Fattore R. L’economista Lucrezia Reichlin: “Il price cap non risolve nulla. Non ho mai visto una congiuntura così. Puntiamo sull’ottimismo della volontà”

Sala delle conferenze gremita, questa mattina a Cesena fiera, per la sesta edizione di Fattore R, il Romagna economic forum che quest’anno si è occupato di scenari geopolitici e degli impatti economici. Un’attenzione particolare è stata portata anche sull’attrattività e la retention dei talenti. Fattore R nasce da un’idea del manager cesenate Lorenzo Tersi, consigliere di Cesena fiera. 

L’incontro, moderato con incalzante ritmo dal giornalista Gianluca Semprini, è stato aperto dai saluti dei quattro sindaci delle province della Romagna. Il primo cittadino di Cesena, Enzo Lattuca, oltre i saluti istituzionali è voluto intervenire sulla questione casa. Casa e retribuzioni adeguate, ha sostenuto, se si vogliono trattenere o attrarre i giovani nel territorio. “Ci vogliono abitazioni in affitto con canoni adeguati – ha proseguito Lattuca -. In un tempo ragionevole saranno disponibili 200 appartamenti realizzati con il social housing, il progetto più osteggiato degli ultimi dieci anni, anche dalle classi dirigenti”.

Tutti i sindaci hanno messo in evidenza la necessità di lavorare assieme, “per creare un sistema integrato”, ha detto Jamil Sadegholvaad di Rimini. De Pascale di Ravenna ha puntato sulla transizione ecologica e la sostenibilità, mentre Zattini di Forlì ha aggiunto che “occorre fare squadra”. 

Massimiliano Vercellotti, assurance leader Italy di Ey, ha illustrato la ricerca di Ey dal titolo “Human smart city index”. I cittadini chiedono la trasformazione delle città a misura di persona. Secondo una graduatoria redatta in base alla transizione ecologica, a quella digitale e all’inclusione sociale è emerso che tutti i sindaci stanno lavorando bene, con indici sopra la media. I cittadini rimangono più indietro. Ciò significa che bisogna incentivare la popolazione a sfruttare progetti che già esistono.

La Romagna è attrattiva per la transizione ecologica e l’inclusione sociale. Vanno di certo compiuti altri passi in avanti nella transizione digitale che vede attive diverse startup, ma poi poche, dopo cinque anni, si trasformano in Pmi. Vercellotti ha posto una domanda alla platea, formata in gran parte da imprenditori e persone delle istituzioni: “Quante aziende utilizzano le startup innovative?”.

Il vicedirettore generale vicario di Bper Banca, Stefano Rossetti ha detto che “nonostante l’inflazione e la crisi energetica, c’è l’ottimismo del cuore e ha invitato i giovani (in sala c’era una classe quinta del Liceo economico sociale “Monti” di Cesena, accompagnati dalla professoressa di Economia e Diritto Antonella Zampiga, “a conoscere il mondo e poi magari tornare in zona dove si vive bene e si fa fatica ad andare via”.

Il presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi ha ricordato il rischio dovuto all’invecchiamento della popolazione, “un gran problema di questi territori. Che ne sarà della Romagna del 2050? Se non ne parliamo oggi arriveremo tardi”. 

Il sociologo e saggista Francesco Morace ha sollecitato la platea a sprovincializzarsi. “Occorre rafforzare le relazioni con realtà diverse – ha aggiunto -. Il valore dei luoghi non va difeso, ma giocato. È quanto sta avvenendo con le nuove generazioni. Bisogna andare a esplorare le diversità”.

Anche sulle alleanze generazionali ho posto l’attenzione Morace. La famiglia, un tema tipico italiano, con i ragazzi che rimangono in casa a lungo. “Facciamola diventare un’opportunità questa nostra situazione particolare italiana”. Poi ha citato papa Francesco nella piazza deserta del 27 marzo 2020, sotto la pioggia, durante la fase più acuta della pandemia, quando disse “siamo tutti sulla stessa barca”. Morace l’ha chiamata “comunità di destino”. Per questo ci vuole una “capacità di visione di medio-lungo termine”.

Morace ha fornito anche la sua definizione di eccellenza. “Non vuole dire essere i migliori – ha chiarito – ma significa fare oggi meglio di ieri e capire in cosa si è bravi”. Poi ancora ha invitato a sfruttare il potere dei legami deboli, l’incontro, come quello della mattinata a Fattore R, con chi non si vede mai o si incontra una volta l’anno. “L’Italia è il Paese dei bar e delle piazze, dove si incontra chi non si vede mai. Questo significa essere comunità di destino. Ascoltare anche chi la pensa diversamente. Ecco perché è importante vivere esperienze all’estero, anche per capire la bontà di quanto viviamo e abbiamo no e i nostri valori”.

Oggi comunque, ha aggiunto il sociologo, “è la sostenibilità che indica la strada da intraprendere. Nei due anni di pandemia abbiamo scoperto di essere vulnerabili. In queste situazioni le reazioni possono essere di due tipi: o la chiusura o l’accettazione della sfida, come è tipico nel genio di voi romagnoli”.

Ecco perché, è stato l’invito finale, è importante “lasciare spazio all’imprevisto. Le decisioni vere si prendo davanti alla macchinetta del caffè”. Poi ha chiuso con un invito all’apertura e a non essere autoreferenziali, un difetto di un territorio, quello romagnolo, dove si sta fin troppo bene. “In Romagna non siete in più bravi del mondo… in Italia sì”. 

Il forum è proseguito con l’intervento  di imprenditori e manager. Luca Bora, amministratore delegato di Indel B, 550 dipendenti e la sede principale a Sant’Agata Feltria ha sostenuto che ai giovani, per trattenerli o attrarli, occorre “offrire un’opportunità di crescita e una retribuzione interessante”. Gianvito Rossi, tra i migliori marchi al mondo di calzature, ha aggiunto che “un talento va dove c’è la qualità. In Romagna ci vuole un salto culturale: dalla quantità alla qualità e all’eccellenza del prodotto. Sergio Lorenzi, direttore generale di Elfi, 25 filiali in Italia e 200 milioni di euro di fatturato, ha affermato di credere ancora nel rapporto personale e ha detto che bisogna adeguare l’orario di lavoro alle esigenze della famiglia. 

Mario Petrosino, direttore operativo del porto di Ravenna ha ricordato che in questo momento ci sono 800 milioni di investimenti in corso per i fondali, le banchine e le aree attorno al porto. Parlando delle questioni legate alla crisi energetica ha detto che il rigassificatore a Ravenna si farà in un clima molto diverso rispetto ad altri posti in Italia e che accorciare le catene di approvvigionamento costituirà un’opportunità importante per la flotta italiana. 

Tra gli imprenditori è intervenuto anche Andrea Alessandrini, amministratore delegato di IVision di Montegridolfo. In azienda abbiamo una nursery per bambini da zero a tre anni. “Perché dobbiamo sempre aspettare la gogna delle richieste del sindacato?”, si è chiesto e ha chiesto alla platea in maniera anche provocatoria. “Come imprenditori abbiamo il dovere di valorizzare al meglio il territorio. Noi ogni anno ospitiamo in azienda 200 ragazzi in alternanza scuola-lavoro. E ai dipendenti offriamo la nursery e la mensa gratuite”. Per Silvia Lionello del gruppo Eurovo, duemila dipendenti e 700 milioni di giro d’affari, “occorre trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro”. E sullo smart working ha detto che “ci vuole flessibilità”. Per ultimo, nelle tavole rotonde con imprenditori e manager, è intervenuto l’amministratore delegato del gruppo Tampieri di Faenza che ha 94 anni di storia, Riccardo Losappio. “Abbiamo acquisito una startup emiliana, a proposito di piani di crescita” (ed è stata la risposta indiretta alla domanda di Vercellotti). Quindi ha rivolto un invito al futuro governo: “Bisogna avere un quadro normativo chiaro per poter investire e andare avanti spediti”. 

Le conclusioni della mattina sono state affidate all’economista Lucrezia Reichlin che ha dialogato con Semprini. “Nel primo semestre del 2022 l’Italia ha fatto benissimo – è la lettura della realtà da parte della Reichlin -. Ma già in questo secondo semestre siamo in recessione tecnica”. Poi ha elencato i rischi: inflazione duratura oltre il previsto; la guerra che prosegue; in Cina il condizionamento dovuto al perdurare del Covid-19 e la situazione africana. 

L’economista ha detto anche delle differenze tra Europa e Usa. “Negli States la Fed ha reagito in ritardo rispetto all’inflazione, mentre in Europa la crisi è dovuta alla guerra e al caro-energia. Si tratta di uno choc negativo che incide sulla competitività delle imprese”.

Quindi senza mezzi termini ha aggiunto: “Il price cap sul prezzo del gas non serve a nulla. I 200 miliardi di euro messi dalla Germania non sono un sussidio per l’acquisto del gas, ma riguardano tutti i settori. Parlare contro la Germania, come accade da noi in ogni occasione, non aiuta nessuno. L’Europa deve agire insieme nei confronti dei fornitori”.

Sulle soluzioni possibili, ne ha indicate due: “O andare ancora a debito, o diminuire la domanda. Su questo, cerchiamo di metterci d’accordo, tra Paesi”.

Sul nuovo governo ha aggiunto: “Penso che la saggezza prevarrà, anche perché i margini di manovra per l’Italia sono strettissimi, con lo stock di debito che abbiamo. Le politiche economiche, comunque, si fanno sempre di più a Bruxelles. Tutto dipenderà dalla capacità negoziale dell’Italia”.

Sui talenti in fuga ha aggiunto la Reichlin che il nostro Paese “ha vissuto una drammatica fuga di talenti, dal sud, ma anche dal nord. Scontiamo una bassa produttività cui seguono basse retribuzioni. Oggi la vera competitività è sui talenti”.

Infine la domanda su cosa ci attende. “Non ho mai visto una congiuntura di questo tipo, con tanti fattori che remano contro – ha risposto l’economista -. Chiudo con una frase di Antonio Gramsci (che di Gramsci non sembrerebbe, come si legge online, ma del letterato francese Romain Rolland, ndr): pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà”. 

Alla fine, sembra di poter concludere, il genio italico, e anche romagnolo, potrebbe farcela anche questa volta, mettendo in campo passione, cuore e volontà. E investendo su tecnologie e nuove generazioni.