Il mosaico di via Strinati sarà ricoperto

Un progetto archeologico ha prima di tutto un valore relazionale, la condivisione con la cittadinanza e le istituzioni del territorio è quello che lo fonda e lo rende possibile.

Ha esordito così Cinzia Cavallari, funzionario archeologo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Ravenna annunciando che la pantera in mosaico rinvenuta in via Strinati durante i lavori sulle reti gas e acqua eseguiti da Hera, tornerà sottoterra per qualche tempo.

La decisione, presa dalla Soprintendenza in accordo con il Comune di Cesena ed Hera, è dovuta alla necessità di lasciare libera via Strinati in occasione delle feste natalizie e anche per proteggere il manufatto dal maltempo. Nel frattempo si attenderà l’autorizzazione della Commissione regionale per il Patrimonio culturale alla quale spetta dare il via alla rimozione del mosaico che dovrebbe avvenire nel prossimo mese di marzo 2018.

“Lo scavo di via Strinati – ha commentato la Cavallari – non ha incontrato resistenze in città, al contrario di quanto accade di solito per i cantieri che intralciano o rallentano la viabilità”. Come a dire che la condivisione con la città e con i vari enti coinvolti nel recupero c’è.

La presenza piuttosto costante dei cesenati sul cantiere dello scavo, ha confermato il sindaco Paolo Lucchi, è la prova dell’attenzione della città per l’archeologia e per questa importante opera che risale all’incirca al terzo secolo d.C. e  doveva appartenere a una residenza cittadina importante. Il rivestimento musivo costituiva il pavimento di un ambiente triclinare, il luogo dove il padrone di casa dava banchetti ufficiali per i propri ospiti che, sdraiati sul triclinio per degustare i cibi, potevano ammirare con agio il prezioso decoro che si intravede oggi dai resti tornati alla luce. Un tipico ornamento romagnolo quello della scena di caccia con la pantera, animale caro sacro a Dioniso, e le coppe per la libagione. “La coda del secondo felino, quello parzialmente ‘mancante’ – ha dettagliato l’archeologa – è del tutto simile a quella appartenente al mosaico della Domus del chirurgo di Rimini, anch’esso ritrovato in ambiente triclinare”.  La zona del ritrovamento era probabilmente un’area cruciale nella storia del centro storico di Cesena, sulla quale si potranno ancora raccogliere tante preziose informazioni.

Alla riapertura dello scavo, eseguito da Phoenix Archeologia, seguirà il restauro. Una decina di giorni saranno necessari per la rimozione del manufatto che misura 3×3,20 m e uno spessore esiguo di circa 3 cm.

Poi un’altra quarantina di giorni serviranno per il restauro che sarà eseguito in uno spazio della biblioteca Malatestiana, e precisamente nell’ampio corridoio adiacente al Museo archeologico e all’ex refettorio del Convento di San Francesco. Ciò per rendere possibili visite guidate durante il restauro, rivolte alle scuole e al pubblico. Al termine il mosaico sarà esposto nel museo archeologico per il quale, ha detto l’assessore alla Cultura Christian Castorri “si  sta studiando un progetto di riorganizzazione degli spazi volto anche a valorizzare al meglio il mosaico”.

I costi dell’operazione, dallo strappo al restauro alla musealizzazione si aggirano intorno ai 50 mila euro di cui si farà carico il Comune a parte le spese di riapertura dello scavo che saranno sostenute da Hera.