Il Papa al popolo di Cl: “La crisi fa crescere e l’unità sia più forte delle contrapposizioni. Non sprecate tempo in chiacchiere”

“La crisi fa crescere. Non va ridotta al conflitto, che annulla. La crisi fa crescere”. Lo ha detto il Papa incontrando oggi in piazza San Pietro i membri del Movimento di Comunione e Liberazione, in occasione del centenario della nascita del fondatore, il Servo di Dio don Luigi Giussani.

“Don Giussani è stato padre e maestro, è stato servitore di tutte le inquietudini e le situazioni umane che andava incontrando nella sua passione educativa e missionaria”, ha esordito Francesco. Quindi, con riferimento a problemi e divisioni interni al Movimento ha esortato: “Unità non vuol dire uniformità. Non abbiate paura delle diverse sensibilità e del confronto” ma “l’unità sia più forte delle forze dispersive o del trascinarsi di vecchie contrapposizioni. Un’unità con chi e con quanti guidano il movimento, unità con i pastori, unità nel seguire con attenzione le indicazioni del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, e unità con il Papa, che è il servitore della comunione nella verità e nella carità. Non sprecate il vostro tempo prezioso in chiacchiere, diffidenze e contrapposizioni” e ha rimarcato a braccio: “Per favore non sprecate tempo!”.

 “Correggere modalità fuorvianti sotto la guida della Chiesa” che “indica la via per rimanere fedeli a se stessi e alla missione affidata da Dio”

“Non è il carisma a dover cambiare: esso va sempre nuovamente accolto e fatto fruttificare nell’oggi. Sono i modi di viverlo che possono costituire un ostacolo o addirittura un tradimento al fine per il quale il carisma è stato suscitato dallo Spirito Santo”. Così ha proseguito papa Francesco. “Riconoscere e correggere le modalità fuorvianti, laddove necessario, non è possibile se non con atteggiamento umile e sotto la guida sapiente della Chiesa – il monito del Pontefice -. E questo atteggiamento di umiltà lo riassumerei con due verbi: ricordare, ossia riportare al cuore l’incontro con il Mistero che ci ha condotti sin qui; e generare, guardando avanti con fiducia, ascoltando i gemiti che lo Spirito oggi nuovamente esprime”.

“La potenzialità del vostro carisma – ha proseguito il Papa – è ancora in gran parte da scoprire; vi invito perciò a rifuggire da ogni ripiegamento su voi stessi, dalla paura e dalla stanchezza spirituale. Vi incoraggio a trovare i modi e i linguaggi adatti perché il carisma che don Giussani vi ha consegnato raggiunga nuove persone e nuovi ambienti, perché sappia parlare al mondo di oggi, che è cambiato rispetto agli inizi del vostro movimento”. “Senza l’autorità – ha rimarcato ancora Francesco – si rischia di andare fuori strada, di andare in una direzione sbagliata”. Per questo i movimenti ecclesiali “contribuiscono, con i loro carismi, a mostrare il carattere attraente e di novità del cristianesimo; e all’autorità della Chiesa spetta indicare con saggezza e prudenza su quale via” essi “devono camminare, per rimanere fedeli a sé stessi e alla missione che Dio ha affidato loro”.

“Il mondo sempre più violento e guerriero mi spaventa”

 “Il mondo sempre più violento e guerriero mi spaventa, davvero, mi spaventa!”. Lo ha detto papa Francesco, al termine dell’incontro in piazza San Pietro con i membri del Movimento di Comunione e Liberazione. “Per concludere – le parole del Pontefice -, vorrei chiedervi un aiuto concreto. Vi invito ad accompagnarmi nella profezia per la pace – Cristo, Signore della pace! Il mondo sempre più violento e guerriero mi spaventa, davvero mi spaventa! –; nella profezia che indica la presenza di Dio nei poveri, in quanti sono abbandonati e vulnerabili, condannati o messi da parte nella costruzione sociale; nella profezia che annuncia la presenza di Dio in ogni nazione e cultura, andando incontro alle aspirazioni di amore e verità, di giustizia e felicità che appartengono al cuore umano e che palpitano nella vita dei popoli”. “Arda nei vostri cuori questa santa inquietudine profetica e missionaria. Non rimanete fermi”, l’esortazione conclusive aggiunta a braccio.

Infine l’invito ad amare sempre la Chiesa e a preservare l’unità del Movimento: “Don Giussani non si è spaventato dei momenti di passaggio e di crescita della Fraternità, ma li ha affrontati con coraggio evangelico, affidamento a Cristo e in comunione con la madre Chiesa”.