicherà le stime nazionali a partire dalle 18 e presenterà la prima proiezione dei seggi del nuovo Parlamento alle 20.15 circa, sulla base dei dati nazionali disponibili, sul sito www.election-results.eu”.

Richiesto di chiarimenti, il Parlamento Ue afferma: “Con la pubblicazione delle proiezioni basate sui dati nazionali e dei risultati ufficiali provvisori la sera del 26 maggio, il Parlamento rispetta pienamente le norme sulla pubblicazione dei risultati elettorali. Infatti, non rientra nel campo di applicazione di questa regola la pubblicazione di exit poll forniti dai media in collaborazione con gli istituti di voto. Questo è il motivo per cui in 18 Stati membri dell’Unione gli exit poll o stime analoghe saranno pubblicati durante la notte delle elezioni e prima delle ore 23”. Ancora: “Il contraente del Parlamento Kantar utilizzerà questi dati degli exit poll per fornire al Parlamento europeo stime nazionali per i Paesi in cui il voto è terminato e solo dopo che tali dati sono stati resi pubblici negli Stati membri. I risultati ufficiali provvisori saranno pubblicati sul sito web dei risultati del Parlamento solo dopo che le rispettive autorità elettorali nazionali li avranno resi noti”.

Il Sir non contesta il rispetto delle regole, ma solleva semmai un dubbio sul mancato rispetto dello spirito delle stesse regole; e aggiunge una seria questione di opportunità politica e istituzionale. Tema che era peraltro già stato sottolineato nella precedente legislatura dell’Europarlamento, con la risoluzione del 4 luglio 2013 sul “miglioramento delle modalità pratiche per lo svolgimento delle elezioni europee”. L’allora presidente della commissione parlamentare per gli affari costituzionali, Carlo Casini, aveva insistito perché si evitassero diffusioni di dati prima della chiusura degli ultimi seggi. Ciò valeva per i dati ufficiali (cioè i risultati degli spogli elettorali) sia – lo auspicava lo stesso Casini – per sondaggi che potessero influenzare il voto di una parte degli aventi diritto. Anche per tale ragione Casini chiedeva – inascoltato – che le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo si svolgessero di preferenza nello stesso giorno. In effetti qui emerge una questione, risaputa, ma di notevole rilevanza: le elezioni “europee” di fatto sono ancora la somma di 28 elezioni “nazionali”, con regole differenti tra loro. Ulteriore aspetto, questo, di un’Europa “incompiuta”.Diciamo la verità: giornalisticamente gli exit poll fanno gola a tutti. Ma il Sir preferisce rispettare i criteri della democrazia sostanziale e della eguale espressione del voto popolare, piuttosto che correre dietro a qualche “like” o lettore in più.