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Francia, “Con la crisi sanitaria, il Paese ha aperto gli occhi sulla povertà”
“Con la crisi sanitaria, la Francia ha aperto gli occhi su una realtà che solitamente passa inosservata: sempre più famiglie, single e giovani hanno bisogno di aiuti alimentari per non soffrire la fame. Secondo il ministro della Salute e della Solidarietà, alla fine del 2020, 8 milioni di persone devono subire questa umiliazione. Il 12% della popolazione. Otto volte di più rispetto agli anni ‘80. Tutti sembrano ignorarlo o, peggio, ci si sta abituando. Questa situazione è una vergogna per il nostro ricco Paese!”. Si apre con queste parole drammatiche il Rapporto sullo stato della povertà in Francia 2020, presentato oggi alla luce delle situazioni di criticità che la Caritas francese incontra nel suo lavoro.
“Questa tragedia silenziosa è vissuta quotidianamente dai volontari del Secours Catholique”, si legge nel Rapporto. La richiesta di aiuto alimentare, subito dopo quella di ascolto, è il secondo motivo per cui 1,4 milioni di persone si rivolgono alla Caritas ogni anno. La causa è semplice e dipende da “un reddito insufficiente”.
Perché una volta pagato l’affitto e le bollette, alcune delle quali continuano ad aumentare (soprattutto per acqua ed energia), resta così poco alle persone – dai 2 ai 9 euro al giorno, a testa – che è impossibile accedere ai beni primari di necessità: cibo, prodotti per l’igiene, telefono, cure odontoiatriche, abbigliamento, trasporti, tempo libero. “Il Secours Catholique non si abituerà mai a questa tragedia”, dice Véronique Fayet, presidente di Secours Catholique.
“Stiamo ancora pagando gli effetti della crisi finanziaria del 2008, da cui non abbiamo purtroppo imparato la lezione”. E con preoccupazione, aggiunge: “Con la crisi sanitaria, ci stiamo preparando a mesi difficili”. A causa delle ripercussioni economiche e sociali dell’epidemia di Covid-19, “la Francia varcherà la soglia dei dieci milioni di poveri nel 2020”.
Solidarietà ma anche paura del futuro. Nel 2019, il Secours Catholique-Caritas France ha potuto contare su 64.300 volontari divisi in quasi 3.500 équipe. Ha potuto aiutare 1.393.000 persone: 740.000 adulti e 653.000 bambini. Il Rapporto descrive un contesto più che mai segnato dall’incertezza. “Prima non avevo tanta paura del futuro”, dice una persona, “mi dicevo che sarei stata in grado di destreggiarmi. Oggi non sappiamo cosa cadrà, dobbiamo stare all’erta”. Per molti il 2020 è l’anno di tutti i pericoli: rischio per la salute, perdita di reddito, isolamento dovuto al confinamento, paura dell’altro, disoccupazione. La domanda più comune è: “Come farcela?”.
Il tenore di vita e la questione lavoro. Nel 2019, il tenore di vita medio di tutte le famiglie incontrate al Secours Catholique è diminuito di 5 euro rispetto al 2018, per raggiungere i 537 euro al mese, una cifra ben al di sotto della soglia di estrema povertà, stimato a 716 euro nel 2019. Il 23% delle famiglie non ha nemmeno ricevuto aiuti, ovvero 8 punti in più rispetto al 2010. Si tratta spesso di famiglie di nazionalità straniera, tra cui però sempre di più stranieri in situazione regolare. Sono il 57% degli adulti incontrati le persone che risultano inattive, 12 punti in più rispetto al 2015. Anche la disoccupazione di lunga durata continua ad essere molto significativa. La quota di coloro che sono disoccupati da più di un anno è aumentata notevolmente dall’inizio del decennio. Nel 2019 questa situazione ha riguardato il 46% dei disoccupati che percepiscono sussidi e il 63% dei disoccupati senza sussidio.
Richiesta di un reddito minimo garantito di 890 euro. La presentazione del Rapporto è stata anche l’occasione per presentare una proposta. “Chiediamo ancora una volta l’istituzione di un piano sociale che protegga tutti dalle difficoltà della vita, che siano giovani di 18 anni o anziani”, afferma Véronique Fayet. In concreto, il Secours Catholique chiede la creazione di un reddito minimo garantito per tutti, compresi gli under 25 che oggi non hanno diritto alla Rsa (Revenu de solidarité active), pari al 50% del reddito medio in Francia, ovvero 890 euro al mese per persona.