Cesena
Fattore R, l’alluvione è punto da cui ripartire. L’ex rettore Ubertini: “Il supercalcolatore Leonardo è a disposizione per far crescere il territorio”
È terminato da poco nei locali di Cesena fiera la settima edizione di Fattore R, il forum dedicato all’economia della Romagna, condotto dal giornalista Gianluca Semprini. Tutti esauriti i 300 posti della sala Europa, con tantissime personalità presenti e molti imprenditori del territorio. Presenti anche alcune decine di studenti del liceo economico del “Monti” di Cesena.
La partenza del convegno è stata col botto. Davide Fiorentini, fondatore di pizzeria “O fiore mio” a Faenza, il 16 maggio ha perso tutto, con 450 mila euro di danni. “A cinque mesi distanza – dice – poco si è visto. Si è visto tanto volontariato. Ci vogliamo credere, comunque. I nostri quartieri alluvionati sembrano bombardati. Con che speranza andiamo avanti? Soldi non se ne sono visti. Certezze non se ne hanno. Si cerca di ripartire con le proprie forze. Ci chiedono perizie asseverate. La situazione non è delle più rosee. Ci si aspetta che la macchina dei finanziamenti parta. A cinque mesi di distanza non è facile, anche per la sospensione della cassa integrazione e con dieci lavoratori da integrare”. I sogni, comunque, non sono finiti, così si intuisce in sala.
Il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca (foto qui sotto), ha negli occhi l’immagine dell’insegna di “O fiore mio” con il fango. “Non possiamo fare a meno di dire che quello che è accaduto. Non possiamo affrontarlo da soli. Dei 600 milioni destinati come cassa integrazione ne sono stati utilizzati solo 30. Gli altri sono tornati da dove erano partiti. Abbiamo il dovere anche noi di fare di più. Ogni fiume ha soluzioni diverse da poter realizzare. Stiamo facendo il massimo. Chiediamo che tutti i livelli facciano il massimo. Massimo impegno e massimo sforzo. La Romagna è ancora oggi ferita. L’alluvione è sparita da tempo dai radar. Non vedo più l’attenzione e non vedo una presenza fisica di chi rappresenta le istituzioni. Bisogna cambiare passo. Lo voglio dire anche da questo podio. Ringrazio Renzo Piraccini (il presidente di Cesena fiera, ndr) e Lorenzo Tersi (il consigliere delegato per il convegno, il deus ex machina di Fattore R, ndr) per Fattore R. Mettiamo al centro la parola innovazione e guardiamo avanti. È uno spirito, un atteggiamento. Come accadde per il turismo, diventato da terapia e fenomeno di massa. Abbiamo surgelato la frutta (pensando a Orogel, ndr) e abbiamo realizzato le macchine per stare bene, il wellness (Technogym, ndr). Abbiamo in città la facoltà di informatica, da 30 anni”. La speranza, per il sindaco Lattuca è “che da qui possa nascere un’innovazione che ci aiuta ad andare avanti”. Poi il ricordo dell’anniversario della liberazione di Cesena, il 20 ottobre 1944. “A quest’ora 79 anni fa Cesena era in festa per la liberazione della città dall’occupazione nazi-fascista”, fa memoria Lattuca.
Per il presidente della Camera di commercio di Forlì-Cesena e Rimini, Carlo Battistini, “il presente è il futuro del passato. L’economia della conoscenza deve diventare l’elemento distintivo della Romagna. Qua abbiamo cento brevetti e 700 marchi ogni anno e un saldo migratorio positivo”. La direzione da prendere, per Battistini sta nella “ricerca e innovazione, tutti insieme. La camera di commercio sostiene e sta vicina alle 72 mila imprese”.
Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ravenna e Ferrara. Guberti parla di ingressione marina, a Punta Marina e Lido di Savio che ha causato notevoli danni a numerose attività. “Danni rilevanti ma ci si è rimboccati le maniche – dice -. Poi due alluvioni e le grandinate, le trombe d’aria e il terremoto. Nei 79 comuni oggetto di risarcimento abbiamo avuto un Pil di 38 miliardi di euro nel 2022, il 24 per cento del Pil regionale. Abbiamo perso 9 miliardi di questo Pil. Guardiamo avanti. Investimenti e innovazione sono fondamentali. Oggi nel mondo abbiamo 75 miliardi di dispositivi in rete. Ogni azienda sta diventando digitale. La Romagna si caratterizza per la propensione all’innovazione. Questo territorio che svolge ruolo di stimolo. Innovazione è anche investire sui giovani. Investire anche sulle energie femminili, nell’impresa e nelle istituzioni. Innovazione è anche abbattimento della cattiva burocrazia. Dobbiamo chiedere la “Zona logistica semplificata”. In Veneto è stata concessa lo scorso anno. Si porterebbe a casa maggiore semplificazione burocratica e attrattività delle imprese, specie dall’estero. Avremmo una crescita importante.
Francesco Ubertini, presidente Cineca, ex rettore dell’università di Bologna, cita Mistral, chatgpt europeo, una startup che ha raccolto 100 milioni di euro in un mese, oggi ne vale 240. Dati, intelligenza artificiale e supercalcolatore sono le strade da battere per l’ex rettore. “Nei prossimi anni ci sarà un’esplosione di dati – fa presente Ubertini -. L’intelligenza artificiale (Ia) è nota da tempo. C’è bisogno di supercalcolatori per elaborare i tanti dati con l’intelligenza artificiale. Il supercalcolatore Leonardo è in funzione a Bologna da novembre scorso, il quarto più potente al mondo. In un secondo elabora 250 milioni di miliardi operazioni. È il primo per applicazioni di Ia. Stiamo cercando di fare in modo che abbia ricadute in tempi brevi sul nostro Paese e sul nostro territorio, anche se il nostro orizzonte è europeo. Questa infrastruttura e le relative competenze sono a vostra disposizione. Cosa serve? Elaborare un caso chiuso, per ricerca e innovazione. Si accede gratuitamente. Ci vuole una proposta, una sperimentazione per la quale sono disponibili anche tagli da 100 o 150 mila euro alle imprese”.
Cosa si può ottenere con il supercalcolatore? “Si può aumentare la produttività, prodotti e servizi, si può ampliare il proprio business – chiarisce Ubertini -. Poi è il tempo dei cosiddetti Gemelli digitali: avere la possibilità di realizzare una replica digitale di un fenomeno, di un prodotto, con una caratteristica che cresce ed evolve assieme con la parte fisica. Googl maps è un gemello digitale, per capire. L’ia non è intelligente: non c’è da avere paura. È uno straordinario strumento. La differenza la faranno le persone e le competenze ed essere in grado di governare questi strumenti”.
Segue una tavola rotonda (foto qui sotto) tra sei esponenti dell’economia locale. Interviene Roberto Bozzi, presidente Confindustria Romagna. Il 97 per cento delle aziende sono ripartite, ha detto, il tre per cento ancora no. “Abbiamo avuto ristori solo dalle assicurazioni. La sua Vulcaflex ha 500 dipendenti e fattura 170 milioni di euro, preparando materiali in pelle per le auto.
Poi è la volta di Massimiliano Mazzotti, direttore generale Formula servizi. “la nostra azienda è nata da alcune donne che facevano le pulizie, ora è grande cooperativa di servizi. Dieci milioni di valore della produzione. “Nei servizi, dove l’80 per cento è mano d’opera, si innova con le tecnologie. Tecnologie a supporto e non in sostituzione”.
Per Oliviero Giacomo Falconi, responsabile agri-banking Bper, “C’è una grande attesa di intervento. Vedo una grande volontà di riprendere. La crisi dovuta all’alluvione, potrebbe essere un’occasione per innovare”.
Francesco Ferro, presidente Integra Solutions, in 30 anni, dice che “sono qualche centinaia le imprese che abbiamo accompagnato. Il problema oggi sono i giovani, l’attrattività del nostro territorio e l’inserimento nelle imprese. Guardano all’estero per il 30 per cento. Abbiamo costruito un’accademia in bottega. Proponiamo l’apprendimento pratico: i giovani entrano nella nostra valley e apprendono le competenze e spieghiamo loro cosa troveranno nelle imprese. Facciamo networking con le impreset, tutto in presenza. Ci occupiamo delle competenze trasversali del marketing digitale.
Stefano Soldati della Mpc Srl, meccanica di precisione cesenate ricorda il loro 50esimo di fondazione. “Vengo da una storia scolastica. Gli imprenditori mi hanno dato l’opportunità di formarmi. Costruiamo componenti da montare su particolari macchinari. Intelligenza sociale e non solo artificiale. Il valore delle persone è quello che condiziona il risultato finale. La tecnologia a fianco delle persone”.
Chiude il giro di tavolo Matilde Banchetti, tra le fondatrici della riminese Projet Mariscadores Srl benefit blueat. Cosa fate? “Siamo cinque donne. Ci occupiamo di pesca sostenibile. Ci occupiamo del granchio blu dal 2021. A oggi abbiamo creato una filiera sostenibile. Pescare il granchio blu e lavorarlo per ottenere diversi prodotti. Lo esportiamo in America. Facciamo sughi, polpette, hamburger. Speriamo di venderlo anche in Europa e in Italia. Cerchiamo di essere sostenibili e lavoriamo per la parità di genere”.
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Dopo la pausa è la volta dell’economista della “Bocconi” di Milano, Daniel Gros (foto qui sotto), intervenuto sugli scenari geopolitici dell’Europa. “L’impatto economico delle due guerre, quella in Ucraina e quella in Medio Oriente, dopo un 2022 con rilevanti ripercussioni, è ora abbastanza limitato”, dice il docente.
Il prof prosegue parlando di fondamentali economici e dell’innovazione. L’Europa può essere ancora competitiva?, si chiede Gros. “La percezione è che stiamo perdendo competitività. Gli Usa ci sorpassano“, sostiene, ma per giudicare la crescita bisogna tener conto del fattore demografico. “Se si aggiusta il Pil col fattore demografico, le differenze sono minime tra Usa, Eu, Regno Unito e Giappone. A livello di qualità della vita, non stiamo perdendo sugli Usa. “Siamo una zona di bassa crescita per fattori demografici. Così il nostro mercato cresce meno. Negli Usa è doppio rispetto a quello europeo”.
Come si può accelerare la crescita? Grazie alla forza lavoro, ha precisato Gros. In quasi tutti i Paesi occidentali, i laureati i lavoratori non laureati. In Italia questo non accade. “L’Italia non è neanche nel punto di partenza dell’Europa di 15 anni fa”, evidenzia il prof.
Se si parla di industria manifatturiera, la Cina è davanti a tutti e cresce in maniera forte, grazie anche a un tasso di risparmio straordinario. “Si parla del 40 per cento, il doppio di quello italiano”, aggiunge Gros. “In Europa dobbiamo abbandonare i settori dove il capitale è importante. Noi ci dobbiamo specializzare su ciò che si fa una sola volta, non nei beni ripetibili”. Sulla spesa per ricerca e sviluppo, Gros fa presente che “in Europa è bassa. mentre negli Usa aumenta. In Emilia Romagna si investe di più sul personale impiegato nell’innovazione, ma non sempre sono in linea con le spese per l’innovazione”.
Infine una stoccata sul superbonus. Con quello che è costato allo Stato, dice in conclusione il prof, si sarebbero risparmiate tonnellate di Co2 da stare bene chissà per quanti anni.
Stefano Vittorio Kuhn, delle Bper, parla del Fattore velocità nel tempo. Fattore discriminante di competizione. La tecnologia, il capitale umano, l’Ia. Velocità e fiducia: su questi temi ci giocheremo molto nei prossimi anni. Infine due raccomandazioni: non rallentare i piani di investimenti e puntare non solo sull’innovazione di processo, ma anche su quella di prodotto.
Il moderatore Semprini conduce un’altra tavola rotonda, questa volta con il sindaco di Bellaria Igea Marina, Filippo Giorgetti, con quello di Ravenna, Michele de Pascale, Ravenna e con quello di Forlì, Gian Luca Zattini.
Per De Pascale la provincia di Ravenna è stato il territorio più colpito dai danni alluvionali, con il coinvolgimento di più di diecimila famiglie. “Si continua ad alimentare una polemica quotidiana – dice de Pascale -. In questo modo si sta sgretolando l’unità della Romagna. Mi permetto di sottolineare alcuni punti fermi: le risorse vanno stanziate. E pretendere che vengano stanziate non è una polemica. Devono essere messe nella disponibilità del commissario Figliuolo. Il problema è che i soldi non ci sono”. Poi aggiunge: “Sono totalmente ottimista rispetto a portarsi a casa il 100 per cento. I danni in totale ammontano tra gli otto e i nove miliardi di euro. La provincia di Ravenna conta più della metà del danno. La premier l’ha promesso e non dubito che lo faccia, ma poi col tempo le priorità cambiano”.
“Per definizione devo essere ottimista e fiducioso – fa presente Zattini -. Non possiamo permetterci di instillare il dubbio su quanto promesso dal presidente del Consiglio. Dobbiamo avere tutti lo stesso obiettivo. Per Forlì si parla qualche miliardo di danni. A Villafranca abbiamo avuto un’alluvione quattro anni fa: i primi soldi arrivano adesso. Figliuolo attende le perizie. Ci sono delle difficoltà, è vero, ma non dobbiamo attivare un senso di sfiducia”.
Per Giorgetti, invece, ci sono stati “riflessi sul turismo, con gravi problemi sulle colline. Spesso è la nostra burocrazia che ci ingessa”.
Sandra Savino, sottosegretario, è assessore anche a Trieste. È intervenuta a Fattore R in collegamento dal suo studio in Comune. “Il governo Meloni mantiene le promesse – afferma con forza -. Il commissario ha la possibilità di interloquire con il Ministero. Ribadisco qui che per i sindaci la mia porta è sempre aperta. Fatemi sapere quali sono i coni di bottiglia? Quanto promesso arriverà in tempo”. Poi ribadisce: “I soldi ci sono e arriveranno. Sui colli di bottiglia, ripeto, li possiamo esaminare uno a uno”.
“Il governo ha stanziato risorse dignitose per la parte degli investimenti in opere pubbliche – precisa de Pascale -. Quello che manca sono le risorse per indennizzare le famiglie e le imprese. Si è deciso che vadano trovate tutte e subito. Risorse per riparare, risorse per indennizzare e risorse per la sicurezza idraulica, il fatto più importante per il nostro futuro”.
A Veronica De Romanis (al centro nella foto qui sotto), economista della Luiss, è toccato l’intervento conclusivo di questa settima edizione di Fattore R. “Il contesto è incerto, in questo momento di alti tassi di interesse – sottolinea in avvio di relazione -. La Bce non compra più titoli, ma li vende” Quindi ricorda che “l’inflazione è una tassa, un fatto che molti dimenticano”. Il governo ha stimato una crescita per il prossimo anno dell’1,2 per cento, “un obiettivo non facilissimo da raggiungere”, visto che l’ultimo trimestre è stato negativo in fatto di crescita.
In Italia abbiamo un alto tasso di disoccupazione giovanile, un fatto negativo per il nostro Paese, prosegue la De Romanis. “La lotta all’inflazione ha un costo: il rallentamento economico. Un costo ineludibile che si combatte con una politica selettiva – aggiunge la prof -. C’è il rischio di povertà assoluta tra i giovani. Ecco perché bisognerebbe mettere risorse sui giovani, invece le abbiamo messe sulla previdenza. In Italia si spende di più nel debito pubblico che nell’istruzione”. Il debito pubblico va ridotto. Oggi è una cifra altissima: 2858 miliardi di euro.
Durante la pandemia abbiamo speso tantissimo, come molti sanno. “Il debito non è un problema finché non lo diventa… – dice ancora la De Romanis -. Nel 2026 saremo a 105 miliardi per interessi: redistribuiamo le risorse a chi possiede il debito”.
“Abbiamo una spesa pubblica di mille miliardi”, una montagna di soldi. “Dove andare a prendere i soldi che mancano è una scelta politica, basterebbe tagliare un po’ di spesa pubblica. Invece siamo un Paese di politiche fiscali espansive. Solo Ciampi e Monti hanno ridotto il debito”.
“Se vogliamo aumentare il Pil potenziale ci vogliono riforme riforme riforme”, ammonisce la docente. E occorre invertire la curva demografica, una questione da affrontare ora. Come si comincia? “Quota 100 è stato un problema. I bonus non sono serviti a nulla: basterebbe copiare quello che si fa negli altri Paesi. Esiste una correlazione positiva tra le donne che lavorano e donne che fanno figli. Uno degli obiettivi del Pnrr è quello di aumentare l’occupazione femminile”. E poi ancora, a proposito dei neet, “Non si può accettare che il 20 per cento non studio, non lavora, non fa nulla”.
La De Romanis conclude con alcune frasi spot: “Siamo un Paese osservato speciale”. “Dobbiamo trasformare gli strumenti temporanei in permanenti, battaglia non facile”. “L’Italia deve ratificare il Mes. Siamo l’unico Paese rimasto. Pensiamo sia quello della Grecia, invece non c’entra nulla”. “Il patto di stabilità è stato sospeso nel 2020 per la pandemia: non ce lo siamo fatti dire due volte”. “Le parole da utilizzare e praticare: responsabilità e stabilità. Una nuova politica di dare a chi vuol fare e sa fare”.