Cesena
Il ministro Francesco Lollobrigida al Campus di Cesena: “Non cibo per tutti ma buon cibo per tutti”
Non cibo per tutti ma buon cibo per tutti. Torna sui temi più cari al Governo il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, nel suo intervento di chiusura del convegno promosso dal Campus di Cesena oggi, nell’aula magna “Carmen Tura”, in via dell’Università 50.
L’iniziativa guarda al secondo vertice Onu sui sistemi alimentari che si terrà in luglio alla Fao, a Roma, tenendo gli interventi di oggi sul tema delle “nuove sfide dell’agroalimentare tra sicurezza, logistica e trasformazione”.
Per il ministro la risposta non è univoca. Uscire dal rapporto di subalternità con Africa e Asia, mettendo al centro la formazione, valorizzare il sistema produttivo tenendo fermo il criterio della qualità, difenderlo rispetto alla standardizzazione. Ancora una volta un no al cibo industriale finalizzato alla grande distribuzione, no al sintetico, sì all’etichetta tradizionale.
Francesco Lollobrigida si dice convinto che l’occidente possa giocare un ruolo nella crescita e nell’affrontare il grande problema alimentare, affermando un modello e puntando sulla formazione e sulla sinergia. “Bisogna passare a un modello di cooperazione tra Europa e Africa che metta da parte la subalternità di un continente che ancora ha potenzialità non sfruttate, ma soffre la fame. Non possiamo affrontarla distribuendo buste di latte Nestlè, ma possiamo lavorare per la messa in distribuzione di un modello”, ha ribadito.
Su questo fronte l’agricoltura da sola non basta, i ministri devono parlare tra loro. “Se è vero che il cibo italiano è fortemente richiesto, è altrettanto vero che la nostra tecnologia in fatto di alimentazione è all’avanguardia” ha osservato, citando l’Algeria dove è in corso in questi giorni la fiera Algeria Agrofood 2023. “In quel Paese gli imprenditori non sono scappati, nonostante i problemi, ma hanno sviluppato un modello avanzato”.
Quindi un grande elogio all’Orogel. “Un’azienda eccezionale, di cui mi hanno colpito molte cose, ma soprattutto la filiera. Alla fine del processo di controllo, ci sono ancora risorse umane che controllano la fogliolina. Un esempio eccezionale di attenzione alla qualità prima che al prezzo”.
Questo sarebbe l’antidoto alla standardizzazione, al cibo industriale e, soprattutto, al futuro che guarda al sintetico, cui il ministro ribadisce un deciso no. Per sostenere questa visione “bisogna lavorare in sinergia a livello europeo”. E non lo facciamo per difendere “le nostre lobby – ha affermato – ma il bene del pianeta. Se l’Italia è al secondo posto in Europa per longevità, la nostra alimentazione ha certamente un peso su questo”.
Pur nella consapevolezza che la sostenibilità ambientale deve convivere con la sostenibilità sociale, Lollobrigida sostiene fortemente il valore della filiera produttiva, basata sull’impresa locale e sull’etichetta tradizionale. “Non possiamo certo farci insegnare dagli Stati Uniti dove il 77 per cento della popolazione è sovrappeso contro il 36 per cento di quella europea, e il 36 per cento è obeso contro l’8 per cento”.
Curioso, ha aggiunto “che negli Stati Uniti il ricco cerca il cibo dal contadino mentre da noi il lusso si abbina al cibo raffinato mentre la popolazione guarda al chilometro zero per mangiare bene spendendo meno”.
Infine un passaggio sull’educazione alimentare che in Italia passa ancora dalla madre al figlio, mentre in America arriva direttamente dalla multinazionale, con i relativi danni di salute.
Il ruolo della ricerca su questo fronte è fondamentale. Secondo il ministro deve esistere non l’Università ma un “Sistema Università” in cui la ricerca sia capace di specializzarsi per preparare il modello del futuro. “I modelli ci permetteranno di affrontare anche eventi come quelli che hanno colpito la Romagna, che si ripeteranno e per i quali dovremo essere capaci di contenere gli effetti collaterali”.
Importanti assunzioni di principio che il Governo dovrà applicare.
La fotogallery di Sandro Urbano
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