Il mobile antico? A colloquio con Romano Bazzocchi di Restauro Cesena

In un momento di incertezza economica si è sempre combattuti fra la qualità e il basso prezzo. È il caso dell’antiquariato che, a Cesena, vanta una lunga tradizione specie per i mobili in stile romagnolo. Uno dei massimi esperti del settore è Romano Bazzocchi della Restauro Cesena.

“Ogni giorno arrivano in negozio persone che ci chiedono se vogliamo comprare i mobili che appartenevano ai nonni – esordisce Bazzocchi – ma, per lo più, sono oggetti del dopoguerra di scarsa qualità. E quelli non hanno mercato. Ciò che va per la maggiore, e non ha risentito della crisi, sono i mobili antichi, del ‘700 fino ai primi del ‘900. Quelli ancora precedenti, del ‘500 ad esempio, hanno quotazioni molto elevate che non tutti possono permettersi”.

I mobili romagnoli sono alla portata di quasi tutte le famiglie. “Ma soprattutto vengono chiesti pezzi utili: credenze, madie, tavoli, sedie costruiti da artigiani durante le ore di buio invernali. Ogni paese in Romagna aveva almeno un paio di falegnami, mentre oggi siamo davvero pochi a continuare il lavoro secondo la tradizione”.

Bazzocchi ha avuto la fortuna di aver continuità aziendale grazie ai due figli Claudio e Luca. Negli anni hanno diversificato il lavoro: dalla creazione come falegnameria e restauro dei pezzi antichi, al restauro più in generale: fra i tanti eseguiti, da ricordare i ponti in legno sul Savio o i portali di alcune chiese, o anche alcune sale del Comune di Cesena. “E, con l’arrivo del Covid-19, abbiamo fatto anche le sanificazioni avendo le attrezzature aziendali a base di ozono. Fra le altre cose, abbiamo sanificato gratuitamente le ambulanze della Croce Rossa”.

Quanto costa un mobile antico? “Dipende da tanti fattori – conclude Bazzocchi –. Oggi la percezione della gente è condizionata dai mobili in compensato delle grandi catene che, con poco, danno l’impressione di offrire molto. Ma si tratta solo di scarti di legno amalgamati con colla e lavorazione in serie in milioni di pezzi. Il tavolo di un artigiano, magari costruito 150 anni fa con legno locale come noce, pioppo, pero, ha un valore storico oltre che di alta qualità intrinseca. Per fortuna da qualche anno a questa parte vi è una ritrovata sensibilità verso i prodotti belli e di qualità, anche da parte dei giovani”.