Finissage per la mostra “Domani faccio la brava”. Dietro le sbarre manca l’umanità. Le foto portate in piazza

Il carcere, le persone che lo abitano, i problemi che vivono, nel cuore della città. Cesena, le sue istituzioni, con la Chiesa, il mondo della cultura e delle associazioni ha stretto in un ideale abbraccio, questa mattina, detenuti e detenute rappresentati nelle fotografie del fotoreporter ravennate Giampiero Corelli, portate fuori dalla biblioteca Malatestiana, tra le altre, da donne del Rotary Club Cesena (presente con il presidente Massimo Cicognani) e del Gruppo consorti, in piazza Almerici, nel cuore della città. Questo il senso dell’evento conclusivo della mostra “Domani faccio la brava” che termina domani negli spazi della Malatestiana. Una proposta inaugurata lo scorso 5 ottobre con un convegno sul tema “Carcere, cultura, libertà”, nata dalla collaborazione del nostro giornale con l’Amministrazione comunale e la biblioteca, con la Diocesi di Cesena-Sarsina, il Rotary Club di Cesena, Urcofer, Ipazia Libere donne, Fisc Emilia-Romagna e Ucsi Emilia-Romagna.

 

E in quell’abbraccio, reso visibile dal cerchio di foto in piazza Almerici, c’erano tutti, organizzatori e non solo, per dire che il carcere non è un altro mondo, e che quel che accade lì, ci riguarda. “Il gesto che abbiamo fatto è un segno di liberazione – detto in apertura il direttore del Corriere Cesenate Francesco Zanotti, che ha condotto il momento all’esterno -. Quello di portare fuori le immagini che Giampiero Corelli ha realizzato in anni di lavoro nelle carceri di tutta Italia”.

 

La mostra è il frutto di un reportage durato due anni con racconti inediti delle detenute di 13 istituti di pena femminili italiani, da Rebibbia alla Dozza di Bologna, dalla Giudecca (Venezia) a Messina, Reggio Calabria, Trani, Torino e Palermo.

 

“Grazie per questa iniziativa che è volta a far conoscere una realtà difficile come quella del carcere”, ha detto in piazza Almerici il vescovo di Cesena-Sarsina, Douglas Regattieri. Anche lui ha voluto portare fuori dalla Malatestiana un’immagine realizzata nel carcere di Napoli. “Il carcere è una realtà che si conosce e si impara ad amare solo accostandola, stando vicini a chi vive lì dentro. E queste immagini rappresentano tanto: un mondo, una storia, dolorosa e complessa al tempo stesso. È importante farle girare perché la società conosca questa realtà e si interroghi”.

 

Il grazie al fotoreporter è arrivato anche da Luigi Dall’Ara, della San Vincenzo de Paoli che da 23 anni fa volontariato nel carcere di Forlì: “Le foto di Corelli dimostrano chiaramente ciò che manca dentro il carcere: l’umanità. Dagli sguardi di queste donne si capisce tutto”.

 

“La biblioteca non è solo la casa dei libri ma la casa della cultura – ha spiegato l’assessore alla Cultura Carlo Verona -. E noi siamo felici di poter ospitare qui tutto quello che fa cultura, come questa mostra, di grande forza. Quello affrontato da Corelli è un tema complicato, difficile e lui lo fa con le fotografie che possono essere strumento di denuncia e di sensibilizzazione. Grazie anche al Corriere Cesenate e a Francesco per essere stato il motore di tutto questo”. 

“Siamo onorati di aver ospitato questa mostra – ha aggiunto il direttore della Malatestiana Paolo Zanfini – perché si tratta di arte particolarmente evocativa in questo caso e in più perché mettiamo a disposizione questi luoghi di passaggio per sensibilizzare e informare perché tanti possano conoscere e venire a contatto con questa realtà”.

A nome del Gruppo consorti del Rotary Club Cesena, la coordinatrice Franca Solfrini ha letto un sermone di John Donne (1572-1631) che inizia con “Nessun uomo è un’isola” e termina con “la campana suona per te”. Hemingway ha usato questa citazione per il suo noto romanzo “Per chi suona la campana”. “Nessuna donna è un’isola – ha detto la Solfrini – ma è parte del continente. Non chiedere mai per chi suona la campana, suona sempre per te”. Un’altra poesia è stata letta da Chicchi de Paoli, sempre del Gruppo consorti.

“Venendo qui oggi mi sono chiesto quante donne oggi potrebbero essere qui di quelle che sono in carcere”, ha concluso Giorgio Pollastri della Papa Giovanni XXIII, che ha raccontato anche l’incontro con un ex detenuto che ha la lavorato nella sua comunità per un anno: “A 60 anni ha ricevuto la sua prima busta paga – ha detto -. Quella possibilità, l’aver avuto una persona che ha detto ‘sì, provo con te’ gli ha fatto cambiare vita. È stato uno dei dipendenti più bravi che abbiamo mai avuto”.

 

C’è tempo fino a domani, 5 novembre, per vedere gli scatti di Corelli alla biblioteca Malatestiana. La mostra è aperta al pubblico oggi dalle 9 alle 19 e domani dalle 15 alle 19. L’ingresso è libero. Per informazioni: 0547 610892.

Di seguito, la fotogallery dell’evento (a cura di Sandra&Urbano, Cesena)

httpss://www.flickr.com/photos/corrierecesenate/albums/72177720312431801

httpss://www.youtube.com/watch?v=-ZItUhJBArw