Gli auguri alla Curia. Il vescovo Douglas. “Vi ringrazio di cuore per il vostro servizio alla Chiesa locale”

Gli auguri alla Curia sono l’occasione, per il vescovo Douglas Regattieri, per un grazie per il servizio reso e un aggiornamento sulla vita diocesana. 

Monsignor Regattieri parte dal grazie al vicario generale della Diocesi, monsignor Pier Giulio Diaco, che oggi compie gli anni, per il “servizio svolto con impegno, competenza e zelo e per l’augurio rivolto (il testo è riportato qui sotto). E auguri anche a don Ernesto Giorgi per i vari incarichi ricoperti negli anni a servizio della Diocesi, in particolare ora per quello di penitenziere in Cattedrale, un ruolo molto delicato e prezioso”. E auguri anche per il suo compleanno che ricorre domani. 

Il vescovo estende gli auguri a tutti e alle rispettive famiglie e dice “grazie per l’impegno che mettete in quello che fate a servizio della Diocesi”. 

In vista dei prossimi appuntamenti, il vescovo ricorda la marcia della pace del primo gennaio e il relativo messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della pace. Sull’anno chiaramontiano chiede a tutti di impegnarsi per la partecipazione al pellegrinaggio a Roma del 20 aprile prossimo, assieme alle diocesi di Imola, Tivoli e Savona. “Vorrei – dice – che la partecipazione fosse la più ampia possibile”. Poi ricorda gli appuntamenti già svolti per i 200 anni dalla morte di Pio VII Chiaramonti e quelli in calendario, fino alla chiusura dell’anno a lui dedicato che si terrà in Cattedrale il 20 agosto 2024.

Sulla causa di beatificazione del Papa cesenate, il vescovo dice che al momento la causa è sospesa e che i quattro vescovi delle diocesi interessate hanno deciso di scrivere al Papa per chiedergli di sostenere la causa e perché l’assuma il Vicariato di Roma, perché al momento è molto complessa e impegnativa, ma il personaggio – nota il presule – merita davvero. È un martire”.

Il prossimo 20 gennaio dovrebbe esserci l’approvazione della positio di Angelina Pirini, mentre le altre cause in corso, al momento, sono più indietro, spiega il vescovo. 

Monsignor Regattieri interviene anche sul triennio pastorale da poco avviato sulla bellezza della vita cristiana affrontata attraverso le tre virtù teologali fede, speranza e carità e i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Gli uffici diocesano al contempo lavorano per rendere fruibili alcune schede di approfondimento (pubblicate anche in questo sito, sezione Diocesi). 

È ormai al termine anche la seconda visita pastorale. Oggi avrà inizio quella alla zona del Centro urbano con la Messa all’Osservanza alle 21. “Una visita molto intensa – confida il presule -. Una bella occasione di incontro con le persone. Una visita che si è tenuta per unità pastorali e unità parrocchiali, un nuovo modo di camminare insieme, superando divisioni e campanilismi”. 

Il vescovo ha parole di gratitudine anche per i diversi sacerdoti che quest’anno hanno accettato l’avvicendamento. “In questo modo – precisa – le parrocchie si sono rimesse in cammino perché il cambio di prete porta con sé sempre un piccola scossa. È un rimettersi in gioco per il sacerdote e per le comunità”. Il grazie del vescovo è andato anche a quattro nuovi direttori di uffici pastorali e al nuovo presidente dell’Ufficio diocesano sostentamento clero, Maurizio Teodorani da poco subentrato nell’incarico ad Antonio Prati. 

Prima del congedo, al vescovo viene posta una domanda sulla benedizione delle coppie, visto l’intervento dei giorni scorsi del Dicastero per la dottrina della fede (cfr pezzo di Andrea Tornielli a fianco). “Non si tratta, con una benedizione – precisa il vescovo – di approvare uno status. Si tratta di accogliere le persone. Vado in carcere a Forlì tre/quattro volte l’anno. Quando sono lì ho davanti delle persone. Prego con loro e do loro la benedizione. Per camminare insieme e migliorare insieme. Tutti siamo peccatori”.

Qui sotto pubblichiamo il testo degli auguri rivolti al vescovo da parte del vicario generale della Diocesi, monsignor Pier Giulio Diaco.

Questo breve ma significativo momento che si ripete ogni anno ci dona la possibilità e la gioia di scambiarci un fervido e sentito augurio in prossimità dei giorni nei quali celebreremo il Natale del Signore Gesù.

L’augurio lo rivolgiamo anzitutto al vescovo.

 

Quest’anno, un particolare anniversario ha arricchito il tempo della preparazione al Natale e in tanti luoghi dove si è realizzato il presepe si è voluto fare memoria del primo presepe, del “presepe vivente” voluto da san Francesco a Greccio nel Natale del 1223.

Scopo del santo era quello di «rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello».

Commenta papa Francesco: “Sono certo che il primo presepe, che realizzò una grande opera di evangelizzazione, possa anche oggi essere l’occasione per suscitare stupore e meraviglia. Così, ciò che San Francesco iniziò con la semplicità di quel segno permane fino ai nostri giorni, come una genuina forma della bellezza della nostra fede”.

 

La rappresentazione del presepio ci porta, ancora una volta, al significato autentico del Natale. Quello di accogliere e riconoscere la visita e la vicinanza di Dio in quel bambino nato a Betlemme.

L’augurio è sempre quello “di farci anche noi pellegrini a Betlemme, a quella grotta, e di adorare quel Bambino”. 

Ma oggi Betlemme… 

Così si legge nel Messaggio di Natale della Commissione Giustizia e pace dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa (Aocts): “Il Natale è la festa della grande gioia. È anche il momento di essere consapevoli della sofferenza dei nostri fratelli e sorelle nel mondo e qui, intorno a noi. Dopo aver assistito a più di settanta giorni di guerra, quest’anno noi in Terra Santa ci avviciniamo alla mangiatoia di Betlemme con il cuore spezzato”.

 

Le incursioni dell’esercito israeliano provocano molti morti e arresti di massa. Lì, la chiusura dei territori ha portato molti a perdere il lavoro, con le famiglie che faticano a mettere il cibo in tavola. Le celebrazioni del Natale sono state cancellate, affinché noi cristiani possiamo essere solidali con tutti coloro che soffrono in guerra. Siamo incoraggiati a concentrarci sul significato più profondo del Natale”.

Da qui l’appello: “Chiediamo a tutti coloro che festeggiano il Natale in tutto il mondo: pregate con noi. Pregate per la pace a Betlemme, a Gaza e in tutta la Terra Santa. Preghiamo per la fine della violenza e per la liberazione di tutti i prigionieri. Preghiamo per un cessate il fuoco permanente e per l’alba di un tempo di dialogo invece di oppressione, di giustizia invece di soluzioni imposte, di convivenza invece del sogno di sbarazzarsi gli uni degli altri. Imploriamo coloro che detengono posizioni di potere di contribuire a porre fine a un conflitto che va avanti da più di un secolo, di facilitare un percorso verso una pace giusta basata sull’uguaglianza, affinché questa guerra possa essere l’ultima e i nostri figli possano finalmente testimoniare la speranza”

 

Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti

con le nostre forze e anche con le nostre armi;

tanti momenti di ostilità e di oscurità;

tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite…

Ma i nostri sforzi sono stati vani.

Ora, Signore, aiutaci tu!

Donaci tu la pace, insegnaci tu la pace, guidaci tu verso la pace.

Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace…

Tu che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli,

donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace;

donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli

che incontriamo sul nostro cammino…

E lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace! Amen.

(papa Francesco)