Eliseo gremito per Elio Germano

Tutto esaurito ieri sera, lunedì 5 febbraio, al cinema Eliseo di Cesena per il primo appuntamento della rassegna “CinemAnimaMente”, promossa dall’Unità operativa dipendenze patologiche Forlì Cesena – Dipartimento salute mentale dell’Ausl Romagna con la cooperativa Il Mandorlo. Il cartellone, curato da vent’anni dall’esperto di cinema Daniele Gualdi con lo psicologo Gianluca Farfaneti, prevede cinque pellicole italiane con registi, attori ed esperti in sala per approfondire tematiche relative al tema “Gli esclusi” (vedi notizia richiamata).

Il varo si è tenuto con il film “Palazzina Laf” (2023), esordio alla regia di Michele Riondino, che racconta, con tratti insieme drammatici e grotteschi, uno dei più gravi casi di abuso in ambito lavorativo della storia italiana. Al termine della proiezione si è tenuto l’incontro con l’attore Elio Germano (in carriera quattro David di Donatello, un Nastro d’argento e un Orso d’argento come migliore attore) che qui interpreta Giancarlo Basile, dirigente dell’Ilva di Taranto, che recluta come informatore l’ingenuo operaio Caterino Lamanna (lo stesso Riondino). La “Palazzina Laf” del titolo è il reparto dell’azienda siderurgica dove venivano internati gli operai “ingovernabili”, passando interi turni di lavoro senza fare nulla.

La pellicola è stata girata a Taranto ma le riprese all’interno dello stabilimento siderurgico sono di Piombino, perché la proprietà ha negato il permesso di girare all’Ilva.

«Se riteniamo che sia un film solo sull’Ilva di Taranto, sbagliamo – ha spiegato Germano al folto pubblico, dialogando con Gualdi e Farfaneti -. È una pellicola sull’alienazione umana nei luoghi di lavoro, metafora di tante esperienze lavorative vissute come sudditanza, con mancanza di empatia, di vite schiacciate per fare profitto. Basta darci una motivazione e siamo capaci si qualsiasi atrocità. Il manager e l’operaio sono entrambi due aziendalisti che per fare carriera non guardano in faccia nessuno. Per cambiare dobbiamo riconoscere il lato negativo che è in noi, non solo negli altri».

«È un film potente, da far vedere nei luoghi di lavoro – ha detto Farfaneti -. La Palazzina Laf sembra una comunità psichiatrica. È emblema di assoluta mancanza di legami solidali».

«La nostra società – ha proseguito Germano – è fondata sulla distrazione. In tutta la storia del cinema sono pochi i titoli sul lavoro. Le commedie vendono di più dei film di impegno sociale».

Tematiche sociali comunque care a Germano, che, ha ricordato Daniele Gualdi, «nel 2024 interpreterà Matteo Messina Denaro in “Iddu” ed Enrico Berlinguer in “La grande ambizione”», strappando a Germano la promessa di un ritorno a Cesena per presentare la pellicola sulla vita dello storico segretario del Pci.

Intanto la rassegna “CinemAnimaMente” proseguirà martedì 13 febbraio, alle 20,45, con “Il punto di rugiada” di Marco Risi sull’incontro fra due generazioni. In sala sarà presente il regista, figlio d’arte di Dino Risi. Biglietti acquistabili su: www.cinemaeliseo.it.

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