Fra poesia e zootecnia

 

 

Estremamente variegato il panorama del settantesimo convegno degli Studi romagnoli, che si è tenuto sabato 26 e domenica 27 ottobre a Cesenatico e Cesena. La prima parte, sabato 26, è stata consacrata alla memoria di Marino Moretti, celebre poeta e romanziere, di cui ricorrono i 40 anni dalla morte. Nel Teatro comunale della città romagnola un pubblico foltissimo, composto per la maggior parte dagli studenti delle scuole superiori, ha assistito a una ricca serie di interventi.

Alla mattina, dopo i saluti istituzionali del sindaco di Cesenatico, Matteo Gozzoli, e di Alessia Morigi, presidente della Società di Studi romagnoli, coordinati da Roberto Balzani, sono intervenuti Franco Contorbia, Renzo Cremante, Giulio Ferroni, Mauro Bignamini.

Franco Contorbia si è concentrato sul 1919, anno in cui apparve il volume di “Poesie 1905-1914”, silloge poetica che racchiuse compiutamente il Moretti crepuscolare, cui si aggiunse, alla fine della lunghissima vita del poeta di Cesenatico, una stagione epigrammatica, del tutto nuova e originale. Fu, il 1919, un anno assai ricco per le cronache letterarie, con un’attenzione particolare per le opere dedicate alla Grande guerra appena conclusa. Il panorama storico tratteggiato da Contorbia ha permesso di inquadrare quella pubblicazione morettiana nel contesto del suo tempo. Il 1919 fu anche l’anno, pare, in cui Moretti conobbe Filippo De Pisis, che sarebbe stato poi l’amico di una vita. Renzo Cremante ha invece presentato l’edizione delle “Poesie 1905-1914” appena edita da La nave di Teseo (pagg. 286, euro 25) con cui, in occasione dei 40 anni della scomparsa, un’opera di Moretti è tornata sul mercato librario: una notizia importante, dato che, escludendo i numerosissimi epistolari del poeta, non era presente più nulla da anni. Giulio Ferroni si è concentrato sul tema della malinconia in Moretti, e Mauro Bignamini sulla lunghissima stagione che è venuta dopo la poesia, ovvero l’esperienza del Moretti prosatore, che per mezzo secolo ha accompagnato le letture degli Italiani sia con romanzi sia con elzeviri pubblicati sul “Corriere della sera”.

Al convegno, organizzato da Studi romagnoli e Comune di Cesenatico (Casa Moretti), ha fatto seguito, in serata, la cerimonia di consegna del XIV Premio “Moretti”. La Giuria del premio, composta da Gian Luigi BeccariaVittorio ColettiFranco ContorbiaRenzo Cremante Giulio Ferroni ha selezionato per la sezione filologica il volume della bresciana Elena Maiolini (Niccolò Tommaseo, “Canti greci”, Parma, Fondazione Pietro Bembo / Ugo Guanda Editore, 2017), mentre per la sezione di storia e critica letteraria è stata premiata la cesenate Ida Campeggiani (“L’ultimo Ariosto. Dalle Satire ai Frammenti autografi”, Pisa, Edizioni Scuola Normale Superiore, 2017). Il premio alla carriera è stato tributato a Pier Vincenzo Mengaldo, uno dei massimi studiosi viventi della letteratura italiana.

 

Domenica il convegno è ritornato a Cesena, per la giornata conclusiva, che è stata incentrata su natura e ambiente. Fra i vari interventi vanno citati per la loro originalità quelli di Valentina Albanese (Università di Bologna) sul rapporto fra i commenti sui social network e il mondo del turismo. Un commento favorevole può più di una campagna pubblicitaria sulla stampa o sulla televisione, ed è un punto su cui chi lavora oggi o lavorerà in futuro in ambito turistico non potrà più fare a meno. Altrettanto interessante la relazione di Stefano Piastra (Università di Bologna) su cosa ha comportato il passaggio dei Comuni della Valmarecchia dalla Regione Marche all’Emilia-Romagna, con particolare riferimento ai temi dell’ambiente: nel 2009 circa 18.000 persone, per un territorio di 300 chilometri quadrati, cambiarono provincia, passando da quella di Pesaro e Urbino a quella di Rimini. Escludendo il passaggio del Comune di Sappada dal Veneto al Friuli, finora è l’unico caso nella storia repubblicana di un cambiamento di confine. Un tentativo di ritratto a 360 gradi della Romagna, passata, presente, e forse anche futura. Oltre a questi temi s’è parlato anche di posizionamento e potenzialità del comparto agroalimentare romagnolo, di pesticidi su colture in campo, di produzioni zootecniche e la loro sostenibilità, di acque sotterranee e di studi geologici.In attesa che dal prossimo convegno si ritorni ad ospitare le relazioni proposte dai soci, il volume degli atti che fra un anno uscirà permetterà di osservare i più vari aspetti di questo territorio. Anche per questo motivo gli Studi romagnoli continuano a meritare la massima attenzione per le loro iniziative, che sono culturali, ma non chiuse in se stesse, bensì finalizzate ad una maggiore consapevolezza e conoscenza di cosa la Romagna sia stata, sia, e possa diventare.

Nelle foto, la premiazione Premio Moretti a Cesenatico e parte del pubblico del Palazzo del Ridotto