Dalla Chiesa
Essere Giuseppe
Qualche anno fa viaggiava spedito dopo gli attentati, in Francia e Belgio, un motto o meglio uno slogan di condivisione con le vittime: “Je suis Charlie….”. Allora lo prendo in prestito. “Io sono Giuseppe”
Essere Giuseppe! Essere Giuseppe? Non c’è uomo sulla terra che per quanto giusto, santo e tutto quello che volete non abbia vissuto una vita d’inferno. Tra i dubbi, l’angoscia, il rimorso, l’ansia. C’è da farsi venire il magone. E invece no. Giuseppe è tutto altro. Che figura di vero uomo tutto di un pezzo. Cosa non fa per amore della giovane Maria, la sua amata. Lascia tutti i suoi progetti, le sue idee, le proprie convinzioni e sicurezze e si prende a cuore colei che il suo Dio ha scelto come grembo-di-Dio. Non c’è più Giuseppe, non conta più ora, perché c’è Maria.
C’è una legge da obbedire e un viaggio da organizzare. Lo straziante viaggio per il censimento imperiale, sulla soma di un asino per vie impervie e insicure, e all’arrivo chissà che fila al banco delle guardie per “denudarsi moralmente” e registrarsi con la sua sposa. Sicuramente deve trovare un posto dove farla partorire al sicuro da occhi indiscreti, al calduccio e al pulito. I giorni, no, non è più questione di giorni ma di ore, oramai sono contate. È tutto chiuso, non c’è pietà, nemmeno i parenti si fanno vivi. Eppure lui è nato qui. I suoi sono tutti di Betlhem. Sarà per lo scandalo o il polverone che ha alzato aver sposato quella poca di buono che porta in grembo un bastardo avuto chissà con chi. E lui? Se la sposa addirittura? Non c’è parentela con la vergogna. C’è Maria da confortare in questo momento di pesante pressione interiore. “La mia piccola anima loda l’Altissimo che mi ha reso la più grande di tutte le donne” e “Porto in me il seme dell’Altissimo”.
Roba da grandi. Troppo Cielo per una ragazzina. Allora, prendi il bastone, Giuseppe, come Mosè, Elia.. e comincia a camminare.. cammina. Quel figlio-non-figlio lo dovrai custodire, farlo crescere come fosse il tuo, Giuseppe. E tu non dici nemmeno una parola? Taci perché è lui la Parola… parla il Bambino con la sua presenza, che è l’essenza di Dio tra gli uomini e Dio stesso.
Dovremmo ringraziare più spesso per il dono del Natale. A ben ragione papa Francesco a invitarci a fermarsi davanti al presepe… C’è tanto da contemplare, da vedere e scoprire e tanto da meditare. Cercate Dio? “Ite a Joseph“Andate da Giuseppe (Gen 41, 55) Andate al presepe, lo troverete lì.