Giro di vite a Cesena sui comportamenti fascisti, razzisti, discriminatori dell’orientamento sessuale

Allo scorso Consiglio comunale di Cesena lo avevamo lasciato ecumenico, primo fautore di un Ordine del giorno (votato all’unanimità) di ringraziamento al Papa per la sua visita a Cesena. Nel Consiglio che si è chiuso mercoledì notte, invece, è apparso come pietra di inciampo, autore di un emendamento non condiviso con il resto del suo gruppo (che ha definito il testo “al di fuori della propria linea politica”). Ci riferiamo a Gilberto Zoffoli, consigliere comunale del gruppo Libera Cesena, la cui attività ha comunque tutti i crismi per diventare testata d’angolo, volta com’è alla faticosa costruzione del bene comune.

Lo strappo nel gruppo di centrodestra si è consumato sull’ultima delibera in scaletta, quella relativa alle modifiche del “Codice di convivenza civile” (proposto dalla Giunta in attuazione dell’ordine del giorno, approvato dal Consiglio Comunale il 28 settembre, relativo ai valori e ai principi di democraticità della Costituzione Repubblicana).

Duramente criticato dal consigliere di Libera Cesena Stefano Spinelli (esponente dell’Unione giuristi cattolici italiani), il regolamento è stato comunque oggetto di un emendamento di Gilberto Zoffoli, collega di gruppo di Spinelli e già candidato a sindaco per lo stesso. Un’azione che ha suscitato la riprovazione del resto di Libera Cesena che, per bocca dell’attuale capogruppo Marco Casali, ha definito l’emendamento presentato “non frutto di una posizione maturata in seno al gruppo consiliare. Rappresenta un’azione avviata in piena autonomia dallo stesso consigliere, non preannunciata al gruppo e che comunque non rientra all’interno della linea politica di Libera Cesena. Come più volte ripetuto nel corso delle scorse settimane l’art. 23 bis in questione, recante norme sull’antifascismo, per noi è inemendabile. Non solo per questioni tecnico-giuridiche, ma anche e soprattutto per questioni politiche dato che il diritto e la libertà di manifestazione non può essere regolamentata da norme comunali”.

La discussione in Consiglio comunale su questo tema (assenti solo il consigliere Pd Sebastiano Castellucci, all’estero, e l’ex pentastellato Giorgio Gustavo Rosso) è durata all’incirca tre ore, tra interventi appassionati e convergenze inattese. Oltre all’emendamento Zoffoli, infatti, anche il Movimento 5 stelle ha presentato delle proposte di modifica. Suggerimenti che, al termine di un confronto tra i vertici dei gruppi, sono state accolte dalla maggioranza di centrosinistra, autrice a sua volta di qualche correzione (emendamenti Ceccaroni e Biguzzi).

Il regolamento è stato così approvato all’unanimità dei presenti in Consiglio (18 consiglieri), mentre quattro consiglieri hanno preferito lasciare l’aula (tre del gruppo Libera Cesena, Spinelli, Casali e Formica, così come Vania Santi di Cesena Siamo Noi).

Il testo approvato non prevede comunicazioni o dichiarazioni da parte di chi vuole fare attività in luoghi pubblici, solo controlli sul materiale divulgato che comporteranno la segnalazione all’Autorità di pubblica sicurezza di comportamenti difformi “ai principi fondamentali della convivenza civile ed al rispetto della dignità umana”, così come la segnalazione di chi praticherà o professerà “comportamenti fascisti, razzisti, sessisti e discriminatori dell’orientamento sessuale”. Questo ferme restando l’eventualità di più gravi ipotesi di reato, che potranno vedere il Comune costituirsi parte offesa.

Intervenendo in Aula il sindaco Paolo Lucchi ha ribadito la legittimità del Consiglio a deliberare su temi simili (argomento sollevato dal Movimento 5 stelle nelle scorse settimane), come confermato per iscritto dal segretario generale del Comune Manuela Lucia Mei: “Non può trattarsi di un nuovo divieto, ma di un adeguamento a principi nazionali. Mi aspetto che ci sia una presa di coscienza di orrore collettivo verso i simboli fascisti in una città che ha avuto tra i propri sindaci Sigfrido Sozzi, Antonio Manuzzi, Leopoldo Lucchi, protagonisti della Resistenza. In tal senso avevo fatto appello alla consigliera Guiduzzi, anche alla luce di quanto votato a Torino, e la ringrazio per il condivisibile emendamento proposto”.

“Il testo era inemendabile? No, il Movimento 5 stelle lo ha fatto e ha trovato la disponibilità di altri gruppi nel modificarlo – ha spiegato la capogruppo pentastellata Guiduzzi –. Noi il 28 settembre uscimmo dall’aula e siamo stati orgogliosi di averlo fatto. Il documento di oggi è assai diverso, un rafforzativo di quanto già previsto dalle leggi. Non revocherà l’occupazione di suolo pubblico ma segnalerà alla polizia e sarà essa eventualmente a decidere”.

Gilberto Zoffoli ha così spiegato il suo impegno sul documento: “Non condividevo l’ordine del giorno di settembre. Ma una volta votato il sindaco era obbligato a darvi attuazione. Così mi sono impegnato per emendare la legittima proposta della Giunta. Noi ci stiamo occupando di comportamenti già vietati. Io sono antifascista, sono contro ogni regime totalitario, mi sento di riaffermare la libertà di pensiero. Ho espresso questo pensiero anche in commissione, dove per altro non c’era nessuno del mio gruppo. Non si possono creare battaglie su questi valori, al contrario bisogna riconoscere la necessità di riaffermare dei principi costituzionali. Sono i comportamenti (discriminatori e violenti) che andiamo a limitare con questo regolamento, non le idee”.

Scontato l’incondizionato appoggio al testo di Pd e Articolo 1. Quest’ultimo gruppo è intervenuto con un emendamento di Leonardo Biguzzi, poi approvato, per dare mandato ai settori competenti di “modificare la concessione del suolo pubblico e delle sale comunali”, chiedendo agli organizzatori il rispetto dei valori inseriti nel Codice di convivenza civile.

Lungo e appassionato l’intervento di Stefano Spinelli, di attacco frontale al documento: “Ho detto da subito che il sindaco si era infilato in un vicolo cieco. C’è ancora e c’è rimasto, pur avendo cercato di limitare i danni. Tutti gli interventi che ho ascoltato vertono sul fatto che il regolamento ribadisce ciò che già la legge dice. Abbiamo scherzato? È da due mesi che teniamo in ostaggio il Consiglio comunale con una cosa di questo genere? Io da subito ho detto che il testo o sarebbe stato gravemente lesivo delle libertà costituzionali, pertanto illegittimo, o sarebbe stato assolutamente inutile, e dunque ideologico. Non esiste una terza posizione. Sono profondamente antifascista e anticomunista, senza se e senza ma, lo dico e lo ripeto. Io mi rifaccio alla storia dei valori e dei principi affermati nella carta costituzionale, come il primato della persona rispetto alla società e allo Stato. Mi rallegro che sia sparito dal testo la parte riferita alla revoca ma è rimasto comunque un divieto. Il sindaco non può fare il legislatore e il giudice. Questo provvedimento poi non riguarda solo l’antifascismo, Forza nuova o Casa Pound. O il razzismo. C’è anche il principio della “discriminazione di orientamento sessuale”. In Parlamento non è stato approvato il decreto Scalfarotto che ledeva la libertà di opinione: cosa facciamo, una enclave valida per Cesena? Quali sono i comportamenti esatti, fascisti, razzisti o discriminanti l’orientamento sessuale, che non siano già previsti da leggi dello Stato? Per quella cosa orrenda di Anna Frank gli ultras sono già perseguiti a livello penale. Come il calciatore autore dell’esultanza fascista a Marzabotto. Così come il famoso funerale di Forza Nuova: c’è già un’indagine in corso. Già ora non si può fare apologia di fascismo (legge Scelba). Così come non posso discriminare a livello razziale o etnico (legge Mancino). Esistono già le leggi nazionali! O rimaniamo nell’ambito di quelle o il resto non serve”.

Spinelli si è soffermato poi ancora sull’orientamento sessuale: “Riguarda eccome la libertà di manifestazione del pensiero! Matrimonio, unioni civili, utero in affitto… in questi casi c’è una esigenza di tutela dei figli. Io penso che debbano avere un padre e una madre. Davvero non deve avere ragione di esistere una idea contraria alla vostra? Se io dico che i figli debbano avere un padre e una madre, contravvengo a qualcosa? La Corte costituzionale ha detto che il matrimonio è cosa diversa dall’unione civile. Si possono esprimere pareri contrari?”.

Giuseppe Zuccatelli (Articolo 1-Mdp) ha replicato a Spinelli dicendo che l’allargamento della condivisione al Movimento 5 stelle e a Zoffoli dimostrava che il sindaco tutto era tranne che in un vicolo cieco. Mentre Filippo Rossini (Pd) ha ricordato come: “Non si possono paragonare manifestazioni contro i matrimoni omosessuali, legittimamente democratiche, a quelle propriamente fasciste. Noi non abbiamo mai considerato la Resistenza e l’antifascismo un vezzo e un capriccio, ma il punto fondante del nostro impegno, quello che muove il nostro agire. In Italia il fascismo vinse perché c’era una coscienza morale debole, noi vogliamo tenere alta la guardia”.

L’intero dibattito è stato giudicato dalla consigliera Vania Santi di Cesena Siamo Noi come “Concitato ma molto utile. Anche in futuro ci interrogheremo sul concetto di libertà di espressione e manifestazione, su come approcciare certi valori. Il testo di oggi è migliorato, divenendo più condivisibile rispetto a quello precedente. Però l’articolo 2 parla di un “divieto di attività”. Come gruppo avevamo chiesto che prima di approdare in Consiglio il Codice tornasse in una apposita commissione, dato che sarà uno strumento a disposizione delle Amministrazioni future. Anche noi siamo preoccupati dal dilagare degli estremismi, ma questo regolamento rende vittime e rafforza i movimenti che vorrebbe indebolire. E lo crediamo sulla base del principio del libero confronto, che ci anima da sempre”.

Ironico e a tratti sprezzante l’intervento di Marco Casali (Libera Cesena): “Il consigliere Zoffoli può certamente presentare emendamenti a titolo personale. Ad ogni modo devo fare i complimenti al Movimento 5 stelle che oggi ha politicamente surclassato il Pd e il sindaco. Al di là di questo sono comunque molto preoccupato per la nostra città. Non si può istituire l’ufficio censure manifestazioni. Il nostro sindaco, rissoso, provocatorio, strumentalizzatore, non si vergogna di essere stato comunista e di aver abbracciato quella ideologia liberticida. Su quelle basi limita la libertà di manifestare. Domani ci sarà un vigile a verificare i banchetti? Pensiamo di combattere gli oscurantismi con altro oscurantismo? Il sindaco ha usato come laccio emostatico questo provvedimento per frenare l’emorragia a sinistra. Noi abbandoneremo l’aula con sdegno, manifestando il nostro dissenso liberamente”.

Con l’uscita di tre consiglieri del gruppo Libera Cesena e di Vania Santi di Cesena Siamo Noi, il Consiglio comunale ha approvato gli emendamenti proposti e l’intero regolamento con 18 voti favorevoli, zero contrari e nessun astenuto. Alla delibera è stata concessa l’immediata esecutività, dunque potrà applicarsi già questo sabato, data in cui Forza Nuova ha annunciato il consueto banchetto in centro storico.

Nel frattempo, questa sera alle 20,45 (nella sala Avis di via Serraglio a Cesena) i gruppi del Partito Democratico e di Articolo 1 MdP terranno un incontro pubblico su “Difendere la Repubblica: l’attualità dell’antifascismo”. Introdotto dal sindaco Paolo Lucchi e coordinato dall’onorevole Enzo Lattuca, l’incontro avrà come relatore principale l’onorevole Emanuele Fiano, autore di una proposta di legge che introduce il reato di propaganda fascista e nazifascista.