Rubicone
Funerale di Danila Berti. Il parroco di Budrio, don Cappelli: “Oggi vale la pena essere ancora qui insieme. La morte non vince”
“Sei riuscita, ancora una volta, cara Danila, a fare sentire piccola questa chiesa”. Con queste parole il parroco di Budrio di Longiano, don Filippo Cappelli, ha iniziato l’omelia durante la celebrazione dei funerali di Danila Berti, la 46enne madre di due ragazzine Elisa e Anna e sposa di Luca Ravaglia, deceduta martedì scorso dopo una lunga malattia (cfr pezzo a fianco).
La coppia è notissima in parrocchia e in ambito Azione cattolica. Luca è il presidente parrocchiale di Ac. Oggi, per il funerale, la chiesa non è riuscita a contenere le tante persone accorse per fare sentire alla famiglia tutto il calore possibile nel momento del distacco terreno. Molti fedeli, diversi provenienti da Ravenna, città di origine di Luca, sono stati costretti a partecipare alla Messa dal sagrato della chiesa o dal salone nel seminterrato. Tutti, comunque, hanno potuto seguire la liturgia.
Con il parroco hanno concelebrato diversi sacerdoti, tra cui il parroco di Gambettola don Tonino Domeniconi, già parroco di Budrio, il parroco di San Giacomo a Cesenatico, don Gian Piero Casadei, il parroco di Gatteo Mare, don Mirco Bianchi, il parroco di Case Finali, don Marcello Palazzi. C’è anche il vice parroco di Gambettola don Zimmé. Con i sacerdoti sull’altare anche diversi diaconi, in particolare quelli legati all’Azione cattolica e alla pastorale diocesana per la famiglia. Danila e Luca hanno fatto parte della commissione diocesana per almeno 7-8 anni, con Sabrina e Andrea Delvecchio come responsabili diocesani.
Il canto iniziale con le parole “Gesù confido in te. Sei la mia forza e la mia salvezza” ha dato subito il senso del funerale che si stava celebrando. La prima lettura dal libro della Sapienza, “le anime dei giusti sono nelle mani di Dio”, ha aperto alla speranza cristiana, quella che non delude. Quella in cui credevano e credono forte Danila e tutta la sua famiglia.
“È bello essere qui in tanti – ha proseguito nell’omelia don Filippo – perché ci vuole il contatto dei corpi, qualcuno che si avvicina e sta vicino alla famiglia. Come abbiamo sentito nel brano di Vangelo, Gesù piange per la morte dell’amico Lazzaro. Anche lui avverte il bisogno del contatto”.
Poi un ricordo degli ultimi giorni. “Martedì pomeriggio, nel silenzio – ha proseguito il sacerdote – tu Luca le tenevi la mano e ha detto: ringrazio il Signore per i momenti che posso passare con lei. Lì, anche in quel corpo ormai alla fine, qualcuno vede una moglie, una madre, un’amica. Sempre, finché il cuore batte”.
Poi la confidenza del parroco. “Quando venni qui in parrocchia, nel 2016, ricordo che don Tonino mi raccomandò di stare vicino a Danila e alla sua famiglia perché non stava bene. Tante volte non l’ho fatto. Da queste persone, come Danila, sempre con il sorriso, senti il profumo di Dio. È sempre stata salda senza perdere la tenerezza. Ricordo che quest’anno abbiamo ripreso la festa della famiglia, dopo gli anni della pandemia. E voi c’eravate, anche Danila, pur con tutte le fatiche. L’ho sempre vista capace di allontanare la morte. Oggi, invece siamo qui per celebrare la promessa che una fede grande ci dona. C’è sempre una resurrezione. È la promessa di Dio che si compie in noi”.
Poi la citazione di una delle beatitudini: dei poveri in spirito è il Regno dei cieli. “Non abbiate mai paura di chiamarla o invocarla – ha proseguito il don nell’omelia -. Se questa beatitudine è vera, oggi Danila, grazie al cuore e alla fede, splende nell’eterno più alto”.
Il canto alla Comunione, “Vengo a te Signore, se tu lo vuoi. Come tu mi vuoi, io sarò, io andrò. Questa vita io voglio donarla a Te” ha reso ancora più stretti tutti in un grande abbraccio fraterno e doloroso al tempo stesso.
Prima del temine della celebrazione, il presidente diocesano di Azione cattolica, Rosauro Amadori, ha portato la vicinanza dell’associazione alla famiglia e ha letto una lettera della presidenza nazionale di Azione cattolica.
Due amiche, Barbara e Claudia, hanno ricordato “il coraggio e la dedizione di Danila che ha amato la famiglia all’ennesima potenza”.
Il marito di Danila, Luca, ha letto un lungo messaggio indirizzato alla moglie, dopo aver ringraziato i presenti, e ricordato per tutti il parroco don Filippo e l’ex don Tonino. “Abbiamo avvertito un affetto e un’amicizia che ci hanno travolti. Ho ancora centinaia di messaggi da leggere. In don Filippo ho avvertito l’abbraccio di tutta la comunità di Budrio e di Badia”.
Luca ha fatto memoria dell’inizio della malattia, nel maggio 2013, “una prova di coraggio, di fede, di speranza e anche di forza. Con Elisa e Anna non ti sei mai risparmiata. Il tuo soprannome Dando, che è anche il gerundio del verbo dare, ti si addice. Hai sempre elargito in abbondanza, nella Fuci, nell’Ac, nella pastorale familiare, in parrocchia. Ti sei fatta strumento per gli altri, volano di amicizie, come alle Gmg di Parigi (1997, ndr) e di Roma (2000, ndr). Hai saputo incarnare perfettamente lo spirito di Azione cattolica: amare le persone”.
Infine le confidenze più intime: “Quanto sei stata capace di amarmi. A molti sembravamo la coppia perfetta. Non è sempre stato così, ma il Signore ha un progetto su di noi. Nei momenti di difficoltà ci siamo fatti aiutare. Se avete bisogno, fatevi aiutare. Quanto ti ho amato e quanto mi sono sentito accolto da te, in questi 15 anni di matrimonio. Siamo stati felici insieme. Oggi ti ritrovo nel volto delle nostre ragazze. Tu, che per le nostre figlie non avresti voluto quello che avevi vissuto tu che avevi perso la mamma a 9 anni”.
“Sei e sarai sempre con noi – la conclusione del marito di Danila -. Il bene seminato ritorna centuplicato”.
La Messa di settimana in suffragio di Danila verrà celebrata martedì 22 novembre alle 20 nella chiesa parrocchiale di Budrio di Longiano.