Gambettola. Tantissima gente per i funerali di Valentino Golinucci. Vastissimo il suo campo di impegno

Per il funerale di Valentino Golinucci, 73 anni, morto all’improvviso due giorni fa, la chiesa di Gambettola non è abbastanza capiente per contenere tutti quelli che oggi pomeriggio si sono voluti stringere attorno alla moglie Paola e ai figli Marco e Andrea. La Messa è stata presieduta dal vescovo Douglas Regattieri che non è voluto mancare alle esequie di colui che ha definito, in avvio di omelia in tono solo in parte scherzoso, come “la mia spina nel fianco”. 

Valentino Golinucci ha seminato tantissimo bene nelle sua esistenza. E in chiesa, ma anche fuori perché tantissimi non sono potuti entrare, lo si è colto benissimo. La famiglia, la parrocchia, la commissione diocesana per la famiglia, la Cisl, il volontariato: sono stati numerosissimi i settori di suo costante impegno. Nell’aria si è colta la perdita grande per il paese di Gambettola, per la comunità cristiana, per i mondi che Golinucci ha frequentato con passione e sana ironia, con la battuta pronta e la mente sempre vigile nel saper cogliere la complessità e cercare di risolverla al meglio. Di certo si è inteso che la sua morte rappresenta una grande perdita per molti, anche con il conforto delle fede da lui stesso sempre manifestata e che i familiari, i parenti e gli amici hanno sperimentato in questi giorni gravidi di dolore per la strappo del distacco terreno.

La scelta del canto iniziale, vista l’improvvisa morte, così come anche le letture, non sono state banali. “Eccomi si compia in me la tua volontà” ascoltato in avvio di celebrazione fa intendere a tutti che ogni persona è chiamata a compiere la volontà di Dio. “Siate pronti – è stato letto dal Vangelo di Luca – con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese… Se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro…”. 

“Mai avrei immaginato – ha avviato con queste parole rotte dalla commozione, il vescovo Douglas, il suo commento alle letture, ma non si è sottratto da qualche ricordo personale dei suoi tanti incontri con Golinucci – di dover celebrare il suo funerale. Ci siamo visti l’ultima volta quando c’è stata la Cresima, qui a Gambettola. È venuto a prendermi con sua moglie Paola. Come al solito abbiamo scherzato con le sue immancabili battute. Abbiamo riso. Lui voleva sapere chi era il nuovo parroco e sua moglie che gli diceva: stai zitto. Mi tampinava, mi pressava. Sei la mia spina nel fianco, gli dicevo, sempre nel rispetto e nella stima reciproca”.

“Poi la domanda che ha fatto sorridere tutti: “Chi tormenterà ora in cielo? Adesso avrà tutte le risposte, anche per noi che lo abbiamo conosciuto e amato. E saprà anche chi è il nuovo parroco di Gambettola”.

“Dobbiamo stare pronti – ha commentato monsignor Regattieri nell’omelia -. Ce lo dobbiamo dire. Come diceva un antico padre della Chiesa, san Basilio, occorre vegliare su se stessi. La fede non toglie la paura della morte, ma aiuta ad affrontarla. Come abbiamo ascoltato dalla prima lettera da san Giovanni apostolo, anche noi siamo chiamati a dare la vita per i fratelli, come Gesù ha dato la sua vita per noi. Il dono di sè qualifica la nostra identità e noi ritroviamo noi stessi se facciamo dono di noi stessi agli altri. È il principio che Valentino ha messo in pratica, in ogni campo del suo incessante impegno, sapendo che così avrebbe trovato un senso alla sua vita”.

Ogni atto d’amore – ha concluso il vescovo – è sempre assoluto. La nostra vita diventa vera e autentica e ritmata sul dono di sé. Solo allora ci arriverà la voce: vieni servo buono e fedele nella gioia del tuo Signore”. 

Al termine della Messa ha preso la parola il figlio Marco, salito sull’altare con la mamma Paola che aveva letto la prima lettura. Le intenzioni sono state lette dal fratello di Valentino.

“Oggi sei stato in grado di riunire una grande famiglia – le parole del figlio Marco – a cominciare dalla tua famiglia. Ci hai trasmesso il dono dell’unità e della fede che ha illuminato la tua vita. Avevi una gran paura dei tuoi acciacchi e dicevi spesso. ades a mor. Poi semplicemente pregavi”.

“Nonno Valentino, sei stato contento di questo traguardo – ancora il ricordo del figlio Marco -. Hai seminato chicchi di fede e amore. Dopo la famiglia, la tua di origine e poi quella che ha formato con la mamma Paola, quella in parrocchia, il gruppo musicale Nuovi orizzonti. La commissione diocesana della famiglia, gli incontri per la preparazione dei fidanzati al matrimonio. Al vescovo Douglas vorrei ricordare che il babbo è stato la spina nel fianco anche degli altri vescovi, dei sindaci (in chiesa era presente la sindaca Letizia Bisacchi, ndr) e degli amministratori. La Cisl è stata la sua seconda casa”.

“Leggevi tanto, babbo, e di tutto, per essere informato, per dare dignità a ogni lavoratore e pensionato. E a ogni persona che incontravi, anche per strada, e ne hai incontrati tanti. Ora ne incontri anche di più. Ti ricorderemo sempre sorridente. Ti voglio bene, babbo”.

La moglie Paola ha ricordato che “tu, Valentino, sei stato per me il dono più bello. E insieme alla comunità abbiamo cercato di custodire questo dono. Mettevi grinta e passione in ciò che facevi. Continua ad aiutarci nelle scelte di goni giorno”.

Tutti i nipoti (foto sotto) sono saliti assieme sull’altare per ricordare lo zio. Tommaso ha parlato a nome di tutti: “Tu sei stato il nostro pilastro – ha detto -. Saremo sempre uniti nel tuo ricordo. Grazie per l’esempio che ci hai dato. Buon viaggio, zio”.

Il diacono Ivan Bartoletti Stella, già responsabile con la moglie Floriana della commissione diocesana per la famiglia ha ricordato Valentino come “unico nelle relazioni. Voleva capire bene come stavano le cose, nel suo stile da sindacalista. Portava sempre buonumore. Viveva e vedeva la famiglia come bene comune. Tutti ricordano le sue domande e i suoi interventi. Con Paola ha costituito una famiglia sempre in cammino. Ora ci ha preceduto in quel rifugio che tutti ci attende, lui che amava andare in montagna, con il suo passo svelto. Ha avuto una totale dedizione per la famiglia, la vita, l’amore”.

Nella foto qui sopra, i nipoti di Valentino Golinucci. Tommaso Pracucci legge a nome di tutti un ricordo dello zio.