Fase 2. L’intervento della Confartigianto del Rubicone: “Nessuno può pensare di salvarsi da solo in queste emergenza che è anche economica e sociale”

Verso la fase 2 che parte lunedì con più coraggio, con aperture anticipate e risposte rapide alle imprese in crisi drammatica. Lo chiede Confartigianato del Rubicone, 530 imprese associate, che ha presentato un decalogo di richieste per il sostegno eccezionale al tessuto produttivo in buona parte immobilizzato dal Coronavirus. E lo fanno anche tramite un comunicato alla stampa questa mattina. 

“La nostra realtà, anche per quel che concerne le dinamiche del lavoro – rimarcano il presidente Confartigianato del Rubicone Fabrizio Brigliadori e il responsabile di delegazione Bruno Dellamotta – sta risentendo della contiguità con la realtà riminese visto l’interscambio esistente. Abbiamo apprezzato i provvedimenti dellaRegione Emilia-Romagna che hanno favorito le ripartenze per le imprese più vocate all’internazionalizzazione, fra cui il comparto della moda peculiare del nostro territorio. Dal Governo ci aspettavamo più coraggio nel varo della fase 2, che invece è una fase uno bis, al massimo uno e mezzo. Ci siamo mossi in Regione con un protocollo per le attività del benessere, acconciatura e estetiste, per ottenere la riapertura anticipata rispetto al termine inaccettabile dell’1 giugno. Il problemanumero uno resta quello della liquidità e fin qui le risposte del Governo sono state insoddisfacenti. La concessione dei fondi procede a rilento e sono vittima di procedure burocratiche insopportabili in un’emergenza come questa, dove la celerità è tutto”.

“Dai Comuni del Rubicone – proseguono il presidente Brigliadori e il responsabile Dellamotta – stanno arrivando risposte per quel che concerne sgravi sui tributi locali, ma serve più raccordo nell’ambito dell’Unione dei Comuni Rubicone e Mare con provvedimenti uniformi sul versante tributario e anche su quello del disboscamento burocratico, uniformando regolamenti e procedure. Nel piccolo è lo steso discorso che si sta facendo per l’Europa: dimostri di esserci e di essere efficace, per evitare che ciascuno faccia per conto suo. Sui rifiuti, oltre a non pagare nel periodo in cui sono state chiuse, le imprese chiedono che venga rimodellata al ribasso la tariffa visto che la produzione è diminuita. Altre nostre richieste riguardano un piano Marshall, vale a dire straordinario, di opere pubbliche che i Comuni debbono avviare e che, nel rispetto delle norme, dia lavoro alle imprese a chilometro zero, quelle del posto”.

Confartigianato – concludono il presidente Brigliadori e il responsabile Dellamotta – continua ad appellarsi a tutti, anche ai suoi imprenditori affinché non venga interrotto il flusso virtuoso dei pagamenti, perché in tal modo si spezzerebbe la catena si rompe la coesione territoriale. Il nostro appello alla responsabilità sociale è indirizzato anche alla aziende capofiliera, pilastri dell’economia del nostro distretto, affinché mantengano vivo il flusso delle committenze e dei pagamenti alle aziende contoterziste. Nessuno, neppure i più forti e strutturati, deve pensare di salvarsi da solo da questa emergenza economica e sociale”.