Il coraggio di parlare della realtà

Giornalismo. A Fossoli (Carpi) il primo premio Focherini a Stefania Battistini, inviata di guerra del Tg1. Gli attacchi dalla Russia e la replica dei promotori. Il testo integrale del comunicato stampa

Nella foto, un momento della consegna a Stefania Battistini. Alla sua destra il nipote di Focherini, Francesco Manicardi. Alla sinistra della Battistini, la figlia di Focherini, Paola. Foto Maria Silvia Cabri
Nella foto, un momento della consegna a Stefania Battistini. Alla sua destra il nipote di Focherini, Francesco Manicardi. Alla sinistra della Battistini, la figlia di Focherini, Paola. Foto Maria Silvia Cabri

All’inviata in Ucraina il riconoscimento che ricorda il giornalista beato morto nei campi di sterminio. In un convegno il punto sulla libertà di stampa

Un pomeriggio di riflessioni su libertà di stampa e democrazia

Stare di fronte alla realtà, da uomini e donne liberi, veri, appassionati. Questo insegna la storia di Odoardo Focherini, il primo giornalista beato, morto nel campo di concentramento di Hersbruck, a 37 anni. Un esempio che risuona ancor di più nel campo di Fossoli (Carpi), dove è stato internato e dove si sono dati appuntamento, venerdì scorso, giornalisti di tutta la regione, per il convegno “Libertà di stampa e democrazia”. È stato un momento di riflessione sulla professione nel corso del quale è stato consegnato a Stefania Battistini il primo Premio “Odoardo Focherini” per la libertà di stampa, voluto dall’Associazione stampa modenese, dalla Fondazione Fossoli e dalla Diocesi di Carpi con il sostegno del quotidiano Avvenire, dell’Ucsi e della Fisc Emilia Romagna. Premio contestato dal ministero degli Esteri della Federazione Russa che aveva già spiccato un mandato di cattura per la giornalista italiana (vedi articolo sotto).

Il lavoro della Battistini in territorio di guerra

«Odoardo Focherini ha dato la vita non solo per la libertà, ma anche per la vita degli altri – ha detto ritirando il premio l’inviata del Tg1 –. Per me è di esempio, un giornalista che ha messo l’uomo al centro. È stato emozionante vedere qui, nel campo di Fossoli, qualcosa di molto simile a quel che ho visto in Ucraina. Può accadere ancora. Io l’ho visto con i miei occhi: nella guerra in Ucraina». Nel suo lavoro, l’inviata Rai ha raccontato le fosse comuni di Bucha e intervistato alcuni ragazzi ucraini deportati in Russia. E su questo ha posto un tema: «Secondo le norme deontologiche avrei dovuto oscurare i loro volti. Ma perché devo rendere pulita una guerra che non lo è? Loro hanno il coraggio di raccontare e noi non abbiamo il coraggio di guardare». Temi che interrogano tutti. Come quelli al centro del dialogo tra il caporedattore di Avvenire Francesco Ognibene e il direttore del nostro giornale, Francesco Zanotti. Essere fedeli alla realtà, questo insegna l’esempio di Focherini, che secondo le testimonianze raccolte per la beatificazione finì a Fossoli proprio per il suo lavoro ad Avvenire. «L’informazione di oggi è tutta schierata come curva nord e curva sud, nonostante tutti si dichiarino indipendenti – l’analisi del direttore –. E la gente perde fiducia. È più serio dichiarare il proprio punto di vista e poi svolgere con serietà e onestà il nostro mestiere».

«Dai libri su Focherini emerge l’immagine di una persona vera, viva, appassionata – ha aggiunto Ognibene –. Un testimone, che non ha piegato la testa. Poteva fare scelte diverse, ma ha messo davanti la realtà. Siamo all’altezza della sua passione?». Il problema, prosegue il caporedattore di Avvenire, è il conformismo: «La libertà spesso ce la giochiamo facendo i professionisti del copia-incolla. Perché se copi non ti sbagli. Questa è la vera emergenza». Un esempio concreto. Alluvione del maggio 2023. «A Cesena il Savio esondò attorno alle 16 – ha spiegato Zanotti –. Ma finché un network nazionale non ha battuto la notizia, alle 19, nessun grande media ha scritto nulla». La presidente della Fondazione Fossoli, Manuela Ghizzoni, ha chiarito la posta in gioco: «L’informazione di qualità è indispensabile per la crescita di spirito critico. Ecco perché siete essenziali alla democrazia».

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

Come ha detto il presidente dell’Osservatorio sulla libertà di stampa, Paolo Berizzi, l’aria è sempre più cupa: «Sono 535 i giornalisti in carcere. L’Italia è al 47esimo posto nella libertà di stampa, in peggioramento». «Ogni guerra inizia con la manipolazione del linguaggio, una guerra di parole – ha aggiunto l’arcivescovo di Modena e vescovo di Carpi, monsignor Erio Castellucci -. Cos’è che manipola la libertà di stampa? La verità nasce dal confronto. È necessario il dibattito».
Libertà d’informazione fa rima con responsabilità, ha sottolineato infine il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Silvestro Ramunno. Nel nuovo codice deontologico questo è molto più chiaro: «Il nostro diritto di cronaca ha fondamento nel diritto all’informazione. Questo va difeso, il diritto di essere informati». Con un’avvertenza mutuata da Piero Calamandrei: «La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare».

Fermo sostegno alla giornalista dopo l’affondo da parte della Russia

Attacchi respinti al mittente. Non ci sono stati alla denigrazione resa pubblica dal ministero degli Esteri russo circa l’assegnazione del premio “Focherini” per la libertà di stampa assegnato venerdì scorso a Fossoli (Carpi) all’inviata di guerra Rai Stefania Battistini (cfr pezzo qui sopra). «Una presa in giro – l’avevo definito domenica scorsa la portavoce del ministero russo – della memoria delle vittime del fascismo».

L’intervento dei promotori dell’evento di venerdì scorso al campo di Fossoli

Tutti i promotori dell’evento, dalla Fondazione Fossoli all’associazione stampa modenese e dell’Emilia Romagna, dalla Fisc all’Ucsi alla Fnsi, all’ordine dei giornalisti, alla Diocesi di Carpi, al Comune di Carpi e alla provincia di Modena fino all’Osservatorio sulla libertà di stampa e al quotidiano Avvenire di cui lo stesso Focherini fu amministratore e giornalista, hanno reso pubblico il sostegno alla Battistini e respinto le accuse sembrate di propaganda. «Dopo le critiche del ministero degli Esteri russo – scrivono i firmatari del comunicato diffuso lunedì scorso – per l’assegnazione del premio a Stefania Battistini, ribadiamo con fermezza il nostro sostegno alla giornalista, così come l’impegno a custodire i valori di libertà e democrazia che si esprimono e sostanziano anche attraverso una stampa indipendente dal potere, che sia libera di muovere critiche, realizzare inchieste e testimoniare aspetti che il potere stesso preferirebbe rimanessero celati». A volte occorre ribadire anche l’ovvio perché spesso, ormai, non lo è più. (Francesco Zanotti)

Il comunicato stampa diffuso oggi a sostegno della giornalista Stefania Battistini

Di seguito pubblichiamo il testo integrale del comunicato stampa diffuso oggi pomeriggio dopo l’attacco e le critiche da parte del ministero degli Esteri della Federazione russa.

  • Premio ‘Focherini’ per la libertà di stampa, i promotori: “Pieno sostegno a Stefania Battistini, giornalista che incarna quei valori di indipendenza e rigore professionale che marcano nettamente la differenza tra un sistema democratico e un regime autoritario”
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Dopo gli attacchi del ministero degli Esteri della Federazione Russa per la consegna del premio alla giornalista Rai per i suoi servizi in Ucraina: “Le pietre del Campo di Fossoli sono lì proprio per ricordarci in quali abissi di orrore può sprofondare una società in cui libertà di parola, stampa e dibattito non siano consentite”

A seguito degli attacchi rivolti dal ministero degli Esteri della Federazione Russa a Stefania Battistini, che all’ex Campo di concentramento di Fossoli (Carpi), è stata insignita del Premio ‘Odoardo Focherini’ per la libertà di stampa, di seguito la nota degli enti promotori del premio e del relativo convegno:

Il Campo di Fossoli, a Carpi, è luogo di storia e memoria. Tra gli ammonimenti che le sue pietre evocano, c’è quello dei rischi che corre la libertà di parola sotto un regime autoritario: così fu, nella prima metà del Novecento e durante la Seconda guerra mondiale, per gli oppositori dei regimi nazista e fascista, vigenti i quali non era possibile esprimere liberamente il proprio pensiero, associarsi, né tantomeno godere di una stampa indipendente. Questa era infatti rigidamente controllata dal regime, i quotidiani non allineati venivano chiusi, i giornalisti non compiacenti epurati, e insomma la libera circolazione di informazioni e punti di vista, precondizione necessaria per ogni democrazia, era interdetta. Al punto che numerosi furono i giornalisti e gli intellettuali che pagarono in prima persona la volontà di non piegarsi ai diktat dei regimi autoritari: come il carpigiano Odoardo Focherini, che non a caso fu internato proprio a Fossoli, prima di venire deportato in Germania.

Non è dunque un caso che Fondazione Fossoli, Associazione Stampa Modenese e Diocesi di Carpi abbiano deciso di intitolare un premio per la libertà di stampa alla memoria proprio di Focherini, così come di assegnarlo, nella sua prima edizione, a Stefania Battistini, un’operatrice dell’informazione che incarna al meglio proprio quei valori di indipendenza, rigore professionale e libertà che marcano nettamente la differenza tra un sistema democratico –nel quale i cittadini possono informarsi attraverso fonti diversificate che contribuiscono, attraverso un dibattito aperto, alla formazione di un’opinione pubblica consapevole e matura – e un regime autoritario, come quelli che hanno eretto luoghi quali il Campo di Fossoli, nei quali i giornalisti critici sono, nel migliore dei casi sottoposti a forti pressioni, e nel peggiore perseguitati, incarcerati, e persino posti a rischio di incolumità fisica.

La stessa Battistini, insieme al collega operatore Luca Traini, ha pagato in prima persona il fatto di aver svolto la propria professione documentando gli orrori del conflitto in Ucraina, tanto da essere oggetto di un mandato di arresto da parte della Federazione Russa.

Dopo le critiche del ministero degli Esteri russo per l’assegnazione del premio a Stefania Battistini, ribadiamo con fermezza il nostro sostegno alla giornalista, così come l’impegno a custodire i valori di libertà e democrazia che si esprimono e sostanziano anche attraverso una stampa indipendente dal potere, che sia libera di muovere critiche, realizzare inchieste e testimoniare aspetti che il potere stesso preferirebbe rimanessero celati. Il Campo di Fossoli è lì a testimoniare in che abisso può sprofondare una società che, invece di apprezzarli, perseguiti e arresti gli operatori dell’informazione.

Qui sotto l’elenco dei firmatari:

Fondazione Fossoli

Associazione Stampa Modenese

Diocesi di Carpi

Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc)

Unione della Stampa Cattolica Italiana (Ucsi)

Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna

Associazione stampa Emilia-Romagna

Avvenire

Città di Carpi

Provincia di Modena

Il Premio “Odoardo Focherini” per la libertà di stampa è stato istituito su proposta dell’Associazione Stampa Modenese, della Fondazione Fossoli e della Diocesi di Carpi e il sostegno di Osservatorio sulla libertà di stampa, Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, quotidiano Avvenire, di UCSI Emilia-Romagna, FISC Emilia-Romagna, con il patrocinio del Comune di Carpi, Provincia di Modena e con il consenso della Famiglia Focherini.

Per ulteriori informazioni consultare il sito www.fondazionefossoli.org.