Il calcio nel segno dell’inclusione con il “Torre Savio” e l’associazione “Voce all’autismo”

Si concentra sul talento e sul gioco di squadra (anche con altre associazioni operanti sul territorio) il progetto di calcio integrato promosso, insieme, dall’Associazione sportiva dilettantistica “Torre Savio” e dall’Associazione “Voce all’Autismo”, che a partire da settembre, in corrispondenza con la via della stagione sportive 2022-2023, prenderà avvio nel segno dell’inclusione. Questo progetto prende origine dalla duplice natura, che pervade l’associazione sportiva dilettantistica Torresavio, da sempre sostenitrice dello sport agonistico e  votata alla cura del sociale e delle dinamiche di comunità. La prima orientata all’espressione dell’attività calcistica su ottimi livelli, ha la sua naturale espressione nelle squadre di alto profilo, che partecipano ad importanti campionati a livello ragionale. La seconda trova spazio nell’attenzione ai bisogni e alle esigenze dei tesserati e delle loro famiglie. Il progetto di calcio integrato infatti si colloca nello spazio tra queste due anime, poiché si vuole dare la possibilità a quante più persone di svolgere un’attività fisica sana, in modo divertente, prestando la massima attenzione alle esigenze di tutti.

 

 Le attività saranno commisurate alle capacità dei ragazzi che parteciperanno e verranno svolte seguendo una modalità del tutto ludica, votata totalmente al divertimento, dove potranno intervenire a piccoli gruppi ragazzi neurotipici già tesserati del Torresavio. Infatti, sotto la supervisione di uno staff multidisciplinare, composto da allenatori, educatori e psicologi, l’attività di svolgerà in piccoli gruppi misti, dove ogni settimana potranno partecipare bambini di annate diverse del settore giovanile scolastico (tra i 7 e i 12 anni)

 

In questo primo progetto pilota, informa Matteo Losito, Psicologo dello Sport, istruttore qualificato Uefa C e istruttore qualificato per giocatrici e giocatrici con disabilità, “abbiamo deciso di limitare gli iscritti a dieci, mantenendo fisso l’intento di aumentare gli iscritti negli anni futuri. Tale scelta all’apparenza molta cautelativa ci permetterà di lavorare con maggior precisione e attenzione ai dettagli. Inoltre, vorremo provare a tenerci a uno specifico campo della neurodiversità rivolgendoci per il momento solo a bambini e bambine e ragazzi e ragazze nello spettro autistico tra i 7 e i 12 anni per le stesse ragioni”. Un tale progetto, tuttavia, non si può fermare a soddisfare semplicemente uno scopo primario, ma implementa per sua natura diversi fini secondari. Basti pensare alla naturale opera di sensibilizzazione che verrà operata nei confronti delle giovani menti, che parteciperanno agli allenamenti. Di fatto i bambini del settore giovanile si troveranno ad interagire in modi del tutto nuovi, rispetto a come potrebbero essere stati abituati in altri ambiti come quello scolastico. Così i bambini e i ragazzi, partecipanti all’allenamento, avranno modo di scoprire abilità e risorse fino a quel momento inaccessibili alla loro esperienza o sconosciute. Quest’opera di sensibilizzazione non si fermerà ai soli bambini, ma si potrà estendere agli allenatori presenti in campo e alle famiglie di tutti i tesserati. Inoltre, con un minimo impegno si potranno anche coinvolgere altre società, contribuendo a creare un circolo virtuoso di valorizzazione e sensibilizzazione per quanto riguardo un mondo ancora molto sconosciuto e vittima di parecchi tabù, come quello della disabilità intellettiva e relazionale.

 

COME SI SVOLGERANNO GLI ALLENAMENTI?

La metodologia è quella dell’allenamento condiviso a stazioni già adottata dal Torresavio e dalle società appartenenti al circuito scuole calcio d’elite della Ficg. Tale impostazione consente di aumentare l’impegno motorio all’interno della seduta, traendo maggior giovamento per quanto concerne a un maggior coinvolgimento e impegno nelle varie fasi di gioco, annullando di fatto tempi morti e di attesa tra una un’esercitazione e l’altra. Nello specifico, la seduta si svolgerà con una prima fase di accoglienza in cui si riceveranno tutti i presenti al campo, ci si presenterà tramite un gioco strutturato ad hoc. Dopodiché inizierà la seduta di allenamento vera e propria con le esercitazioni già stese a terra. Ci saranno dalle 4-6 esercitazioni dalla durata di 12-15 minuti. Tra le varie esercitazioni sono comprese partite e partitelle a tema con specifiche condizioni, a seconda dell’obiettivo della seduta e varie esercitazioni con la palla. L’allenamento durerà in totale un’ora e 15 minuti, massimo un’ora e 30 minuti. Gli allenamenti seguiranno una vera e propria scaletta di obiettivi, che saranno escogitati appositamente per cercare di far esprimere i piccoli giocatori al meglio delle loro capacità e, perché no, permettergli di svilupparne ulteriori. Ad esempio, potrebbe essere molto interessante approfondire quali potenzialità possa riservare un’esercitazione che preveda la trasmissione di palla, che di fatto costituisce una forma di comunicazione tra due individui. La cosa straordinaria è che tra coloro che stanno eseguendo tale gesto potrebbe esserci qualcuno con capacità comunicative limitate. Il mezzo del pallone ha in sé una riserva pressoché infinità di potenzialità sia espressivo-emotive, che cognitive: sta a noi cercare il metodo per sfruttarlo al meglio.

 

Il progetto prevede che ci siano 3 figure professionali diverse in campo: degli istruttori, degli educatori professionali, se necessario, ed uno psicologo con esperienza in materia di integrazione e sport, che cercherà di favorire la buona riuscita delle sedute e di conseguenza il raggiungimento delle finalità del progetto.

Nella foto di Sandra e Urbano fotografi a Cesena, il vicesindaco Christian Castorri e l’assessore ai servizi sociali Carmelina Labruzzo in campo oggi con il Torresavio