“Favole al telefono”, applausi in presenza

Fra le tante, infinite disgrazie di questo tempo di epidemia, possiamo contare anche il fatto che nel 2020 è stato molto difficile commemorare il centenario di un grande scrittore italiano, un grande scrittore per l’infanzia, Gianni Rodari, nato nel 1920 e morto nel 1980.

Nell’immediato dopoguerra, quando era appena stata emessa la scomunica per gli aderenti al Partito comunista, il fatto che Rodari, già attivista dell’Azione cattolica, fosse entrato a far parte del condannato partito, spinse molti sacerdoti in Italia a bruciare pubblicamente i suoi scritti. Questo però non impedì che Rodari diventasse uno degli scrittori più apprezzati e amati, non solo a livello nazionale, dato che nel 1970 vinse il premio Andersen per la letteratura per l’infanzia.

Se, a livello pedagogico, la “Grammatica della fantasia” resta il suo testo più interessante, forse il suo capolavoro come scrittore sono le “Favole al telefono” (1963), un’opera di abilissima scrittura, semplice ma efficace nell’emozionare il lettore. Dalle 70 storie del libro, Geoff Westley e Peppe Servillo hanno estratto nove racconti. Così sabato 18 settembre, al “Bonci” di Cesena si è alzato il sipario sulla programmazione concertistica. Pubblico in mascherina, controllo di Green pass, distanziamento, come si deve in questi difficili momenti della nostra storia, ma almeno a teatro, e non a vedere un allestimento teatrale tramite lo schermo televisivo o del computer: a teatro, dove lo scambio fra pubblico e artisti è reale, e non virtuale, e dove si può sentire la voce di un bambino (ce n’erano, sabato sera) dire “bravo” a Servillo dopo una sua esibizione.

La musica di Geoff Westley si è messa a disposizione del testo di Rodari, e con grande abilità ha costruito un tappeto sonoro in grado di sostenere la recitazione di Peppe Servillo, che forte della sua esperienza musicale (lo ricordiamo alla guida degli Avion Travel) tiene il tempo e a sua volta si armonizza con la musica con grande precisione. Molto abili anche i musicisti della piccola orchestra: Serafino Tedesi (violino), Alberto Lo Gatto (contrabbasso), Valerio Galla (percussioni), Andrès Villani (sax/flauto), Giovanni Forestan (sax/clarinetto), Giorgio Strinati (corno).

In conclusione, anche lo spazio per un piccolo bis, con una bella filastrocca di Rodari, “Storia universale”, in cui, dopo aver elencato tutto quello che mancava sulla terra, all’alba dei tempi, l’autore mostra quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da fare. Un bel messaggio, mentre tutti noi ci incamminiamo, speranzosi, verso un futuro migliore. Ecco gli ultimi versi: «Non c’era nulla di niente. Zero via zero e basta. / C’erano solo gli uomini, con due braccia per lavorare, / e agli errori più grossi si poté rimediare. / Da correggere, però, ne restano ancora tanti, / rimboccatevi le macchine, c’è lavoro per tutti quanti».