Il grazie di Cesena ai 300 volontari della campagna vaccinale

Pier Paolo Zanotti ha i capelli bianchi. “Pensavo di aver bisogno io della Protezione Civile dopo i 70 anni, invece sono diventato volontario e ho scoperto di poter aiutare gli altri”, racconta il vicepresidente della Protezione civile al termine della cerimonia che si è svolta questa mattina alla Fiera di Cesena, in segno di ringraziamento dei volontari che hanno reso possibile la campagna vaccinale anti-Covid. Il giorno scelto per questo momento è simbolico, perché oggi l’hub vaccinale chiude e gli spazi che lo ospitavano torneranno alla loro funzione originaria.

Nel frattempo sono state effettuate qualcosa come 317.342 vaccinazioni solo nel cesenate, che salgono a 468.000 se si conteggiano anche quelle dell’intero comprensorio, dal 27 dicembre 2020 a oggi. Un ritmo di 1000 al giorno, in certi giorni anche 1500 effettate non solo nei vari hub anche territoriali, ma nei camper, presso le case di riposo, a domicilio (ancora in corso) e con sedute dedicate.

Alla cerimonia erano presenti il sindaco Enzo Lattuca, l’assessore ai Servizi per le persone e le famiglie Carmelina Labruzzo,  Paola Ceccarelli, dirigente Professioni sanitarie della Direzione infermieristica e tecnica di Cesena (Ausl Romagna), la vicepresidente di Cesena Fiera Catia Guerrini (foto sotto, ph Sandra&Urbano fotografi).

Dall’altro lato, un folto gruppo di volontari con divise varie ma anche in borghese, a rappresentare tutti i 300 che in questi mesi hanno prestato un servizio “decisivo” come lo ha definito il sindaco Lattuca.

Associazioni strutturate come la Protezione Civile (foto sotto, ph Sandra&Urbano fotografi) o le Pubbliche assistenze, associazioni che facevano altro e si sono adoperate comunque in volontariato sanitario, singoli cittadini. “Tutti voi avete fatto qualcosa di importante – ha sottolineato il Sindaco -. Nella terza ondata avete integrato il lavoro dei sanitari che altrimenti non avrebbero potuto da soli implementare il polo vaccinale. Il tassello che avete messo è stato decisivo e lo avete fatto con il sorriso. Vi ringrazio”.

“Oggi è la giornata del grazie – ha esordito l’assessore Labruzzo -. Voi siete I cavalieri che fecero l’impresa, vedervi qui è un colpo d’occhio bellissimo, ciascuno con la sua divisa, anche se i volontari il Dna ce l’hanno impresso dentro e non serve la giacca”.

Sentito anche il grazie della dirigente Usl Paola Ceccarelli che ha ripercorso il lavoro fatto in questi mesi, citato la coordinatrice dei turni Elisabetta Magalotti, Marco Senni, responsabile infermieristico vaccinale, Francesco Sintoni dirigente dei Distretti sanitari. Avete deciso di esserci nonostante i dubbi e le incognite dei primi tempi, e per questo vi ringrazio”.

Al termine la consegna di una pergamena a tutti i presenti tra cui singoli cittadini dei Quartieri di Cesena, Croce Rossa Italiana, Protezione Civile, Avis, Agesci, Avo, Lions Club, Rotary Club, Azione Cattolica Italiana, Associazione Michelangelo, Masci, San Vincenzo de Paoli.

  

Per fare il volontario non serve essere un Rambo o avere un fisico da atleta, e neppure avere particolari abilità. Parola di Pier Paolo Zanotti, 73 anni, attivo da sei nella Protezione Civile Comunale. “Sono io che ho bisogno – mi dicevo all’inizio, quando mia figlia mi ha proposto di diventare volontario -. Invece per ora la salute mi aiuta, i lavori che possiamo fare sono tanti, ognuno può fare qualcosa, non per tutte le incombenze serve avere un gran fisico”.

Il volontario, occorre spiegarlo chiaramente – dicono – non riceve compenso o stipendio.  “Riceviamo il compenso dalla gratitudine delle persone, dal sorriso, dal ringraziamento di quelli che aiutiamo e accompagniamo – conferma Zanotti -. Io sentivo dentro da sempre la voglia di fare qualcosa per gli altri, i miei due figli fanno parte della Protezione Civile, mi hanno portato dentro loro”. Pietro Moscatelli è la punta di diamante dell’associazione, volontario dal 2012 quando è stata fondata, ha tenuto in piedi da solo anche sette, otto turni. E quando gli chiedono perché fa il volontario lui risponde: “Perché tu no?”.

E se iniziare nel solco di una associazione strutturata può essere più semplice, molti sono quelli che hanno preso l’iniziativa individualmente. Come Novella, del quartiere Borello. “La nostra presidente Rita Persiani ci ha detto che c’era bisogno e io mi sono presentata”. Oppure Sonia, alle spalle trascorsi di volontariato negli Scout che le hanno lasciato “scorie” di propensione al servizio che ora sono tornate a galla e l’hanno spinta a rimettersi in moto, o Roberta. “Avevo tempo, volevo rendermi utile e credevo nella campagna vaccinale, ho fatto di tutto per trovare il canale giusto ed eccomi qui”. 

Nella foto Roberta, Novella e Sonia (foto Mariaelena Forti)