Il concerto di Capodanno a Cesenatico, un’occasione di grande pienezza

Quando la musica diventa preghiera e quando alcune donne e alcuni uomini riescono a incontrare la bellezza e a condividerla con chi hanno a fianco: ecco che si ha l’occasione di vivere un’esperienza coinvolgente e di grande pienezza. Così è stato ieri a Cesenatico, con il concerto del primo dell’anno del Coro Terra Promessa.

Con un’ora e mezza di grande musica il Coro Terra Promessa della parrocchia di San Giacomo di Cesenatico ha dato il benvenuto al nuovo anno. Il concerto dedicato a Maria Regina della Pace ha visto esibirsi il corone del maestro Marco Balestri in 15 brani di vario genere. Gli oltre 40 coristi hanno esordito con una “Vergine Maria” delle Trappiste di Vitorchiano, per passare a Faith di Franklin e ad un’Ave Donna sanctissima da un laudario del XIII secolo e alla Cantiga (XIII sec.) “A madre de Jesu Cristo”. Un’esperienza sublime che ha avvicinato tutto il pubblico a quella richiesta di protezione e di affidamento a Maria e di Pace che prima don Giampiero Casadei, parroco di San Giacomo, e poi Marco Balestri hanno pronunciato all’esordio del concerto.

Come sempre accade, il coro Terra Promessa ha ammaliato il suo pubblico con le avvolgenti note provenienti dalla tradizione cristiana declinata in tutto il mondo con suoni, ritmi e generi differenti. Ed ecco quindi la dolce melodia del Manto de Acucenas, canto portoghese dedicato a Maria; la forza di Mary did you know , un gospel contemporaneo rivolto alla Vergine, per passare alla delicatezza della poesia in musica de “La casa del Melograno“,  un brano nato dall’amicizia del compositore Claudio Chieffo con Giorgio Gaber. E poi alcuni brani della tradizione natalizia come la Notte Annunciata di Ramirez e Silent Night e Stille Nacht e la grande chiusura con il Gloria a Dios dalla Misa Crilla di Ramirez del 1963.

Tutta la solennità di Dies Sanctificatus di Pierlugi da Palestrina e di Estote Fortes del 1500 hanno elevato la preghiera del coro Terra Promessa, una preghiera che in un ideale viaggio ha toccato anche i Paesi Baschi con “Agur jesus ama“, i quartieri di Harlem,  l’Italia con la dolcezza della compositrice Valmaggi in “Se non ci fosse la luna”,  per arrivare fino al Congo con “Salekaka mokonzi” , canzone liturgica congolese che il coro ha eseguito sotto la guida del maestro Paolino Casadei che con la sua energia ha coinvolto tutta platea che ha liberato un fragoroso applauso.