Il faccia a faccia tra Lattuca e Rossi andato in onda lunedì scorso in un palazzo del Ridotto gremito. Tanta la gente rimasta fuori.

Pubblichiamo il testo del Primo piano che si trova sul giornale in edicola da oggi, alle pagine 4 e 5. È interamente tratto dal dibattito che il Corriere Cesenate ha organizzato lunedì scorso al palazzo del Ridotto tra il candidato del centrosinistra Enzo Lattuca e quello del centrodestra Andrea Rossi. Presto gremito il Ridotto (le porte sono state chiuse dalla cooperativa che gestisce i locali attorno alle 20,45) in tanti hanno seguito la diretta streaming sulla nostra pagina Facebook.

Serata di grandi passioni politiche. È quella andata in onda lunedì scorso, organizzata dal nostro giornale, che ha visto al tavolo del palazzo del Ridotto i due candidati al ballottaggio per la poltrona di sindaco di Cesena per i quali si voterà domenica prossima, 9 giugno, dalle 7 alle 23. Moderati dal nostro direttore Francesco Zanotti, Enzo Lattuca (centrosinistra) e Andrea Rossi (centrodestra) sono stati sollecitati da numerose domande giunte anche dal pubblico che è potuto intervenire con messaggi via cellulare. Sulla pagina Facebook del nostro giornale si può riascoltare e rivedere l’intero dibattito che è stato trasmesso in diretta streaming. Ciò ha consentito anche a quanti sono rimasti esclusi dall’ingresso nel palazzo, risultato presto gremito, di poter seguire l’intero confronto. Attorno ai mille gli utenti che si sono sintonizzati durante le quasi due ore di dialogo serrato, scandito dagli applausi di un pubblico, a tratti tifoso, ma anche molto partecipe.

Partiamo dall’attualità politica. Niente apparentamenti ufficiali, sono possibili alleanze di altro genere? Dove andare a cercare i consensi per vincere, sapendo che di solito la percentuale dei votanti diminuisce ai ballottaggi?

Lattuca. Non è facile fare apparentamenti. È difficile in tre giorni. Ciò nonostante ci siamo resi disponibili a “Cesena siamo noi”, a Davide Fabbri e a “Fondamenta”. Abbiamo preso atto che non è stato possibile. Hanno deciso di non confrontarsi con noi. Rispettiamo la loro scelta, la riteniamo coerente. Così, ci rivolgiamo direttamente agli elettori: la forza di Cesena, del futuro, la credibilità dei candidati che si mettono a disposizione della città non si improvvisa. Sono volate parole grosse. Sono stato accusato di essere Pinocchio. Cesena è stata assimilata a Collodi. Non è esatto. Per questo vorrei regalare una copia del libro a Rossi, per rimediare al suo errore. Collodi non è l’ambientazione della favola di Pinocchio. È solo lo pseudonimo usato dall’autore Carlo Lorenzini. Non vorrei che Cesena venisse trasformata nel paese dei balocchi.

Rossi. Ringrazio tutti per essere qui. Una serata in cui Cesena è presente. Se ci appassioniamo alla politica a prescindere dal voto, è comunque una cosa bella. Partiamo da un dato numerico. Siamo al ballottaggio, dove volevamo arrivare. Il Pd ha perso un terzo degli elettori. Ciò dimostra che la città non è stata contenta dell’amministrazione passata. Altro dato: il 20 per cento delle liste civiche (“Cesena siamo noi”, 5 stelle e Davide Fabbri) non è mai stato allineato all’Amministrazione. Puntiamo molto a questi elettori. È un bacino di voti molto vicino a noi. Inoltre, il 30 per cento di Cesena non è andato a votare: è un partitone che va stimolato. Poi ci rivolgiamo a chi ha votato Lega in Europa e non per noi. A proposito di apparentamenti, alleanze e coalizioni. A mio avviso sono cose che appartengono alla vecchia politica. Con “Cesena siamo noi” ho fatto 5 minuti di telefonata di cortesia con Valletta. Altri hanno scomodato Bologna, Pizzarotti, il sistema.

Avete già una squadra per l’eventuale Giunta?

Rossi. La Giunta è per noi è materia importantissima. La nuova politica deve passare da un percorso di trasparenza. Le persone che dovranno governare Cesena faranno la differenza. Sarebbe bello in questi ultimi giorni venire fuori con 3-4 candidati di Giunta. Li stiamo cercando, e anticipo che ci saranno sorprese. Ci saranno un assessorato alla sicurezza e uno forte al welfare e alla famiglia. È stato un cavallo di battaglia della nostra campagna. Ci sarà di certo Maurizia Boschetti.

Lattuca. Sto pensando a una Giunta molto giovane, rinnovata, composta in maggioranza da donne. Saranno rappresentate tutte le forze: Pd, partito repubblicano, Articolo 1 La Sinistra, Popolari per Cesena e Cesena 2024. I patti si rispettano. L’impegno preso all’inizio del percorso è ancora oggi valido. Prima dei nomi, arrivano le proposte. Vi anticipo questo: la parte del programma che riguarda le famiglie sarà seguita da un assessore che emerge da una condivisione con i Popolari per Cesena.

Salvini a Cesena martedì, una presenza autorevole, ma anche ingombrante…

Rossi. Sono onorato di far parte di questa coalizione. Onorato di questa presenza. Detto questo, c’è un particolare importante che fa capire perché la Lega in Italia ha preso il 34 per cento. Perché io ho trovato in questo progetto un rapporto diretto, pragmatico, di concretezza per la città. Sfido chiunque. Noi siamo due candidati diversi, è vero. Con i limiti di tutti. Lattuca è di sistema. Io no.

Lattuca. Mi ha molto colpito quello che ha detto papa Francesco di ritorno dalla Romania: “Un politico non deve mai seminare odio”. Noi non abbiamo nulla da che spartire con Salvini. Credo che qualsiasi manifestazione del pensiero debba essere pacifica. Con la presenza di Salvini a Cesena i cesenati avranno davanti agli occhi la realtà: cade la maschera di una candidatura civica, ed emergerà la vera faccia della lista civica. Con buona pace dei liberademocratici.

Lattuca, anche voi avete una coalizione molto eterogenea, con anime diverse…

Lattuca. I miei prof mi hanno insegnato che in democrazia la eterogeneità è un valore e una ricchezza. Che si tradurrà in un governo migliore.

Rossi, leggendo i vari programmi, se non sbaglio, nel vostro non è citata l’accoglienza. Mentre è citata “Una Cesena più sicura”. Quali sono le priorità?

Rossi. Cesena è una comunità. Abbiamo un welfare generativo. L’immigrato è una delle parti sociali. La diversità parte dal fatto che chiunque aiutiamo deve mettersi in gioco. Nel programma, da una parte c’è la mensa e dall’altra c’è l’emporio solidale. Un mercatino con aziende che conferiscono un prodotto, con associazioni di volontari per contenere costi ed energie; e chi usufruisce di beni, in realtà dona il suo tempo. Ognuno è così obbligato a rimettere in circolo, a sommare il valore. Ci vogliono risposte concrete. Ho avuto tre bambini a scuola al “Carducci”: a volte capitava che le classi fossero miste, con diverse velocità. Se la situazione nuova non si gestisce, diventa un problema. Occorre organizzare dei doposcuola per la lingua e la cultura. Questi sono i nostri impegni per aiutare l’integrazione.

Lattuca, qualcuno dice che con lei si è in continuità con l’amministrazione Lucchi che avrebbe scontentato molto su diverse materie come il commercio e i parcheggi. Lei lo vede come un difetto o un pregio?

Lattuca. L’ho ricordato più volte: scriviamo insieme una pagina nuova per Cesena. Sin dall’inizio ho detto che se all’interno del Pd fosse prevalsa una mera linea di continuazione, non sarei stato io il candidato. E la dimostrazione di ciò è la presenza di forze politiche come Articolo 1, Popolari per Cesena e Repubblicani che dimostrano il cambio di passo intrapreso. Ringrazio Paolo Lucchi e i predecessori: Cesena è città che in questi decenni è stata amministrata da persone serie, oneste e per bene.

Rossi, esistono poteri forti in città?

Rossi. Senza fare dietrologia, andrei sul concetto di alternanza. Chi governa ha degli obiettivi. Succede dappertutto, nelle aziende come nello sport. Quando si sbaglia, si cambia. Lattuca prende le distanze dall’amministrazione passata: difendo, ma rilancio. Occorre che Cesena misuri i risultati dell’amministrazione Pd: se è contenta, bene. Se non è contenta, deve cambiare. Voglio essere misurato sul mio programma, sulle cose che faccio, su quello che sbaglio. Se faccio dei danni come con il ristorante dei Gessi, come con il centro storico, devo essere misurato. È normale.

A Lattuca, che ha proposto le materne gratis per tutti, chiedo quali saranno i rapporti con le scuole paritarie?

Lattuca. Abbiamo dato una forte impronta sulle scuole dell’infanzia (3-6 anni) perché vogliamo che siano come tutte le scuole: di tutti, per tutti (nel programma di Lattuca tratto dal sito del Comune si legge scuole dell’infanzia, ndr). Vogliamo renderle gratuite per tutti, perché tutta la città si deve avvertire un pezzetto di responsabilità per quei bambini che nascono e crescono a Cesena. La mia disponibilità c’è per rivedere una convenzione che già oggi è presente: il Comune contribuisce in parte al costo dei servizi.

Rossi, parliamo di famiglia.

Rossi. Anche qui, è evidente la differenza tra noi due. Mentre Lattuca parla di regalare scuole materne… Chiedo: se uno se lo può permettere, perché non deve pagare la scuola? Quei soldi potrebbero servire per un nuovo sistema di famiglia. Parliamo di sostegno alla natalità, di quoziente familiare. Più del 75 per cento delle coppie sotto i 35 anni vive in famiglia o in affitto. È importante il ruolo della donna come madre, nella famiglia. Bisogna garantire pari opportunità: asili nido più flessibili, doposcuola, welfare aziendale. Poi, gli anziani: ammalati, non autosufficienti. Occorre un supporto forte: ho avuto quattro nonni, tutti morti in famiglia. So quale valore aggiunto c’è nel tenerli a casa.

Lattuca, con Fondamenta vi siete impegnati per una famiglia al plurale…

Lattuca. Abbiamo messo al primo punto le famiglie: quelle con bambini piccoli, con anziani non autosufficienti. Abbiamo parlato di una nuova casa di riposo. Famiglie con persone con disabilità, con bambini disabili. Vogliamo costituire un’agenzia per la famiglia che sia in grado di fare da ponte tra famiglie e associazioni. Per il resto, mi baso sugli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione: il principio di uguaglianza.

Rossi, sono tanti i temi caldi… Parliamo di frazioni e quartieri.

Rossi. Ho girato tanto nei quartieri. Noi pensiamo di spostare il Comune nei quartieri, in una sorta di Comune sotto casa. È un progetto ambizioso. Il cittadino potrebbe non venire in centro per fare la carta d’identità. Fare rivivere l’identità del quartiere. Rivitalizzare le biblioteche per una cultura diffusa. E la cultura come centro all’interno del quartiere. I quartieri sono stati bistrattati, si sono trasformati in dormitori. Occorre ridare vitalità alle attività di quartiere, ormai abbandonate. I quartieri vanno rivisti a 360 gradi. I cittadini diventino participi del loro territorio. Cesena non è in grado di capire che non si deve comprare con uno sfalcio la campagna elettorale?

Lattuca. Che gli sfalci si facciano in primavera non dipende dalla campagna elettorale. Sono contento di rappresentare una coalizione che ha quasi la metà dei consiglieri comunali con esperienza di quartiere alle spalle. La nostra proposta per le frazioni è stata la seguente: più cura, più attenzione alle piccole cose (marciapiede, verde), più sostegno ad associazionismo sportivo, laico, cattolico. A Cesena c’è una rete di oratori che fa doposcuola e non chiede al bambino che vi partecipa di che religione è. È questo il messaggio del Vangelo. I campi sportivi. Le scuole aperte a disposizione della comunità. I negozi di comunità: parrucchiera, fornaio… Intorno a questi pilastri vogliamo costruire comunità. Non vogliamo periferie, ma comunità di persone che vivono bene insieme.

Rossi, che dice del centro urbano?

Rossi. È difficile fare peggio. Il centro urbano non è solo per chi lo abita, ma è patrimonio di tutti. Ci si riconosce, nel proprio centro. Vederlo trattato così è una ferita per tutti. È stato trattato talmente male che è difficile farlo ripartire. È uno splendido centro commerciale all’aria aperta. Per rilanciarlo è importante avere una direzione: noi lo abbiamo chiamato city manager, perché ci vogliono competenze. Occorre l’ascolto dei commercianti. Per piazza della Libertà sono state raccolte 7mila firme, ma nessuno ha ascoltato i firmatari. Poi, la politica di sosta: vedo che in questi mesi Lattuca inizia a seguire. Vedo che parla del parcheggio del Sacro Cuore. Sono errori fatti nel passato; occorre un piano di ristrutturazione di tutto il commercio. Sono fiducioso, perché è uno dei centri storici più belli d’Italia.

Una città a misura di tutti: via barriere architettoniche. Attenzione agli utenti deboli della strada, agli anziani, ai bambini. Applicazione anche del piano Peba, poco applicato in tutta Italia.

Rossi. Ci sono tante cose da fare. Gli uffici amministrativi hanno poca sensibilità. Leggere con gli occhi della disabilità un problema è complicato anche per me. Sono convinto di poter coinvolgere maggiormente anche i privati. Ad esempio: abbassare l’imposta di suolo pubblico se l’esercizio fa la pedana… Tante piccole attenzioni che un esercente potrebbe avere, se fosse supportato dall’amministrazione comunale.

Lattuca. Ringrazio l’architetto Verona che da tecnico segue la vita delle associazioni di persone con disabilità. Ringrazio per il contributo che ha dato per il nostro programma, e che continuerà a dare. Mi pare che Rossi da imprenditore dica: coinvolgiamo imprese ed esercizi commerciali a fare un minimo di supporto per l’accoglienza verso i disabili. Occorre fare formazione su tecnici e progettisti privati che devono abituarsi a pensare a una città accessibile. Vedo grandi prospettive: noto persone con carrozzine elettriche che percorrono tanti chilometri. La mobilità elettrica sarà una vera e propria rivoluzione per la nostra città, e noi vogliamo trovarci pronti per questa sfida.

Lattuca, se Rossi mette la sicurezza al secondo posto nel programma, nel vostro si trova nell’ultima pagina…

Lattuca. In un corso di giornalismo mi hanno insegnato che le cose importanti si mettono all’inizio o alla fine. La scelta di inserire il tema sicurezza nel capitolo sulla qualità della vita insieme significa riconoscere massima importanza alla materia. La sicurezza dei cittadini caratterizza la comunità. Ecco alcune proposte: lotta al degrado (dove c’è un lampione rotto…). Poi il controllo di vicinato: è una grande forza, perché è di supporto alla socialità, è ritorno al buon rapporto di vicinato. La sicurezza è un bene comune: a Cesena siamo sotto numero di forze dell’ordine. Ma forse, dopo l’incontro di Rossi con Salvini…

Rossi. Lo abbiamo messo all’inizio, forse sbagliando. Per noi il presidio del territorio è fondamentale. Vuole dire presidiarlo direttamente. Oltre a zone a rischio, anche i quartieri con agenti di prossimità: 12 poliziotti che ogni giorno girano nei quartieri, ascoltano i cittadini e stabiliscono un rapporto preventivo. Poi, utilizzo delle telecamere (progetto da 10 milioni di euro): poche telecamere installate. In realtà, sono uno strumento importantissimo. Un altro fenomeno sottovalutato è quello dello spaccio. Per noi è centrale. Dare unità cinofile alla nostra Polizia locale, in modo che presidino quotidianamente le scuole.

Ultimissima domanda. Cesena è una città bella? Tutti lo abbiamo detto, ma si può fare meglio e di più. Da dove ripartire. Volete rivolgere un ultimo appello a partecipare al voto, anche agli indecisi? È stata una serata di passione politica vera. Anche questa esperienza nuova del ballottaggio, sfidante anche per noi giornalisti, è impegnativa per tutti. Una bella serata per la nostra città.

Rossi, da dove ripartire il 10 giugno?

Rossi. Pensiamo al 9 giugno. Cesena è in un momento storico, bello. Di cui sono contento di far parte. Il ballottaggio? Un modo per confrontarsi e discutere. È chiaro, il cambiamento è complicato, può spaventare. Ma è sintomo di democrazia e alternanza. Il vantaggio che la città ha è semplice: due candidati con storie diverse, esperienze diverse. Da una parte un partito conservatore che ha mantenuto poteri e si è scollegato con le persone. Dall’altra parte c’è un progetto nuovo: meno ideologizzato, ma con più concretezza. Una coalizione che vuole portare sviluppo, lavoro, sicurezza, tutela dell’ambiente. Per cambiare ci vuole coraggio. Speriamo di cambiare Cesena insieme. Grazie.

Lattuca, che è passato nelle aule dell’università e in quelle parlamentari, ora si trova davanti a una sfida tutta nuova. Che dire in questo momento, prima del voto?

Lattuca. Sono stato consigliere comunale, e nel frattempo studiavo. Se siete convinti che Cesena sia una città bella, dove essere orgogliosi di vivere; dove poter guardare avanti e non voltare lo sguardo verso il passato perdendo tempo nelle dispute di questi anni. Dove poter guardare avanti, insieme ai cittadini, per una città più giusta, europea, solidale, più aperta, che si prenda cura delle persone, che combatte le diseguaglianze, che genera lavoro legale e consente alle persone di vivere dignitosamente; attività sportive, prevenzione delle malattie; sicurezze dei cittadini… Se volete tutto questo e non volete chi conosce poco la città e non prevalga il “Prima gli italiani”, ma il motto “Prima le persone”, votate per il centrosinistra. Cesena è davanti a noi.