Festa di San Mauro. Il vescovo: “Siamo chiamati alle vette e alla santità. Per dire anche noi: È bello essere qui”

La Chiesa di Cesena-Sarsina ha celebrato il patrono San Mauro, ieri sera in Cattedrale a Cesena, nella celebrazione presieduta dal vescovo Douglas Regattieri. Insieme ai diversi sacerdoti concelebranti, hanno partecipato il vescovo di Carupano monsignor Jaime Villarroel arrivato la sera prima in Italia dal Venezuela, e l’abate dell’Abbazia del Monte padre Mauro Maccarinelli.

Ieri la Chiesa celebrava la Domenica della Parola, istituita da papa Francesco. “La Parola di Dio raggiunge tutte le periferie come balsamo che consola, olio che sana e rinvigorisce. Confidiamo al Padre le nostre sordità e resistenze nell’ascoltare e mettere in pratica i suoi insegnamenti”, le parole del vescovo Douglas a inizio della Messa.

“Deve essere stata un’esperienza straordinaria per i tre fortunati chiamati a contemplare, se nella sua Lettera Pietro lo ricorda: ‘Questa voce l’abbiamo udita quando eravamo con lui sul sacro monte’. Una scena che fu esperienza di luce e di bellezza, tale da fargli esclamare ‘È bello per noi essere qui’. L’episodio vogliamo leggerlo nel giorno della festa del patrono, usando la chiave della bellezza, che ci permette di aprire tre scrigni di bellezza che la liturgia di oggi ci presenta”, le parole del vescovo all’omelia, a commento del Vangelo letto nella festa di San Mauro del vangelo di Luca (9, 28-43). 

La bellezza della santità. La parola non ci spaventi: dovremo noi credenti essere avvezzi a confrontarci con questa parola che esprime vocazione, realtà, missione: camminare verso la santità. Qualcuno pensa che sia riservata a pochi, dotati di particolari virtù. No, la santità è di tutti, da perseguire nella quotidiana esperienza di vita. Tutti dobbiamo esserlo per i nostri vicini di casa, e noi per loro, i santi della porta accanto. A tutti è dato di salire sul monte, di guardare il cielo e contemplare le stelle, come ci ha ricordato la prima lettura. Monte e stelle ci obbligano a guardare in alto: questo è il cammino della santità e questa è la sua bellezza. Non ci è permesso di accontentarci di colline o di luci che si spengono velocemente. Siamo chiamati alle vette e alla santità. Per dire anche noi: È bello per noi essere qui”.

Il vescovo ha poi proseguito nel commentare gli scrigni di bellezza della liturgia. “Secondo punto: la bellezza della comunità. È il salmo 23 che ci mette in mano la chiave per aprire lo scrigno della comunità. Il banchetto evocato dal Salmo è simbolo messianico ed ecclesiale di comunione con Dio. L’immagine della mensa richiama un popolo riunito. Quando il salmista dice di essere condotto verso pascoli erbosi, intende essere pastori del gregge. Il pastore porta al pascolo tutto il gregge. Quando si prepara una mensa, tutti sono invitati a stare seduti attorno alla tavola riccamente imbandita. Così i profeti immaginano il Regno”.

“O voi, individualisti, che pensate che il mondo ruoti attorno a voi e tutto vi sia dovuto… – ha proseguito monsignor Regattieri -. O voi, egocentrici, che misurate le cose e le persone secondo le vostre limitate dimensioni che non vanno oltre il vostro io: non mortificate il sogno di essere comunità. O voi, navigatori solitari, che solcate soli le onde marine e non fate altro che ripetere io e nessuno fuori di me, non tarpate le ali di chi desidera volare in alto e alimenta il desiderio di costruire comunità vive. Come dice il Papa: non rubateci la comunità”.

Il vescovo Douglas ha proseguito nel commento al Vangelo di Luca: “Scesi dal monte, Gesù e i suoi tre amici sono costretti a misurarsi all’umano: ai loro occhi c’è una umanità particolarmente ferita. Non si può far finta di niente, né mascherarsi dietro meschine giustificazioni tipo non è compito nostro, ci pensi qualcuno altro più attrezzato. In realtà, se ben ci pensiamo, non è richiesto qualcosa di particolarmente faticoso, ma solo guardare. Questo è quello che chiede il padre del ragazzo: Ti prego, volgi lo sguardo a mio figlio, è l’unico che ho. Si tratta di guardare, accorgerci, interessarsi, toccare, e il miracolo avviene. È questa la bellezza della carità, che non si misura dalla quantità di sportine, dal pacco di banconote, ma dallo sguardo, una parola, una carezza, una stretta di mano. Ecco la bellezza della carità: sta nell’attenzione vigile, nella cura premurosa dell’altro considerato parte di noi stessi. Facci gustare Signore questa bellezza, perché anche noi come Pietro possiamo esclamare: Maestro, è bello per noi essere qui”.

La festa di San Mauro patrono della Diocesi coincide ogni anno con la consegna delle offerte dell’Avvento missionario a cui la comunità diocesana ha partecipato tramite le parrocchie, associazioni e comunità. Quest’anno l’Avvento missionario ha raccolto offerte per la Diocesi di Carupano, in Venezuela, a cui la Diocesi di Cesena-Sarsina da anni è particolarmente vicina e amica, con l’invio di diversi sacerdoti fidei donum che nel Paese sudamericano hanno dedicato la propria vita sacerdotale a servizio della comunità venezuelana. Gli ultimi in ordine di tempo, don Giorgio Bissoni morto a Carupano nel settembre scorso, e don Derno Giorgetti, da pochi mesi rientrato in Italia.

A conclusione della Messa, il vescovo Jaime ha rivolto parole grate: “Un ringraziamento al vescovo, alla diocesi, a dom Mauro e a tutti i ministri della celebrazione eucaristica. Il popolo venezuelano ringrazia per la collaborazione e l’aiuto, per l’appoggio alla formazione dei preti e dei laici, per l’aiuto per la casa di carità di sant’Anna a Carupano, in Venezuela, che distribuisce cibo, cure mediche e fa formazione per i giovani. Grazie a tutta la Diocesi. Don Giorgio Bissoni vi ha lavorato molti anni: il suo lavoro ha significato per la nostra Diocesi un tempo di molta grazia, una presenza di Dio nella sua persona, e quindi presenza Chiesa di Cesena-Sarsina. E insieme a padre Giorgio, qui c’è don Derno. A voi la mia gratitudine e ringraziamento. Sempre preghiamo per la Chiesa di Cesena-Sarsina, per l’appoggio e la cooperazione. Molte grazie per tutto”.

È seguita la risposta del vescovo Douglas: “Ringrazio per queste parole che esprimono un desiderio vivo, suo e anche nostro, di portare avanti questa comunione tra le nostre due Chiese. Anche se non ci sono più sacerdoti nostri a Carupano, continueremo ad aiutare, a essere vicini e a collaborare per la diffusione del Regno di Dio. Siamo contenti che don Giorgio abbia desiderato rimanere con il suo corpo a Carupano, perché così la nostra Chiesa è ancora un po’ lì. Continuiamo la nostra collaborazione e fraternità”.