Cesena
I Rotary della Romagna alla base di Pisignano. Premiato il comandante Andrea Savina
“Questo stormo è come un’assicurazione. È meglio averlo vicino. Ci si accorge nel momento del bisogno che c’è”. L’ha detto ieri sera alla base di Pisignano di Cervia (Ravenna) del 15° Stormo dell’Aeronautica militare l’avvocato Giovanni Baracca, discendente di Francesco Baracca, in rappresentanza della presidente del Rotary club di Lugo, Simonetta Zalambani, impossibilitata a partecipare. È stato questo sodalizio il promotore della serata che ha visto tutti i club della Romagna nord e di quella centro con i rispettivi assistenti dei governatori, Riccardo Visentini e Gianluca Ginestri, riuniti per ringraziare gli uomini e le donne dell’Aeronautica che si sono distinti durante i giorni dell’alluvione del maggio scorso. Alla serata, condotta dal capitano Matteo Iaconis, ha preso parte anche il sindaco di Cervia Massimo Medri.
I numeri raccontano di un impegno immenso messo in campo in pochissimi giorni. In 93 missioni e con 150 ore di volo, il personale dell’Aeronautica ha salvato 332 persone, in condizioni mai viste prima. Il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa (foto qui sotto, in prima fila al centro), che ancora si commuove ricordando quei drammatici giorni, ha parlato di un evento pari a dieci volte un terremoto.
Al comandante della base, il colonnello Andrea Savina, il Rotary di Lugo ha conferito la massima onorificenza rotariana, il Paul Harris fellow (foto qui sotto spillato da Bruna Baldassarri del Rotary club di Lugo).
Lo stesso comandante, dopo aver avuto il riconoscimento, l’ha subito dedicato a tutto il personale della base. (qui sotto una video intervista con il comandante Savina)
Il past governor Adriano Maestri ha detto dell’orgoglio provato nel vedere le operazioni di salvataggio mostrate in un video che le ha riassunte. E ha aggiornato sui progetti del Distretto 2072 del Rotary, Emilia Romagna e Repubblica di San Marino, messi in campo con i 500 mila euro raccolti. “Si tratta di progetti – ha specificato Maestri – tra gli altri, in favore di giovani, parchi, cucine, scuole. I due terzi sono già stati investiti. Il resto contiamo di impiegarlo entro Natale”.
Sono seguite alcune testimonianze. Il maggiore Gianluca Terrenzi, comandante dell’83esimo gruppo Ricerca e soccorso (Sar), ha raccontato della prima notte dell’alluvione, quella tra il 16 e il 17 maggio. “Avevamo in volo tre elicotteri. C’eravamo solo noi. Sono stato uno dei primi a partire. Quella notte abbiamo visto qualcosa di eccezionale, ma non ci aspettavamo una quantità di acqua di quel genere. Forlì era un lago da cui spuntavano le case. Era così che vedevamo la città dell’alto”, Poi l’ammissione: “Fino ad allora non avevamo mai volato in condizioni simili. Abbiamo visto una persona aggrappata a tavolino. L’abbiamo raggiunta e l’abbiamo salvata”. Poi la vista dall’alto di Faenza: “Era come uno stadio allagato. Poi vedo qui Maria Grazia e Paola, due giovani donne che abbiamo portato in salvo. Tutto quello che avevano non c’era più”.
Per il luogotenente Gianluca P. (omettiamo i cognomi per privacy), la dignità delle persone è stato il tratto caratteristico, “la forza della vostra gente. A bordo – ha ricordato – abbiamo avuto una mamma con una bambina di 20 giorni, la più piccola tratta in salvo. Per mettere la cintura, ho visto un piedino. Non me lo scorderò mai quel piedino”.
Il soccorritore aviere capo Andrea S. è intervenuto nel secondo giorno dell’alluvione. “È stata la mia prima partenza d’allarme – fa memoria di quei giorni -. Sono entrato in casa di una famiglia dove c’era una ragazzetta diversamente abile. Non è stato semplice, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Anche il suo papà non voleva salire, poi con un sorriso e una battuta, ci siamo riusciti. Ricordo quando una mamma ha tirato fuori il portafogli e mi ha chiesto: quanto vi devo? È il nostro lavoro, le risposi. E lei, di rimando: ma scendi almeno a prendere un caffè”.
Il prefetto De Rosa (foto qui sotto mentre interviene davanti alla platea) si è domandato ad alta voce: “Ancora oggi mi chiedo se in quei giorni abbiamo fatto tutto il possibile. Abbiamo mobilitato migliaia di persone, abbiamo corso tanti rischi, tanto personale non ha chiesto il cambio turno. Ricordo il momento drammatico di quando a Faenza mi dissero che non c’erano notizie di 400 persone. Ho pensato: sono tutte morte. Poi sappiamo come è andata: Abbiamo avuto sette vittime in provincia di Ravenna. Potevano essere migliaia. Oggi posso dire che sono orgoglioso di questi ragazzi e della macchina dei soccorsi. E grazie anche Rotary per quello che fa. Questa è una terra ricca di associazioni che si spendono per gli altri. E il Rotary è tra questi. Per questo apprezzo la Romagna che sa fare rete e si sa rialzare”.
Prima dell’avvio della serata, un elicottero si è alzato in volo e ha fatto vedere agli oltre 200 invitati alcune evoluzioni di grande presa per il pubblico. (foto qui sotto)
Alcune foto sono state gentilmente concesse dalla base dell’Aeronautica militare di Pisignano di Cervia.
Durante la serata al comandante Savina è stata donata un’opera (foto qui sotto. Da sinistra: Baracca, Babini e Savina) dell’artista Enzo Babini, socio del Rotary club di Lugo. Il titolo dell’opera è Il libro della memoria.
“L’opera – così la descrive lo stesso autore – è la testimonianza del tragico evento alluvionale avvenuto nel territorio della mia Romagna, che ha distrutto agricoltura, industria, artigianato, ha reso inagibili migliaia di abitazioni, messo in ginocchio una regione fiorente. Questa scultura è stata realizzata con le terre raccolte nei siti dell’alluvione. Da una parte descrive la forza violenta della natura che si abbatte su un fragile territorio, dall’altra il cerchio rappresenta il sole, simbolo di luce e speranza, che racchiude in sé la Primavera, l’Estate, l’Autunno e l’Inverno, quattro figure operanti, che portano storia, ricchezza, orgoglio, simboli della nostra terra di Romagna”.