Cesena
Il 4 marzo gli italiani alle urne per salvaguardare il bene comune. Ecco come si vota
Come si vota il 4 marzo prossimo e soprattutto perché ogni italiano deve presentarsi alle urne? Su questi due punti si sono concentrati l’avvocato Stefano Spinelli e il dottor Arturo Alberti che presso la Sala Cacciaguerra a Cesena nella serata di ieri hanno illustrato nel dettaglio la nuova legge elettorale, il non semplice Rosatellum bis, e i criteri da usare per il voto. L’incontro pubblico, organizzato dall’associazione “Il Crocevia”, è stato articolato nei diversi interventi che hanno preso spunto in egual modo dal discorso che papa Francesco ha pronunciato in piazza del Popolo a Cesena. “La piazza – ha detto il pontefice salutando la cittadinanza in quell’occasione – è un luogo emblematico, dove le aspirazioni dei singoli si confrontano con le esigenze, le aspettative e i sogni dell’intera cittadinanza; dove i gruppi particolari prendono coscienza che i loro desideri vanno armonizzati con quelli della collettività. Io direi – permettetemi l’immagine –: in questa piazza si “impasta” il bene comune di tutti, qui si lavora per il bene comune di tutti. Questa armonizzazione dei desideri propri con quelli della comunità fa il bene comune”.
Proprio sul bene comune si è soffermato Alberti che ha avviato il dibattito esortando i presenti, ma più in generale gli italiani, a non essere ingenui. “Quello che sta accadendo in Italia rientra in un disegno mondiale di eliminazione delle appartenenze guidato dall’Onu e dalle sue diverse Agenzie. Distruggere i cardini della società. Alla famiglia si vogliono sostituire le famiglie, alla sessualità e alla presenza da sempre di un maschio e di una femmina si sostituiscono 5 generi. Inoltre, si tende sempre di più a eliminare ogni appartenenza religiosa in favore di una sola religione universale che elimini le differenze. Questo perché oggi la religione è definita come la causa di tutte le guerre. La realtà che più si oppone a questo disegno è la Chiesa cattolica. Dentro questo scenario dobbiamo considerare che il 4 marzo si vota e tutti dobbiamo andare alle urne innanzitutto come cattolici e come sostenitori del bene comune”. Per Alberti oggi nella vita politica italiana si legge una totale irrilevanza dei cattolici che non alzano la voce e non sostengono – come dovrebbero – i cardini della nostra società, proprio come è accaduto in occasione delle due leggi votate nel corso di questa Legislatura: unioni civili e biotestamento.
All’intervento di Arturo Alberti ha fatto seguito la presentazione dell’avvocato Spinelli dei meccanismi tecnici che compongono la legge elettorale la quale “tenta di garantire la democrazia rappresentativa”. “Tenta – ha specificato Spinelli – perché anche il trend nell’afflusso al voto ha un tale calo che non si può parlare di democrazia rappresentativa. Alle ultime regionali in Emilia-Romagna ha votato il 40 per cento degli aventi diritto e l’attuale presidente della Regione è stato eletto dal 50 per cento che è dunque il 19 per cento”. Il Rosatellum bis rappresenta la situazione complicata della vita politica italiana. Domenica 4 marzo si conclude ufficialmente la XVII° Legislatura iniziata nel marzo del 2013. Una Legislatura sicuramente movimentata e molto popolata: si pensi che in questi anni gli italiani hanno avuto due capi di stato e tre governi. “Gli italiani sono chiamati alle urne per esprimere la propria preferenza riguardo i rappresentanti delle assemblee parlamentari e non in relazione a chi governa. Si voterà con la legge Rosatellum bis che nasce dalla proposta del deputato Ettore Rosato, e che sostituisce l’Italicum (mai utilizzata) e il Consultellum. Entrambe definite incostituzionali. Quindi con il Rosatellum bis i sistemi di Camera e Senato sono stati parificati”, ha argomentato Spinelli aggiungendo che questa legge è stata fatta per prediligere le coalizioni.
La scheda elettorale
Ci sono
Come voteranno gli italiani?
L’elettore ha la possibilità di scegliere se fare una croce su uno dei simboli dei partiti (il voto vale sia per il proporzionale che per il maggioritario), oppure sul nome del candidato al maggioritario. In questo caso non andrà perduto il voto al proporzionale, ma sarà recuperato sulla base dei risultati ottenuti dalle altre liste. Posso fare due croci? Si, è corretto. Una sul nome del candidato al collegio uninominale, la seconda su una lista che lo sostiene. Le croci vanno apposte nella stessa area. Il consiglio, comunque, rimane quello di farne una sola, sul simbolo del partito che automaticamente sostiene un candidato al maggioritario.