Dalla Chiesa
I giovani dell’Emilia Romagna alla Gmg al termine dei gemellaggi: “Dare e ricevere un sorriso è bellissimo”
Al termine dei gemellaggi nella diocesi di Chitrè, don Marcello Palazzi (nella foto in fondo), incaricato regionale della pastorale giovanile e parroco a Case Finali di Cesena, ha inviato alcune riflessioni dei giovani che di seguito pubblichiamo.
Giacomo Zibordi, Ravenna, 1995: entrando in chiesa per fare il rosario in diverse lingue, mi ha colpito il fatto che nella preghiera dell’Ave Maria ci sono due parti identiche: l’inizio e poi il “Santa Maria”. Mi ha fatto riflettere l’accostamento di parti uguali e diverse perché diciamo tutti la stessa cosa nella nostra lingua e per qualche istante anche le stesse parole.
Sono alla quarta Gmg e chiedo il piacere a chi è alle prime esperienze di aiutarmi a stupirmi di nuovo di tutte le cose che do per scontate, ma che in realtà sono quelle che mi porto a casa.
Mauro Forlivesi, Cesena, 1984: mi fa piacere raccontare da dove vengo e i problemi che mi hanno portato fino a qui, faccio fatica a raccontarlo. Ho avuto problemi pesanti superati grazie ad amici veri e famiglia e li confido a voi.
Paolo Baccarini, Forlì, 1990: sento il gruppo sempre di più e prima con la mia mamma panamense ho detto che si vede che siamo diventati più amici, mi sento in un vero gruppo. Qui c’è un popolo che ha sicuramente dei problemi ma che mostra tutto quello che ha di bello e di gioioso, contagiandoci.
Sara Semprini, Rimini, 1996: anche a me ha colpito l’apertura sia delle famiglie che delle comunità. Sono sempre pronti ad abbracciarti e sono sempre pieni di qualcosa da dare. Mi ha colpito la sensazione di provare sulla pelle il ricevere in modo smisurato e in modo continuo, me lo porterò sicuramente a casa cercando di smettere di essere imbronciati o tristi ma cercando la gioia e l’accoglienza.
Simone Baccarini, Forlì, 1992: per me la cosa bella è girare per strada e salutare tutti, vedere ragazzi delle altre nazioni, mescolarsi, fare foto, salutarsi. Dare e ricevere un sorriso è bellissimo. Mi piace come i bambini ci vedano come eroi e siano estremamente accoglienti con noi.
Massimiliano Bertozzi, Cesena, 1996: molti dicono grazie a noi per essere venuti qui, ma in realtà siamo noi che dobbiamo ringraziare loro che ci accolgono e che ci danno tutto ciò che hanno. L’aria di festa che si respira qua è unica ed è bellissima.
Martina Lombardi, Cesena, 1998: mi ha colpito la nostra nonna che ci voleva dare due dollari per il gelato, che ci prepara la colazione all’alba e che ha fatto di tutto per noi. Non basta una foto per racchiudere le sensazioni belle che si provano qui.
Nicolò Amati, Rimini: oggi ho trovato la risposta a “perché vai alla gmg?”..necessitiamo di una carica di vita. Mi ero scordato delle emozioni vissute a Cracovia, ma vivendo questa esperienza ho ri-provato la carica di vita data dal contatto con gli altri, dalla festa e dall’accoglienza.
Ilaria Alaimo, Modena, 1998: vi ringrazio perché alla partenza ero timorosa perché sono l’unica della mia diocesi. Quando siamo insieme nella gioia, non manca altro.
Daniele Cantarella, Reggio Emilia: per me questa è stata un’avventura fatta da solo, vi chiedo di fare in modo che sia speciale perché ho difficoltà ad essere coraggioso. Ciò che rende una gmg unica sono le relazioni con le persone. L’esperienza alla comunità mi ha cambiato da dentro perché ho toccato con mano la vita della comunità e con quelle 7 persone che erano con me mi sono trovato davvero bene.
Benedetta Strazzari, Imola, 2000: dal 2008 avevo il desiderio di fare una Gmg e la prima è stata nel 2016, questa è la mia seconda. Quello che vi chiedo è di portare a casa la gioia che provate qui perché possa essere contagiosa in tutte le parrocchie.
Don Samuele Nannuzzi, Imola 1977: mi ha colpito il cammino di preghiera che Papa Francesco ha intrapreso tra le gmg di Cracovia e Panama perché ha un orizzonte sul passato, presente e futuro. Mi sono sentito bene in particolare i tre momenti:
1- servizio durante i tornei di ping-pong e pallavolo.
2- accoglienza del popolo panamense, perché per la gente noi siamo la presenza di Dio. Loro vedono gioia in me e questo mi fa sentire speciale.
3- mercoledì alle confessioni ho incontrato un sacerdote che, avendo fatto piangere (e pentire per davvero) 5 ragazzi, si sentiva felice e per lui la gmg poteva finire lì. Vedere una persona felice per me è stato bellissimo.
Mattia Pastori, Parma, 1995: mi rendo conto che qui le persone hanno poco o niente e sono felicissime mentre io a casa ho molto di più ma a volte non riesco ad essere felice.
Giovanni Casadio, Imola, 1981: sono contento per come sta andando per il popolo in festa, i bambini e le famiglie. Oggi sapevo di essere lì per vedere la mondialità della chiesa e sono contento di essere riuscito a rivederla.
Don Andrea Carubia, Forlì, 1978: in iniziative come queste è facile sciogliersi, non avere pregiudizi..però sappiamo che nella nostra quotidianità non è semplice. La gmg è quello straordinario che ci può ricordare di come nell’ordinario abbiamo bisogno di accogliere persone ed essere a nostra volta coinvolti.
Nelle altre gmg ho percepito gioia e accoglienza ma mai come stavolta ho percepito che chi ci ospita vive davvero la gioia con noi. Come Maria accogliere il dono di quello che nasce dentro di lei, così in questa piccola terra accolgono una cosa così grande come la gmg. Questa gmg ci ricorda come noi abbiamo bisogno di incontrarci tra popoli, di comunicare, perché è li che è racchiuso Dio.
“Trovarci insieme anziché scriverci” mi ha colpito molto, abbiamo tutti capito che è meglio incontrarci dal vivo e siamo tutti stati disponibili.
Niccolò Amati, Rimini: è la mia prima Gmg, ero un po’ teso prima di partire, non sapevo bene cosa mi aspettasse. Ricevo tanto affetto dalla mia famiglia, che ogni giorno aumenta e sono riuscito a fare nuove conoscenze. Anch’io alla comunità ho apprezzato tanto l’incontro con i bambini e sento che questa esperienza mi sta facendo crescere, spero di continuare a viverla così.
Joelle Boselli, Parma, 1993: è la quarta Gmg e ogni volta mi trovo a condividere pareri e sensazioni con persone diverse. Tutte le gmg sono differenti ma c’è una cosa in comune: in questo popolo c’è musica a tutte le ore ma quando c’è la messa c’è un silenzio totale. Questa cosa a me colpisce tanto perché siamo milioni di ragazzi e si riesce ad avere silenzio, è una cosa assurda e vi chiedo di fare attenzione a questi momenti perché sono quelli che di più ci fanno assaporare la gmg e che ci portiamo a casa.
Francesco Pollastri, Ravenna, 1999: questa grande accoglienza da parte del popolo panamense mi suscita il timore di non riuscire a riportare a casa la gioia che provo qui per fare capire ai nostri amici che questa esperienza sta portando. Il fatto di essere il fattore scatenante della gioia del popolo panamense è una cosa molto bella. Spero di riuscire a portare a casa tutto quello che vivo qui.
Marta Milano, Rimini: qui sento una grande carica e una grande energia. Molto spesso a casa siamo presi dai nostri impegni, diamo tutto per scontato e in realtà qui riusciamo ad apprezzare le piccole cose. Spero di riuscire a portare a casa tutto ciò che stiamo provando qui.
Sofia Mambelli, Forlì, 1998: quando sono arrivata nella famiglia che mi ospita ho pensato “dove sono finita?” e mi sono fatta sopraffare dall’apparenza. Solo in un secondo momento, entrando in contatto con una persona e vivendo la quotidianità insieme, sono riuscita davvero ad apprezzare. Spero di riuscire a ricordarmi ciò che sto vivendo per evitare di giudicare di nuovo con apparenza.