“Fra Giardino”, l’orto che può aiutare le persone più fragili

Prendersi cura di una pianta per imparare a prendersi cura di sé stessi. È la filosofia basata sul rapporto benefico con la natura di “Fra Giardino”, l’orto-giardino terapeutico appena nato a Cesena, in via Boscone 1030 (accanto al pollaio sociale della Cils), per le persone fragili o con sofferenze psichiche. Il taglio del nastro si terrà sabato 25 maggio alle 17. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione Porte aperte della Romagna, la parrocchia di Sorrivoli e la cooperativa Terre dei miti e supportata da una campagna di crowdfunding che ha raccolto oltre 9mila euro, il doppio della cifra prevista.

“Si è interessata al progetto anche la Cils, da cui abbiamo ricevuto il terreno in comodato d’uso gratuito – spiega Martina Bassi, presidente dell’associazione “Fra Giardino” e curatrice del progetto -. Si tratta di uno spazio potenzialmente molto grande, ma partiamo con mezzo ettaro in base alle nostre forze, che sarà suddiviso in tre settori: orto a terra, orto a cassoni e boschetto. Al momento abbiamo otto persone accolte, di cui tre con il progetto di inclusione civica, una sorta di tirocinio promosso dal Comune insieme ad Asp. Altri ci sono stati segnalati del Centro di salute mentale e stiamo per avviare anche una collaborazione con Techne”. L’obiettivo è duplice: il recupero delle persone fragili e l’inserimento lavorativo. “È uno spazio di mezzo tra la terapia nuda e cruda e la vita. Poi c’è l’introduzione al mondo del lavoro, nel nostro team ci sono anche due agronomi che forniscono le basi professionali”, prosegue Bassi, che è psicologa e coordinatrice del Centro aiuto alla vita di Cesena e della casa d’accoglienza “Il Ponte” del Comune.

Lavorare a contatto con la natura, seguire il ciclo della vita delle piante, coltivare erbe officinali o verdure. Non si tratta però solo di occuparsi di un giardino o di un orto, ma di un vero e proprio percorso con finalità terapeutiche guidato da una figura esperta e formata. “Vuole essere un luogo di accoglienza e di vicinanza, in cui si viene accettati per quello che si è, in cui si comprende il concetto di cura delle piante come di sé stessi”. 

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