Emergenza Covid, l’invito dell’Ausl: “Al Pronto Soccorso solo per reali motivi”

Accedere al Pronto Soccorso solo in caso di urgenze non rimandabili, infortuni sul lavoro, patologie traumatiche e rispettare i percorsi previsti per gli altri casi. È l’invito che viene dalla direzione sanitaria aziendale e dalla direzione del Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’Ausl Romagna, a fronte di un importante aumento degli accessi da parte di cittadini con patologie non gravi.

“Occorre che i nostri cittadini rispettino il percorso più adeguato per la loro patologia – dichiara il direttore del Dipartimento Raffaella Francesconi – ricordando che il primo interlocutore resta il medico di famiglia, con le modalità che ognuno di questi concorda e comunica ai propri pazienti. In particolare il Pronto Soccorso, e i servizi di emergenza in generale, compreso il 118, non possono essere considerati e utilizzati per velocizzare l’iter di approfondimenti diagnostici né per cercare di abbreviare l’eventuale richiesta di tampone, perché tali comportamenti mettono in crisi la capacità di risposta dei servizi, specie per quelle che sono le vere emergenze”.

L’invito a non presentarsi spontaneamente in Pronto Soccorso, né peraltro alle altre strutture sanitarie, è particolarmente importante in presenza di febbre superiore ai 37,5°C o altri sintomi sospetti associabili al Covid-19. Anche l’ultimo Decreto infatti, precisa che i soggetti con infezione respiratoria o sintomi gastroenterici con febbre devono rimanere presso il proprio domicilio e contattare il proprio medico curante che può attivare secondo criteri precisi il percorso diagnostico e l’esecuzione  del tampone se indicato. Vale a dire che  non è consentito uscire in alcun caso, nemmeno per fare la spesa o accompagnare i figli a scuola (al termine un sintetico elenco delle misure da rispettare).

 

Con l’occasione si ribadisce inoltre che l’accesso alle strutture sanitarie è riservato unicamente al paziente (possono entrare solo gli accompagnatori di persone con fragilità o minorenni) e dopo aver effettuato gli screening all’ingresso da parte degli Stewart.

 

Queste misure – pur nella consapevolezza che possano provocare disagi – sono necessarie per garantire più sicurezza per tutti, cittadini e operatori e anche per garantire una presa in carico più efficace per ogni specifico problema di salute.

“Lo ribadiamo ancora una volta: l’attuale situazione dell’infezione da Covid 19 non è paragonabile con quella dei mesi della ‘prima ondata’ – sottolinea il direttore sanitario dottor Mattia Altini -: allora il numero di positività era parametrato su un numero di tamponi molto minore e soprattutto la gravità dei pazienti era superiore. Anche il numero di positività, se parametrata al numero di tamponi eseguiti, resta in Romagna molto contenuta. Oggi la maggioranza dei pazienti riesce ad essere gestita al proprio domicilio e almeno al momento la rete ospedaliera, e soprattutto delle Terapie intensive, non è a rischio. Ciononostante, e proprio per mantenere questa situazione, è importante tutelare gli operatori e anche i pazienti. Sempre i cittadini dovrebbero accedere ai servizi dell’emergenza solo in caso di reale bisogno, e non come ‘scorciatoia’ per avere esami e altro: in questo momento è ancor più importante farlo. Noi d’altra parte continueremo a impegnarci al massimo per garantire una adeguata risposta e presa in carico ai problemi non urgenti a livello di medicina territoriale”.

 

Cosa fare in caso di sintomi sospetti per Covid-19

  • Restare a casa.

  • Non recarsi in Pronto soccorso o altre strutture sanitarie, ma contattare il proprio medico/pediatra. Contattare il 118 solo in casi di comprovata gravità.

  •  Se si è stati in contatto con persone risultate positive al covid-19, riferirlo al proprio medico.