I balneari indicono una giornata di mobilitazione, 9 agosto

  

Concessioni, il mondo balneare è in fibrillazione. Venerdì 9 agosto  gli stabilimenti apriranno gli ombrelloni alle 9,30, ovvero due ore dopo il consueto orario di inizio giornata.

L’iniziativa, spiega Simone Battistoni, presidente Sib Emilia Romagna, è promossa dal Sindacato balneari italiani e sono invitati ad aderire anche gli stabilimenti locali, in segno di protesta.

“Il Governo e il Parlamento non hanno emanato alcun provvedimento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana tutelando il nostro lavoro e le nostre aziende – si legge nel comunicato del Sib di ieri, mercoledì 31 luglio -. Sono rimasti inascoltati tutti gli appelli provenienti non solo da noi ma dai Comuni e Regioni di ogni orientamento politico. La messa a gara delle nostre aziende non è una eventualità ma una realtà. Le hanno già avviate decine di Comuni di ogni orientamento politico”.

L’appuntamento con la giornata di mobilitazione è dunque confermato salvo nel frattempo qualche intervento da parte del Governo. 

“Si tratta di una prima azione, un’azione dimostrativa perché vogliamo credere che il governo non voglia buttare a mare il nostro sistema balneare – sottolinea Battistoni -. Quando i clienti finiscono la vacanza e ci salutano dicendoci ‘ci vediamo l’anno prossimo’ dimostrando apprezzamento, io penso ‘speriamo’. Siamo preoccupati”.

Pensa che i clienti capiranno il messaggio che volete dare, quando si presenteranno in spiaggia e troveranno gli ombrelloni, se pur temporaneamente, chiusi?

“Si lo capiranno, siamo in Emilia Romagna. Si sentono in famiglia, apprezzano il rapporto che si crea con noi e la nostra accoglienza. Se si ascoltano invece le informazioni che circolano, sembra che stiamo rubando un bene pubblico. Sappiamo bene che paghiamo poco per le concessioni ma noi paghiamo quello che lo Stato ci chiede. Il prezzo della concessione va rivisto, certo, ma non dipende da noi. In seconda battuta si dice che non siamo in regola perché non facciamo i bandi.  Ma tra i nostri competitor, come la Francia, la Spagna (a parte le Baleari), il Portogallo, la Grecia, nessuno emana bandi. All’Italia viene chiesto, se sono da fare li faremo, ma vediamo come ”. 

Cosa dire a chi proclama il mare libero?

“Sappiamo benissimo che la spiaggia è un bene pubblico e lo gestiamo con tutte le cautele, come tale. Ma chi sostiene di poter stendere il proprio telo sotto l’ombrellone di un’altra persona, crea prima di tutto un danno a chi ha pagato e lecitamente occupa il proprio posto”. 

Dopo il 9 agosto la protesta continuerà. “Se il Governo e il Parlamento avranno ultimato i propri lavori senza alcun intervento legislativo – si legge ancora nel comunicato Sib –  il giorno 19 agosto li apriremo alle 10,30. Per le aziende che non hanno gli ombrelloni ma tende o altre forme di ombreggio il ritardo riguarderà l’allestimento delle attrezzature di spiaggia (lettini e sdraio).  È doveroso protestare. Nell’interesse non solo delle nostre famiglie ma anche del Paese che ha la necessità di salvaguardare un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo”. 

“Riteniamo – conclude il Sib – che questa possa essere una iniziativa che abbia la massima efficacia con il minimo di disagio per la clientela. A tal proposito il giorno 8 agosto comunicheremo ai nostri clienti le ragioni della nostra protesta con volantini, manifesti e la lettura di un comunicato per il tramite degli altoparlanti. Possibile anche altre forme di mobilitazione con le quali manifestare la nostra protesta. L’importante è agire”.

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